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Il Padre d'Italia

Giovedì 09 Marzo 2017 18:22

Quando due vite completamente diverse convergono, esse finiscono per compenetrarsi pur essendo originariamente piuttosto lontane tra loro. L'introverso e solitario Paolo conduce un'esistenza tranquilla ai limiti della monotonia nella città di Torino. Una sera incontra casualmente in un locale Mia, una ragazza vulcanica,con alle spalle molti problemi e poca ordinarietà. Mia è incinta, e Paolo le presta soccorso per poi decidere di intraprendere assieme a lei uno strano viaggio alla ricerca del padre del bambino, viaggio che poi si concluderà in Calabria, paese originario della ragazza. Un'avventura che porterà i due protagonisti ad esplorare nel loro intimo ciò che realmente vogliono, e ad analizzarsi nel profondo del loro essere. Fabio Mollo, dopo la regia di Il sud è niente ( 2013), lungometraggio d’esordio selezionato nei più prestigiosi festival internazionali e vincitore del premio Taodue “Camera d’Oro, si cimenta questa volta in un progetto dal respiro fresco e intimista, una storia densa di interrogativi e riflessioni  sul senso della scelta, che abbraccia tematiche delicate e differenti che vanno dalla definizione di una propria identità sessuale alla crisi dell'epoca contemporanea, segnate dal difficile passaggio alla maturità individuale. Affiancato da due attori di tutto spicco, quali Isabella Ragonese e Luca Marinelli, il regista realizza un film dinamico, sorretto da una fotografia e una colonna sonora ricercate e molto trascinanti, piuttosto vicino sotto questi aspetti ai lavori del giovane Dolan. Lo stesso Mollo dichiara di essersi ispirato in buona parte a “Lawrence Anyways” di Xavier Dolan, film che lo ha affascinato e ammaliato. Il padre d’Italia si situa tra la commedia e il dramma, abbracciando  maggiormente i toni del dramma solo nella seconda parte, quando si esplora l’universo del futuro, le conseguenze di esso sulla vita quotidiana, nonchè il senso di diventare genitori. Di forte impatto visivo, il film di Mollo gode di un eccellente impianto scenico ed estetico contornato da vibrazioni elettro-pop, che lo vestono di un vivace appeal formale. La coppia Ragonese- Marinelli, riempie lo schermo incantando per l’assoluta disinvoltura, due talenti di rara eccellenza interpretativa  che si trovano tuttavia a fare i conti con una missione molto delicata e ingombrante, quella di colmare le molte lacune presenti nel film.  I dialoghi spesso approssimativi scorrono senza lasciare alcun segno e senza provocare reazioni di natura emozionale. La sceneggiatura è fresca e intende guardare al migliore cinema contemporaneo, ma pecca di ingenuità a livello di script, riproponendo delle immagini e situazioni piuttosto familiari, già ampiamente trattate. Agli attori è affidata l’impresa di rendere intenso e composito un lavoro di per sè tiepido e impersonale e che, nonostante gli sforzi, rimane un quadro privo di pigmenti.

Giada Farrace