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Visualizza articoli per tag: BlacKkKlansman

Manca oramai poco alla notte degli Oscar 2019, una delle cerimonie più importanti del panorama cinematografico mondiale. La consegna delle statuette si terrà il prossimo 24 febbraio, ma in attesa della prestigiosa premiazione scopriamo quali saranno i film e gli attori candidati. Tra i film più nominati in assoluto quest’anno spiccano titoli quali La favorita, Roma, Vice e a gran sorpresa Black Panther, che agli occhi dei più risulta forse fuori contesto in una delle nomination più rilevanti. Muovendo dalla categoria miglior film i candidati sono otto, e rispettivamente BlacKkKlansman di Spike Lee, il sopracitato Black Panther diretto da Ryan Coogler, il fortunato Bohemian Rhapsody, l’eccentrico e pungete The Favourite-La favorita di Lanthimos, l’acclamato Green Book,  Roma di Alfonso Cuarón, l’esordio alla regia di Bradley Cooper A star is born ed infine il brillantissimo Vice-L’uomo nell’ombra. Altra fertile categoria è quella della miglior regia che vede quest’anno come nominati Spike Lee, Pawel Pawlikowski, Yorgos Lanthimos, Alfonso Cuarón e Adam McKay. A contendersi la statuetta per il miglior attore protagonista Christian Bale per Vice, Bradley Cooper per A star is Born, Willem Dafoe per Van Gogh-Sulla soglia dell’eternità, Rami Malek per Bohemian Rhapsody e Viggo Mortensen per Green Book.

Nella categoria miglior attrice protagonista in lizza Glenn Close per The Wife, Yalitza Aparicio per Roma, Olivia Colman per La Favorita, Lady Gaga per A star is born e Melissa McCarthy per Can you ever forgive me?. Le cinque candidate per l’oscar alla miglior attrice non protagonista sono invece Amy Adams per Vice, Marina De Tavira per Roma, Regina King per Se la strada potesse parlare, Emma Stone per La favorita e Rachel Weitz anch’essa candidata per La favorita. Per la miglior interpretazione maschile da non protagonista spiccano i nomi di Mahershala Ali per Green Book, Adam Driver per BlacKkKlansman, Sam Elliot per A star is Born, Richard E.Grant per Can you ever forgive me? e Sam Rockwell per Vice. In lizza per la miglior fotografia cinque film che hanno fatto dell’immagine uno dei proprio cardini quali Cold War, La favorita, Il primo uomo, Roma e A star is Born. Tra i nominati per il miglior film in lingua straniera Opera senza autore di Florian Henckel von Donnersmarck, Affari di famiglia di Hirokazu Kore-Heda, Capernaum di Nadine Labaki, Roma di Alfonso Cuarón e Cold War di Pawel Pawlikowski. Anche quest’anno protagonisti indiscussi della corsa alle prestigiose statuette troviamo due film che hanno riscosso grandi consensi alla 75esima edizione della mostra del cinema di Venezia, ossia Roma, film vincitore della kermesse e La favorita, entrambi con il maggior numero di nomination agli oscar. Cedono il passo A star is born e Bohemian Rhapsody con meno candidature, mentre First Man di Chazelle rimane il grande assente di questa edizione. Non rimane altro che attendere il 24 febbraio per conoscere le sorti di una delle edizioni più vivaci e pungenti degli ultimi anni, auspicando che i nostri favoriti abbiano la meglio. 

 

Giada Farrace 

BlacKkKlansman

Sabato 19 Maggio 2018 16:16
Su BlacKkKlansman di Spike Lee, prima di immergerci nella critica, bisogna dire una cosetta. Giusto per avere un quadro migliore di quello su cui poi si andrà a discutere. Le tre stelle della valutazione sono da considerarsi un giudizio non completamente veritiero. Si possono dare anche quattro stelle al film del regista americano. Ma abbiamo optato per il voto più basso perché tutto il buono che costruisce (e c’è ne parecchio), viene smontato da alcuni passaggi a vuoto (politici) colmi di retorica, che abbassano il ritmo e fanno veramente male al film. Il suo voto più equilibrato è tre stelle e mezzo. Si passa da prendere in giro il Ku Klux Klan in modo sagace ed intelligente a comizi politici delle Black Panthers, sinceramente demodé e che nel nuovo millennio non hanno più quella forza che potevano avere negli anni 70’. Si prende una strada edificante, che cerca di frantumare l’odio facendosene beffe, ma la si perde ingenuamente tornado su piccoli sentieri colmi di ridondanze, che sfociano nella lotta contro il governo Trump.
 
La pellicola, in concorso al Festival di Cannes edizione 71, è tratta dall’omonimo romanzo che dà il titolo al film, scritto dal poliziotto Ron Stallworth (nel film interpretato da John David Washington, figlio di Denzel Washington). 
Il tema del libro trova spazio anche nella contemporaneità dell’America di Trump; ci riferiamo a quei super razzisti bianchi, che a Charlottesville nell’Agosto del 2017, uccisero una donna di 32 anni investendola con un’auto. La ragazza stava manifestando contro il nascere del neonazismo. Il presidente Americano si indignò per l’accaduto, ma non fece molto di più. A tutto questo ci si poteva affiancare, non per forza immergersi. (il finale con le immagini di repertorio è esplicito). Mettendola così diventa tutto più tedioso. Peccato che il tagliente umorismo non regni incontrastato per tutta la narrazione.
Dal Festival francese il film si porta a casa il secondo riconoscimento: il Gran Premio della Giuria.
 
BlacKkKlansman racconta della straordinaria operazione messa in atto dalla polizia di Colorado Springs. Siamo negli anni 70’, un uomo di colore e un ebreo, entrambi detective, si infiltrano nel cuore pulsante del Ku Klux Klan. Il poliziotto Ron Stallworth, dato il colore della pelle, non può prendere parte alle riunioni della setta. Insieme al collega Flip Zimmerman (Adam Driver) decidono di essere uno il corpo e l’altro la voce. Tutti gli appuntamenti vengono presi per telefono da Ron e poi all’ora esatta del rendez-vous si presenta Flip. Nascono però dubbi intorno alla figura del nuovo discepolo. Qualche membro del gruppo estremista non crede fino in fondo al nuovo arrivato e cerca in ogni modo di dimostrare che Ron non è quello che dice di essere. Intanto il movimento dei cappucci bianchi organizza attentati, che promettono violenza e morte alla razza nera. C’è spazio anche per la tenerezza, che nasce tra Ron e la giovane attivista Patrice (Laura Harrier). Il loro incontro ad un ritrovo delle Pantere nere lascia il segno, ma se non tutte le verità vengono pronunciate, la loro complicità viene messa in discussione.
 
Spike Lee, dopo un periodo di alti e bassi, ritrova la verve di un tempo (lo smalto è lo stesso di Inside man e la 25^ Ora). Ottima la forma del suo BlacKkKlansman. Peccato per quei piccoli passi falsi descritti in precedenza. Il resto è cool e spumeggiate. Sembra quasi un Arma Letale d’autore in salsa Black Power. Quando il regista di Atlanta non abbassa il battito si rivede la sua anima istigatrice e vigorosa. Le gag sono irriverenti e squarciano la malignità. Qui la drammaturgia diventa energica, avvalorata da una regia dinamica, che ricava il massimo dalle performance dei personaggi principali (favolosi Washington e Driver).
Indimenticabile la scena dell’arrivo della tessera di membro del KKK in commissariato.  
 
David Siena