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Visualizza articoli per tag: minuz

Vincitore del premio Limina 2011 come miglior testo italiano di studi universitari sul cinema, il libro di Andrea Minuz affronta la controversa questione dell'indicibilità dell'Olocausto e la sua rappresentazione al cinema; il genocidio degli ebrei è a tutti gli effetti parte di una memoria collettiva.

Minuz, docente di cinema presso la Sapienza di Roma, il DAMS di Bologna e l'Università del Molise, è già autore di saggi e monografie, tra cui Dell'incantamento. Hitchcock, Bergman, Fellini e il «motivo dello sguardo» (2009) e Friedrich Wilhelm Murnau. L'arte di evocare fantasmi (2010). In questo libro sviluppa un progetto di ricerca estremamente complesso che raccoglie le suggestioni di un pensiero contemporaneo orientato alla messa in discussione dei concetti di indicibilità e irrappresentabilità del genocidio (in particolare le teorie di estetica filosofica di Theodor Adorno, George Didi-Huberman, Pietro Montani, Jacques Rancière, Jean-Luc Nancy), in riferimento alle formule di finzione e modalità simulative del racconto cinematografico.