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Prodotto da Marco Gaudenzi e Pierpaolo Marcelli per Flat Parioli TNM Produzioni arriva nei cinema Amleto è mio fratello, diretto da Francesco Giuffré.

 Un lungometraggio che nasce dall’esigenza dello stesso Giuffré, che lavora da cinque anni in teatro con diversamente abili, di portare la “bellezza” di queste persone al di fuori, nel mondo esterno.

 

Paolo, Paolone, Andrea e Carlo sono quattro attori diversamente abili che una notte decidono di partire a bordo di un pulmino, facendo salire non poca preoccupazione nei loro genitori, nel teatro in cui lavorano e nelle forze dell’ordine. Perché questa fuga? Amanti di William Shakespeare, i quattro sono venuti a sapere che a Napoli un famoso teatro sta cercando una compagnia che rappresenti il Bardo, quindi nel capoluogo campano si presenta un’occasione da non lasciarsi sfuggire. Ma il viaggio si rivela tutt’altro che tranquillo, in quanto, mentre il commissario Claudia Grani cerca di mettersi sulle loro tracce, si ritrovano ad avere a che fare con il furto del pulmino e diverse conoscenze inaspettate; dall’incontro con una famiglia di fricchettoni norvegesi di cui fa parte la bella Chloe, appassionata di teatro, a quello con la tossicodipendente Mia, passando per Cristian, in carrozzina, e un ex attore che gestisce un malinconico luna park in mezzo al nulla. E proprio nel mezzo che gli è stato rubato si trovano le medicine di cui hanno urgente bisogno...

 

 

Il regista dichiara: “Amleto è mio fratello nasce dall’idea di raccontare un argomento molto spesso relegato in un angolo, scomodo e a volte disturbante: il disagio psichico. Il film non vuole insegnare o dare giudizi, ma solo raccontare il mondo e i sogni di quattro ragazzi speciali, cercando di smontare i preconcetti sulla malattia mentale. Un progetto dove l’inclusione e il rispetto per la diversità rappresentano il motore trainante, perché sono profondamente convinto che il cambiamento di una società deve iniziare proprio con l’accettazione di ciò che è lontano da noi, e questo film vuole essere un piccolo ma significativo passo in quella direzione. La storia che raccontiamo è semplice come lo possono essere certi sogni. La fuga per i nostri protagonisti significa non solo uscire dal mondo che li protegge, ma soprattutto toccare con mano quel senso di libertà che molto spesso non si può concedere a chi soffre di disturbi mentali. Durante il viaggio i quattro si troveranno nel mondo al di là del loro. Un mondo che non è lì per proteggerli ma per accoglierli. E solo chi ha un’anima pura come la loro potrà cogliere la loro sana follia!

Perché come dice uno dei personaggi del film: meglio pazzi che tristi!”.

 

I protagonisti di Amleto è mio fratello sono Paolo VaselliAndrea De DominicisCarlo Di BartolomeoPaolo Giliberti, affiancati da Claudia GeriniTonia De MiccoIlaria Loriga e le partecipazioni straordinarie e amichevoli di Francesco PaolantoniVincenzo SalemmeMargherita Buy Nino Frassica.

 

Nei cinema dal 31 Agosto 2023, Amleto è mio fratello è distribuito da Flat Parioli. Alla presenza del cast, il giorno 31 Agosto stesso, alle ore 18.00, si terrà una proiezione del film aperta al pubblico presso UCI Cinemas - Porta di Roma.

Come pecore in mezzo ai lupi

Giovedì 13 Luglio 2023 15:59 Pubblicato in Recensioni

L’opera prima sul grande schermo di Lyda Patitucci (Curon) è un poliziesco dai toni soffocati e dalle immagini grigiastre di una Roma placida.

Stefania (Isabella Ragonese) è una poliziotta infiltrata in una banda di criminali serbi. Appare fredda, implacabile. Sembra che la vita da criminale sia a suo appannaggio, asciutta e ferale, come il suo volto scalfito da una cicatrice e adornato da capelli fintamente neri corvino.

In una delle operazioni che tenta di sventare, da poliziotta infiltrata, ritrova suo fratello minore Bruno (Andrea Arcangeli) che, insieme al suo amico e collega di misfatti Gaetano, cerca di ottenere con un “colpo” che coinvolge un furgone portavalori, i soldi sufficienti per prendersi cura della figlia: la piccola Marta, affidata alla madre mentalmente instabile.

I due fratelli si ritroveranno così a collaborare all’interno della stessa operazione criminosa in due ruoli antitetici.

Stefania, che si fa chiamare Vera -come la madre scomparsa- quando è sotto copertura, vive una vita vuota, riempita solo dal lavoro. “Sono felice solo quando lavoro” dice in una conversazione con Bruno che, invece, sembra abitato da uno spessore emotivo che si discosta dal suo ruolo fuorilegge. E’ dolce, sensibile. Ama profondamente Marta ed è tollerante e comprensivo nei confronti della madre della figlia, nonostante le beghe e i pericoli a cui sottopone la bambina.

Sono lupi? Agnelli? E gli altri personaggi? I ruoli si mischiano in un bailamme dicotomico di soggetti, in cui gli uni sono i simulacri degli altri e viceversa. Le identità di cattivi e buoni sono sfocate e i personaggi prendono vita ribaltando gli obiettivi e le finalità narrative senza depauperare la trama, che regge sempre un ritmo incalzante seppure mai esplosivo.

Il tono della pellicola è infatti quasi sempre implosivo: nelle minacce, nelle scene violente, nei sentimenti… La scelta drammaturgica della regista è quella di professare sullo schermo l’improvviso ribaltamento dei sentimenti, nella vita come nella pellicola.  Un ribaltamento non ostentato ma che rende imprevedibile la vita e prepara i protagonisti a prendere una decisione che però non avviene mai.

E’ decisa e originale la scelta registica e del soggetto le cui tematiche e i toni raramente sono le scelte primigenie nel panorama cinematografico italiano. Rimane ammirevole l’idea e anche godibile la realizzazione: coerente e ben riuscita. Lasciata di ampio respiro la conclusione che sembra rimanere influenzata dalle impronte della serialità americana o in generale di crime.

Non disturba. Fa sperare in un’opera seconda che possa approfondire il personaggio della protagonista femminile e le tematiche relazionali e sentimentali che la guidano.

Valeria Volpini

 

La Terra è nuovamente sotto attacco!

Salvatore Scarico Manuela Montella presentano Avanzers Italian Superheroes, nelle sale cinematografiche a partire dal 20 Luglio 2023.

Diretto da Cosimo BoscoAvanzers Italian Superheroes vede nel cast Maurizio MattioliCiro VillanoFrancesca CeciGiancarlo Del DiavoloDavide MarottaWalter LippaMarco EspositoMaurizio SianoJessica BottiAnna d'AuriaFrancesco GoriSimone LuciaRaffaele De VitaGerry SicaRaffaele CarotenutoFlavio SlyGiuseppe GuastaferroPamela FormisanoLuigi della Porta e Gennaro Mercato, con la partecipazione straordinaria di Pier Maria Cecchini nel ruolo di Notaio Terco.

 

Gaetanos il distruttore di mondi e il suo esercito sono disposti a tutto pur di ottenere la pietra del potere e diventare i dominatori incontrastati dell'universo. La situazione è critica e tutto sembra perduto, le superpotenze mondiali non sanno come reagire e chiedono aiuto all'unico popolo che è in grado di ribaltare questa situazione: gli italiani! Sbandati, criminali, streghe e uomini blatta raccolgono la chiamata alle armi e scendono in campo per fare quello che da sempre ci riesce meglio: risolvere problemi con stile. Avanzers: che il match abbia inizio!

Rivisitazione in chiave italiana del celebre The Avengers derivato dai fumetti Marvel, Avanzers Italian Superheroes affonda le sue radici nella lunga e prolifica storia del cinema hollywoodiano facendo riferimento ai grandi mockbuster del XX secolo, ma con la volontà di creare un nuovo filone di ispirazione: lo Spaghetti-fi. Continua dunque il percorso iniziato con Anatar, parodia del grande successo di James Cameron, e che continuerà con altri mockbuster. Il film prende ispirazione da alcune delle più celebri parodie, come Balle spaziali di Mel Brooks, del 1987, fortunato rifacimento dell’iconico Star wars e di tutte le maggiori saghe di fantascienza. Il Cinema italiano di genere fantascientifico è sempre stato caratterizzato da meno mezzi a disposizione rispetto alle produzioni hollywoodiane; la maggior parte delle pellicole prodotte furono sempre a basso costo, girate per lo più negli anni Sessanta cavalcando il successo delle opere statunitensi e con infiltrazioni di altri generi come l’horror e la commedia. Ritroviamo quindi anche qui il riferimento al cinema fantascientifico italiano con richiami a maestri del cinema come Sergio Corbucci, Antonio Margheriti e Mario Bava, precursori di un genere che mai stancherà lo spettatore. La linea comica è una delle peculiarità del film, rivolto ad adulti e bambini con l’intento di far sorridere e riflettere, perché tutti i riferimenti e le sottotrame presenti vogliono insegnarci qualcosa, o quantomeno ricordarcelo spingendosi ai limiti della satira e del politically correct, per sfatare ed evidenziare al tempo stesso gli stereotipi che caratterizzano il nostro bel paese

Prodotto da Manuela Montella per Tyche Productions srlAvanzers Italian Superheroes è scritto da Salvatore Scarico, che ne è anche produttore esecutivo, ed è distribuito da Green Film srl.

Ziggy Stardust & The Spiders from Mars: il film

Lunedì 03 Luglio 2023 14:48 Pubblicato in Recensioni

“Ziggy played guitar. Jamming good with Weird and Gilly, the Spiders from Mars” così incarnandone l’alter ego da lui stesso ideato, David Bowie raccontava al mondo (con il brano “Ziggy Stardust”) chi fosse questo affascinante alieno, venuto da Marte sulla terra per esibirsi in pubblico nell’omonimo Tour in 103 concerti, 60 città dal 29 Gennaio del 1972 (Aylesbury) al 3 luglio del 1973. L’ultima tappa (filmata dal regista D.A. Pennebaker) avvenne a Londra sul palco dell’Hammesmith Odeon.

Il figlio del regista, Frazer Pennebaker, oggi ha riproposto (in qualità 4K con audio 5.1) quella giornata straordinaria con il progetto “Ziggy Stardust & The Spiders from Mars: il film” (in Italia a cura di Nexo Digital) per riportarlo cinquant’anni dopo nei cinema di tutto il mondo. Il documento di straordinaria importanza, non è un vero e proprio “film” come suggerisce il titolo, ma una versione inedita del concerto, con la scaletta completa e l’aggiunta (rispetto alla versione precedente) della performance di “The Jene Genie” e la chiusa di Jeff Beck .
Facciamo un salto nel passato: nei (pochi minuti) di dietro le quinte, Bowie, instancabile professionista, è nel suo camerino, con lo staff di truccatrici e costumiste che gli sistema un look già perfetto. Angie, sua prima moglie, ironizza sul suo rossetto e lui risponde sardonico: “Sei una ragazza, che ne vuoi sapere di trucchi”. Il ragazzo di appena 26 anni, sta per incantare un pubblico di 5000 fan scalmanati, con alle spalle l’esperienza degli Stati Uniti e del Giappone, di cui ha assorbito l’essenza, durante il concerto indossa (tra gli altri) un abito striminzito da donna, con un coniglio ricamato , che si dice trovò dimenticato in una vetrina e che, neanche le signore lo volevano, ma lui riconobbe il talento dello stilista Kansai Yamamoto e lo comprò, stringendo poi un’amicizia con l’ideatore con cui nacque una collaborazione straordinaria negli anni a seguire.

Bowie si approccia al palcoscenico non solo come cantante ma piuttosto come attore, racconta delle storie e come tutte, ne scrive l’inizio e la fine. Quel concerto raccontava l’epilogo della brevissima vita di Ziggy, un personaggio vissuto per poco più di un anno che, romanticamente con la canzone “Rock’n’Roll Suicide”, si congedava dal suo pubblico di adoranti con le note che accompagnano i versi: “Gimme your hands cause you’are wonderful”. Il 13 aprile del 1973 Bowie, pubblicherà un nuovo album che avrà il nome di quello che lui stesso definiva lo “Ziggy Americano”  Aladdin Sane, con la celebre saetta sul volto, a testimoniarne il suo lascito, che gli permise una lunga e straordinaria vita consacrata alla sua arte.

Francesca Tulli