Sequel di "Nella tana dei lupi" vede ancora una volta la stessa fortunata coppia composta da Gerard Butler nei panni del poliziotto Big Nick e l'antagonista O' Shea Jackson Jr. nei panni del bad boy Donnie. Entrambi invecchiati, anche perché nel frattempo tra il primo film e questo sono passati già sette anni. In questo secondo capitolo, lo scenario è decisamente più ampio e la storia cerca di avere un respiro più internazionale. L' azione inizia all' aeroporto di Anversa, poi si sposta al Diamantic Centre di Nizza e si conclude, dopo inseguimenti al cardiopalma, fughe in elicotteri e sparatorie all' ultimo respiro, in Sardegna. Tre locations che vengono rese ancora più interessanti da una bella fotografia e da riprese aeree efficaci, a forte impatto visivo, che coinvolgono lo spettatore e lo lasciano per alcuni istanti senza fiato. Le sequenze dei colpi messi a segno dalla banda criminale, sia quell' iniziale nell' hangar che quello centrale alla borsa dei diamanti, sono girati con una precisione millimetrica riuscendo a restituire molta suspence. Anche lo spettatore ne è coinvolto, sembra anch'esso dover pendere da una corda che oscilla nel vuoto e potrebbe fare fallire il piano da un momento all' altro. Si segue la sequenza con il fiato sospeso. A distrarre chi deve vigilare sulla sicurezza, l'espediente di una partita di calcio importante, che vede tutti incollati allo schermo, come succede anche nella vita reale.
Il film non si discosta nemmeno un po' dai cliché tipici del genere action ma non è propriamente un difetto. Anche senza virtuosismi di sceneggiatura si è comunque rapiti dalla storia e siamo curiosi di capire dove si voglia arrivare soprattutto con l'entrata in scena degli italiani. Purtroppo questi ultimi non brillano e non si fanno ricordare per performances attoriali di alto livello, rimanendo poco più che comparse. Il film gira bene, anche nelle parti più tradizionali, perché la regia è attenta al dettaglio, incastra tutto in modo preciso, non ci sono sbavature. Questa eccessiva apertura finale, prevedibile perché propedeutica ad un terzo capitolo, è fin troppo apparecchiata. Un film che non si può annoverare fra i capolavori del genere ma che conserva una sua dignità resa soprattutto dalle scelte di regia che sanno calibrare i momenti più adrenalinici con quelli di maggiore concentrazione e concatenazione puntuale degli eventi.
Virna Castiglioni