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Visualizza articoli per tag: commedia

La Patente

Lunedì 04 Marzo 2013 11:21

Sotto la struttura di una corale commedia brillante storie di personaggi diversi si intrecciano tra di loro, pretesto che li unisce: conseguire la patente di guida nell'onnipresente location di un'autoscuola molto romana, gestita da personale decisamente bizzarro.

In questo giovane e indipendente prodotto italiano convergono vari spunti interessanti, spesso forniti dalla freschezza, anche se stereotipata, di alcuni tra i protagonisti che incarnano i classici archetipi molto discutibili. Eccoci presentata una trans brasiliana eccentrica e prosperosa, un ragazzino timido e impacciato alla scoperta del sesso, il coatto romano che sa come cavarsela con le donne in ogni occasione, un trentenne confuso sulla propria identità sessuale..

Il tutto gioca forte proprio attorno al tema della sessualità nelle sue varie declinazioni, intesa come un tabù da dissacrare anche attraverso un processo di acquisizione di una propria identità sessuale e di genere. Ogni battuta ha infatti spesso e volentieri una doppia chiave di lettura, quando non si fa propriamente esplicita.

Tutto ciò e molto altro fa di questo lavoro del materiale non originale e non sfruttato attraverso le sue numerose potenzialità, dove una recitazione spesso sottotono e una regia molto casalinga non aiutano ad innalzare i toni della narrazione, rendendola idonea a convincere a pieno lo spettatore.

 

Chiara Nucera

Qualcosa di nuovo

Sabato 08 Ottobre 2016 22:27
Nel 2013 Cristina Comencini scrive e dirige l’opera teatrale La scena con Angela Finocchiaro e Maria Amelia Monti. La commedia riscuote un enorme successo risultando lo spettacolo più visto e applaudito del 2014.
L'entusiasmo del pubblico a teatro e la conseguente adesione completa allo spettacolo, ha portato alla possibilità concreta di riadattarlo per il grande schermo. È così che prende forma Qualcosa di nuovo, un film divertente e sfaccettato, capace di far sorridere e riflettere. Cristina Comencini ha arricchito l'adattamento cinematografico con elementi nuovi particolari, che potessero generare dei maggiori punti di contatto con lo spettatore. La storia ruota attorno a due figure femminili, Lucia e Maria, amiche di vecchia data che si conoscono a fondo, inseparabili da sempre. Due donne completamente diverse che nutrono nei confronti del genere maschile dei sentimenti contrapposti. Maria, madre single di due bambini, ha un approccio molto primitivo ed istintivo con gli uomini, abbordandoli di continuo pur di non restare sola. Lucia, cantante Jazz, è una donna molto indipendente e selettiva, avendo alle spalle una separazione dolorosa, che le ha forgiato una corazza nei confronti del sesso maschile. Due universi femminili così lontani e incompatibili registreranno per la prima volta un punto di contatto quando farà capolino la figura di un uomo, differente da tutti gli altri, capace di rivoluzionare radicalmente il loro quotidiano. Cristina Comencini ci restituisce con grande cura, un quadro dettagliato di due diverse realtà femminili, il quale coincide con uno sguardo verso il futuro, una prospettiva di speranza atta a rammentare la forza della casualità nella vita di ogni individuo. Nella stesura dello script accanto a Cristina Comencini, Giulia Calenda e la camaleontica Paola Cortellesi, che ha arricchito la sceneggiatura di ironia ed effervescenza. Sullo schermo a fianco di Paola Cortellesi c'é Micaela Ramazzotti e Eduardo Valdarnini. Il duo Cortellesi Ramazzotti riesce a giocare bene sui toni della commedia, regalandoci scene divertenti e restituendo allo stesso tempo una grande profondità ai loro personaggi. Una perfetta alchimia anche con il giovane Valdarnini, ironico e capace. Qualcosa di Nuovo è una commedia insolita e diversa per il nostro cinema, analisi della relazione in continuo mutamento tra uomini e donne di generazioni diverse. Un film fresco e piacevole, capace di mescolare momenti esilaranti a sequenze più profonde senza mai precipitare nel banale. Una commedia attuale e divertente nelle sale a partire dal 13 ottobre. 
 
Giada Farrace 
 

Un altro ferragosto

Giovedì 07 Marzo 2024 11:57
Paolo Virzì, a distanza di 28 anni, torna sull’isola di Ventotene per girare il sequel di “Ferie d’agosto” che alla sua seconda prova registica gli valse il David di Donatello come miglior film.
“Un altro ferragosto” ritorna negli stessi luoghi con buona parte del cast precedente e con due tristi mancanze (Ennio Fantastichini e Piero Natoli rispettivamente Ruggero Mazzalupi e il cognato Marcello nella finzione).
Virzì ci racconta un ferragosto odierno mantenendo intatta la contrapposizione tra i Molino, radical-chic intellettuali di sinistra e i Mazzalupi ignoranti burini e arricchiti di destra. Una contrapposizione quasi manichea con l’aggiunta sapiente di alcuni personaggi nuovi che fanno da tramite fra i due gruppi parentali apportando anche freschezza alle dinamiche che si instaurano fra gli stessi. Vinicio Marchioni interpreta il futuro sposo di Sabrina Mazzalupi, ragazzina complessata nel primo film che ritroviamo adulta e con una carriera lanciatissima come influencer.
Alberto (Andrea Carpenzano) è il figlio che veniva annunciato al capofamiglia Molino (Silvio Orlando) e ora è un imprenditore di successo, sposo novello di un modello americano. Se nel primo lungometraggio l’occasione per una lite e una rottura definitiva era la violenza gratuita rivolta ad un ragazzo di colore che cercava di sopravvivere vendendo sulla spiaggia la sua povera mercanzia in questo nuovo film invece il crimine più esecrabile commesso dalla famiglia Mazzalupi è quello di essere omofoba come se l’essere razzisti non fosse più esclusivo appannaggio delle sole classi volgari e becere di destra ma traversale all’intera umanità e la nuova frontiera dell’intolleranza si sia spostata invece sull’orientamento sessuale.
 Questo film per Virzì poteva essere un terreno scivoloso che lo avrebbe esposto a molteplici rischi. La pellicola poteva risultare ripetitiva, noiosa, pleonastica e tacciata di sforzo inutile, e invece, annullando quasi completamente i flash-back e lasciando solo qualche sporadico fermo immagine ripreso dal passato ha riportato il racconto nel presente senza l’impressione di stacchi come se fosse tutto naturale. Con pochi elementi nuovi è riuscito a dare nuova linfa ad un film che ha segnato il suo tempo e lo ha svecchiato con l’introduzione delle principali problematiche della società contemporanea. E’ un film che utilizza la nostalgia come lima per riportare in vita quella tavolata di personaggi che sono diventate macchiette e sono entrate con forza nell’immaginario collettivo di una generazione.
 Un film che non fa rimpiangere il precedente perché non ha la pretesa di essere migliore ma semplicemente quello di completare e arricchire il quadro rappresentato quasi tre decenni orsono. Se il primo film risultava più scanzonato questo è sicuramente più maturo e consapevole. Si può ancora ridere di certi comportamenti ma purtroppo non sono più così estremi ma divenuti tristemente ordinari e trasversali.
 Virzì con questo film chiude il cerchio e accompagna nell’aldilà la vecchia generazione. Se Alessandro Molino detto Sandro si abbandona ad un sonno profondo dove finalmente il sogno di riscatto dell’Italia può finalmente compiersi dall’altra parte la moglie Luciana Mazzalupi seguirà il marito tanto amato in un mare di oblio. Rimangono le nuove leve, le nuove generazioni. Bambini e ragazzi adolescenti un tempo ma ora uomini e donne chiamati ad essere protagonisti dei propri tempi. Tempi bui, illuminati sempre e solo dalle luci degli smartphones, a favore di social, in una realtà parallela che fagocita tutti e tutti in un gigantesco Truman show.
 I tempi sono cambiati e non c’è da stare allegri.  C’ è un livellamento culturale verso il basso che trascina sempre più giù, alla deriva.
 Meglio andarsene piuttosto che assistere a questo annichilimento delle coscienze. Non si salva proprio nessuno e cala il sipario su un mondo di ideali strenuamente difeso ma che ha perso piano piano tutti i suoi baluardi. Il soldo facile è l’unica chimera da inseguire per entrambi gli schieramenti. Non rimane niente da salvare, resta solo il tempo per reagire e provare ad invertire la rotta. Non è mai semplice replicare il successo di un film e i sequel spesso sono l’ombra dei loro predecessori ma in questo caso invece il film non presta il fianco a critiche e si fa guardare piacevolmente.
 Una bella conferma della bravura di Virzì anche se, per ragioni ovvie, non siamo sorpresi dalla trama che non brilla certamente per originalità.
 
Virna Castiglioni