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Strange Darling

Giovedì 13 Febbraio 2025 22:03

"Strange darling" è un ottimo horror che si avvale di una fotografia eccellente. Giovanni Ribisi ne è la firma e ci regala immagini che ricordano molto gli anni settanta. Molto colorate e accattivanti. Gli attori protagonisti sono le vere colonne portanti di un racconto semplice ma che si fa via via sempre più intrigante. The electrical Lady è l'incarnazione del male travestito da angelo biondo. È delicata. Ispira tenerezza. È uno scricciolo, ha un corpo esile che ricorda quello di una bambina eppure sa essere furia, belva, malvagia, crudele. Quando entra in "modalità sopravvivenza" può uccidere chiunque le capiti a tiro e interferisca con la sua intenzione di sconfiggere il demone che vede davanti a sé. Compie omicidi con ogni mezzo possibile e senza mostrare il minimo ripensamento o essere sfiorata dalla minima esitazione. 

Il film si avvale di un montaggio che rende tutto più avvincente. Dona alla pellicola il giusto ritmo. Senza lasciare tempi morti. Purtroppo il gioco di tenere sulla corda lo spettatore dura lo spazio di tre capitoli. Il film è suddiviso in 6 parti che vengono presentate allo spettatore in una sequenza non lineare e spezzettano la storia per traghettarla ad un epilogo finale che è anche la parte meno riuscita del film nel senso che diventa quasi pleonastica. Un di più che non lascia spazio ad altre interpretazioni.  All'inizio siamo travolti dalla corsa sfrenata di una giovane ragazza che fugge terrorizzata da qualcosa o qualcuno. Nel breve spazio di qualche sequenza lo spettatore più avvezzo è già indotto a pensare che lo schema non può essere così banale. La ragazza non può essere la vittima e, per il resto della pellicola, rimanga solo la sorpresa di conoscere l'aggressore o la situazione spaventosa che ha determinato l'inizio della corsa disperata. Eppure, se così fosse, il film funzionerebbe lo stesso. La sceneggiatura però vuole sparigliare le carte e fare riflettere sulla situazione opposta. 

Deve per forza esserci qualcosa di diverso dallo schema classico (aggressore uomo serial killer che miete vittime fra fanciulle sexy e bionde). Non può essere tutto cosi semplice. 

L' uso del bianco e nero per presentare l'antefatto sembra proporre qualcosa di anacronistico che si perde nella notte dei tempi. È quasi utopico ai giorni nostri, non è quasi più possibile nella nostra contemporaneità, assistere ad un incontro occasionale fra due persone che non hanno problemi mentali ma cercano solo un modo per divertirsi insieme. Sotto sotto ci deve essere qualcosa di raccapricciante. Non basta scoprire che i due vogliono giocare insieme dei ruoli, che la donna sia la padrona che comandi, che il sesso sia solo l'esca per accalappiare la giusta preda. Non basta più solo la violenza sessuale. È il preliminare a qualcosa di ben peggiore. 

La storia non è un granché, la trama è sottile come carta velina. L' intuizione geniale è il ribaltamento di ruoli e lo scambio fra vittima e carnefice che non segue le logiche comuni. In questo caso l'uomo che è anche un poliziotto (sebbene non troppo convenzionale) non è il cattivo della situazione. Per una volta il maschio non è l' aggressore ma la vittima. 

Il film gioca gran parte del suo fascino nel ribaltare i luoghi comuni, nel prendersi gioco del preconcetto, del cliché. La pellicola è sporca, cattiva, ruvida e cola sangue come se non ci fosse mai un argine che possa fare da sponda.  Non si contano le scene splatter portate alle estreme conseguenze. Un iperbole di situazioni che portano ad un escalation finale cruenta al quale fa seguito una momentanea stasi. Sembra, ma è solo una breve illusione, di poter essere arrivati alla fine dell' incubo e invece la scrittura ha ancora in serbo qualche cartuccia anche se è solo un colpa di coda che non supera in sorpresa quello che è appena avvenuto. 

Il film deve la sua forza ai continui e ben congegnati twist narrativi che sanno cogliere sempre in contropiede.  Le scelte registiche propinano la giusta dose di adrenalina e riescono nell'intento di non far calare mai troppo la tensione. 

Virna Castiglioni