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30 Ott

Trailers a pagamento: la SIAE risponde

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comunicato stampa diramato da SIAE:

 "La polemica oggi presente su newsletter e blog riguardo ai diritti sulla musica contenuta nei trailer, accende il faro su una regola da sempre contenuta nella legge italiana e nei trattati internazionali, per cui se una musica viene utilizzata l'autore di quella musica ha diritto ad un compenso. La SIAE è solo lo strumento attraverso il quale questa regola viene fatta rispettare.

 Ricordiamo brevemente il contesto. In questi giorni la SIAE ha invitato numerosi siti di trailer a carattere commerciale a regolarizzare la propria posizione poiché diffondere al pubblico colonne sonore senza aver assolto i diritti rappresenta una violazione della legge. Nell'interesse di tutta la filiera cinematografica (incluse le riviste on line che si dedicano all'audiovisivo) è importante diffondere la cultura del rispetto dei diritti degli autori anche su Internet...

La musica è chiaramente tra le materie prime dei contenuti audiovisivi come i trailer. Dov'è la sorpresa se un'impresa deve pagare quando si procura le materie prime per fare business? Grazie ai produttori e ai distributori cinematografici i trailer arrivano pronti all'uso ai siti e alle riviste on line che trattano dell'argomento. L'unico diritto da pagare è quello per le colonne sonore. Chi le utilizza dovrebbe trovare tutti i titolari delle varie musiche, ma con la licenza della SIAE gli utenti risolvono il problema con un unico pagamento.

La licenza della SIAE è quindi una soluzione pratica per chi vuole rispettare la legge..."

 

NONOSTANTE questi chiarimenti, è inevitabile un’ulteriore riflessione

 

Un trailer è prima di tutto uno strumento pubblicitario che decide spesso, quasi da solo, le sorti di un film, limitandone la diffusione si nuoce in maniera irreparabile prima di tutto all’opera stessa e a chi l’ha creata.

Non basta quindi che un giovane autore si trovi di fronte ad enormi costi per la realizzazione di un progetto, non basta che la distribuzione sia difficile, a volte quasi inesistente, e non basta che film Italiani premiati e riconosciuti all’estero, nelle nostre sale non passano neanche per sbaglio…Ora le "nuove"  sono che se RIESCI A FARE UN FILM, SE RIESCI A DISTRIBUIRLO,  grazie a questa “censura” che relega la diffusione dei trailers  solo a pochissimi canali che possono "spendere", l’affluenza in sala sarà ancora minore.

E come se non bastasse, cosa succede se a potersi permettere il canone della pubblicazione sono strutture on line che strizzano l’occhio alle grandi distribuzioni o ai cinepanettoni? Che fine fa tutto quel meraviglioso cinema underground che caratterizza il nostro e molti altri paesi?

E più di tutto, se vogliamo mettere da parte le sorti  di artisti e addetti ai lavori - che se non hanno rinunciato a questo mestiere in questi ultimi anni, probabilmente non rinunceranno neanche questa volta – che fine facciamo noi? I fruitori di queste opere…come facciamo noi senza IL TRAILER a decidere QUALE film andare a vedere? Qualcuno dovrà decidere per noi o recensire in maniera necessariamente faziosa consigliandoci un film piuttosto che un altro? Dove finisce allora L’IMPARZIALITà del trailer, e quel che è ancora peggio dove finisce la SANA DEMOCRAZIA di internet.

Queste sono solo alcune delle tante domande che mi vengono in mente oggi.

Paradossalmente, se nei tagli alla cultura, frutto di una crisi che investe l’economia intera (e non solo l’industria-cinema), riuscivo a vedere quasi un momento di rilancio, dove immaginavo nuove attività che all’occorrenza avrebbero imparato ad adoperarsi e a definirsi realmente autonome a dispetto di finanziamenti VINCOLANTI che appiattiscono in qualche modo il panorama cinematografico in tutta la sua originalità, oggi in questo accordo riconosco solo l’ultimo mezzo per “imbavagliare” la rete e quei pochi che RESISTONO e continuano a far film NONOSTANTE TUTTO.

 

Probabilmente parte del problema si risolverà nel momento in cui You tube sottoscriverà un accordo adatto (a pagamento suppongo) con la SIAE. Comunque per tutti quei MEDI canali di informazione cinematografica che non passano per you tube la scelta obbligata potrebbe essere quella di togliere definitivamente i trailers dal proprio sito, danneggiando ancora una volta la visibilità autonoma e indipendente delle opere.

R.M.

 

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