Fuoritraccia

Newsletter

Messaggio
  • EU e-Privacy Directive

    This website uses cookies to manage authentication, navigation, and other functions. By using our website, you agree that we can place these types of cookies on your device.

    View e-Privacy Directive Documents

Home » Recensioni » Visualizza articoli per tag: tom cruise
A+ R A-
Visualizza articoli per tag: tom cruise

Oblivion

Mercoledì 04 Settembre 2013 00:13
Oblivion è l'ennesima proposta che l'odierna Hollywood ha da offrire: un altro cinecomic.
La storia di base non l'idea più innovativa o strabiliante che ci sia ma, ragionevolmente, funziona.
Il film meno: il director e con lui Tom Cruise stesso, che ha voluto riscriversi personalmente il proprio prsonaggio, presentano uno scenario di deprimente futuro prossimo, ovattato, monocromatico nelle invasive sfumature di grigio, scandito da un io narrante ed appiattito (anche tridimensionalmente) dai postumi di un evento apocalittico.
Per molta parte del film si rimane insopportabilmente immobili vittime di pause riflessive, inquadrature sommese, molti (troppi) primi piani di attori con lo sguardo sofferente ma, ancor più, perso nel vuoto.
Sembra ingenuità da cineasta ma fa sospettare, piuttosto, un tentativo di dare al film un profilo, almeno estetico, vicino alla fantascienza kubrickiana.
L'obiettivo non è raggiunto:tra dialoghi piatti, cloni spaesati nel deserto, pause di mutismo interrotte da battute evitabili, il film prosegue e quasi termina senza smuovere nulla nello spettatore accompagnandolo deludentemente fino al termine senza rivelargli realmente nulla.
Tutto è edulcorato e privato di carattere: Cruise si perde in flashback scontati peggiori che in Solaris e vaga in ambienti design asettici ed eleganti ma niente affatto fantascentifici in quasi assenza di commento musicale ed anche le scene "d'azione" sono compassate e stantie. Sarebbe bastato poco per ottenere qualcosa di molto più convincente.
 
Luciano Sorace

Barry Seal

Giovedì 14 Settembre 2017 10:42
Rischiare è come tuffarsi in acque oscure, inesplorate, di cui si ignora la profondità e il pericolo. Si può emergere e gioire per il trionfo, oppure si può affondare,  trascinandosi dietro il rimorso di essersi tuffati. Forse non tutti conoscono Barry Seal, e probabilmente le sue vicissitudini possono risultare ignote ai più. Bene, Doug Liman (The Bourne identity, Edge of tomorrow) torna  a dirigere Tom Cruise, ma questa volta  decide di raccontarci la vita di un vulcanico e controverso personaggio. 
Barry Seal, all’anagrafe Adler Barriman Seal, nasce in Louisiana, più precisamente a Baton Rouge, città che nel corso della sua vita non abbandonerà mai completamente.  Il giovane Seal entra a far parte dell’aviazione Americana a partire dagli anni sessanta, periodo in cui dimostra di avere delle eccellenti doti di pilotaggio. Ma il monotono lavoro per la compagnia aerea TWA risulta sin da subito piatto e non appagante per uno spirito solerte come quello dell’aviatore. Egli pertanto abbandonerà l’impiego per la  TWA, iniziando a lavorare per la CIA, e finendo per ricoprire il ruolo clandestino di trafficante d’armi e droga per il cartello di Medellin, fondato e gestito da Pablo Escobar e i fratelli Ochoa. Arrestato numerose volte, Seal arrivò in ultima istanza a determinare la condanna di alcuni tra i più ricercati narcotrafficanti colombiani. Tale mossa fu amaramente pagata con la morte,  egli fu infatti freddato proprio a Baton Rouge nel 1986, sotto incarico dei fratelli Ochoa. Ad interpretare un personaggio tanto irruente quanto deprecabile un Tom Cruise più in forma che mai, totalmente a suo agio nel ruolo di aviatore.
Il film diretto dal regista di Mr. & Mrs. Smith, ha la capacità di iniettare pura adrenalina nelle vene dello spettatore, senza perdersi in eccessi. In Barry Seal si gioca con il pericolo, alternando momenti di tensione a sequenze più divertenti. 
Un film che ha riscosso da subito ampi consensi da parte di critica e pubblico in territorio d'oltreoceano, e che  probabilmente conquisterà il pubblico europeo. Adrenalina e tensione al cinema dal 14 settembre. 
 
Giada Farrace

Top Gun: Maverick

Mercoledì 25 Maggio 2022 16:12

Finalmente arriva nelle sale il seguito di uno dei cult più apprezzati degli anni ’80, quel Top Gun che ha fatto sognare di volare a velocità folli e schivare missili intere generazioni di spettatori.

Pronto ormai da un paio d’anni, la sua uscita è stata posticipata in attesa di una situazione che potesse garantire un ritorno economico più stabile rispetto a quello possibile nel precedente periodo pandemico, ben più critico di quello attuale, e gli incassi delle hit uscite recentemente fanno ben sperare la Paramount Pictures.

L’espediente narrativo per giustificare il ritorno di Maverick nella celebre scuola Top Gun è quello di addestrare una squadriglia di giovani assi per una missione molto pericolosa. Oltre alla difficoltà insita nell’operazione stessa, la presenza tra le file di piloti del figlio del compianto Goose renderà i rapporti tra istruttore e allievi ancora più complicati del previsto.

Non è una sopresa che il film poggi interamente sulle spalle del celebre attore hollywoodiano, che nel tentativo di ricreare il cameratismo richiesto ricorrerà a mezzi più o meno tollerati dai superiori, ovviamente incapaci di opporsi al carisma del golden boy.

Anche il regista Joseph Kosinski ci mette del proprio nel confezionare un film su misura alla star, avendoci già lavorato nell’interessante Oblivion, ed essendosi già confrontato con un blockbuster di una major in Tron Legacy.

In questa situazione il suo lavoro ci regala emozionanti inquadrature tra i cieli e primi piani da torcicollo all’interno dei cockpit degli aerei.

Come anticipato precedentemente si avverte tutta la necessità di rientrare dei costi sostenuti perchè lo sforzo produttivo nel ricreare le coreografie a schermo è senza dubbio lampante. Trascina chi osserva nel mezzo dello spettacolo di un intrattenimento da pop-corn nel senso più pieno e divertente dell’espressione.

Per il resto il film cerca di incanalarsi sulle strade già battute dall’originale, cercando di ricreare un gruppo affiatato di piloti per cui parteggiare, e usando situazioni fuori dalla cabina di pilotaggio che rievocano sensazioni di deja-vù.

Gli interpreti cambiano, qua Jennifer Connelly in luogo di Kelly McGillis, ma le dinamiche rimangono funzionali, il tutto accompagnato da sonorità anch’esse affini al capostipite, riarrangiate da artisti d’eccezione quali Hans Zimmer e Lady Gaga.

E’ da sottolinare anche una cura ricercata nei dettagli e nomenclature di aerei e situazioni di volo, che impreziosiscono ulteriormente la visione all’appassionato di aeronautica, per tutti gli altri invece rimane un film in grado di tenere attaccati alla poltrona e con la mente oltre la velocità del suono per due ore abbondandi, e non è affatto poco.

 

Omar Mourad Agha