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Nominato al California Indies come film indipendente e rientrato nella selezione ufficiale agli Hollywood Best Indie Film Awards nella sezione relativa ai film psicologici, Lady Cobra – Una killer in blues sarà al centro di un week-end in ricordo del critico cinematografico Adriano Aprà (18 Novembre 1940 – 15 Aprile 2024) presso il Centro culturale La Camera Verde di Roma, in via Giovanni Miani n. 20, 20a e 20b.
Miglior lungometraggio al Milan Gold Awards, quindi vincitore del Gold Award nella categoria Indie Feature Film (low budget) al Florence Film Awards, del premio per il miglior film indipendente al Cannes Arts Film Fest e di quello per la miglior regia (feature film) al Madonie Film Festival, Region of Sicily, il lungometraggio d’esordio del genovese Fabio Giovinazzo prosegue dunque il proprio cammino con grande successo, suscitando sempre più interesse da parte di cinefili e addetti ai lavori grazie alla sua singolarità.
Lady Cobra – Una killer in blues racconta di una veterana di guerra in congedo, disadattata ma idealista, che alterna il lavoro come fioraia all'attività di killer a pagamento. Vestita di rosa, riceve i suoi clienti in un cimitero e si sposta su una potente Cobra degli anni Sessanta. Considerata la migliore, è conosciuta nell'ambiente con il nome di Lady Cobra e porta sempre a termine ogni incarico sfruttando la sua infallibile Smith & Wesson. Il naufragio sentimentale con un uomo di cui è ancora invaghita la spinge in un vortice di follia che la porterà a ribellarsi alle ingiustizie di una società sempre più depravata.
Insieme alla protagonista Nicoletta Tanghèri e alle voci di Davide Aloi e Antonio Carletti, fanno parte del cast Gabriele Bartoletti, Paola Bazurro, Andrea Benfante, Raffaele Casagrande, Paolo Drago, Anna Giarrocco, Fabio Taddi e, appunto, Adriano Aprà nella sua ultima interpretazione, a proposito di cui il regista Giovinazzo ricorda: “Prezioso e commovente, il cameo di Adriano Aprà nel mio film ha già il fascino di una malinconia che, pur in alto grado dolorosa, cede nel farsi lambire da quella luccicanza che proprio il grande critico cinematografico sapeva diffondere con garbo”.
Sceneggiato dallo stesso Giovinazzo con la collaborazione di Antonio Lusci e Alessandra Chiodi, Lady Cobra – Una killer in blues è un dramma che, tra ossessioni pop e un simbolico espressionismo, sposa un forte senso di alienazione. È l'enigmatico ritratto di una donna che cade senza respiro nell'abisso della solitudine, tra affari sporchi, colpi di pistola e vendetta sullo sfondo di un paesaggio storico che apre al fumetto, a proposito di cui Nicoletta Tanghèri dichiara: “Interpretare Lady Cobra è stata un’esperienza di grande spessore artistico e umano. Aver avuto l’opportunità di vestire gli abiti di una figura femminile così ricca di sfaccettature mi ha permesso di mettermi completamente in gioco come attrice e, al tempo stesso, forte è maturata la via da seguire per un’esperienza di vita decisamente rara”.
Le proiezioni presso La Camera Verde si terranno Venerdì 11 Aprile 2025 alle ore 20.30, Sabato 12 Aprile 2025 – con interventi di Fabio Giovinazzo e Nicoletta Tanghèri – alle ore 18.30 e alle ore 20.30 e, infine, Domenica 13 Aprile 2025 alle ore 19.30.
Si è tenuta a Roma presso la prestigiosa sala dell’Anica la prima proiezione ufficiale in Italia del cortometraggio 2020: Odissea nello Spazio Covid, dopo il trionfo in Francia al Festival Champs Èlisées Film Awards, dove ha ricevuto ben quattro premi.
È un lavoro molto particolare, un omaggio che il produttore cinematografico Paolo Di Gravio ha voluto dedicare alla struttura ospedaliera che gli ha salvato la vita, dopo aver rischiato di perderla ai tempi del Coronavirus. Campanella, che in genere tratta nei suoi film storie a tinte forti, tra il thriller, l’horror e l’erotismo (ricordiamo Cattive inclinazioni e il recente Brividi d’autore), stavolta ha accettato di cimentarsi in un racconto a carattere sociale, vista la nobile finalità del progetto.
Per la presentazione italiana del cortometraggio Campanella e il produttore Di Gravio hanno scelto un selezionatissimo parterre di ospiti: oltre a coloro che hanno partecipato alla lavorazione dell’opera, anche amici, addetti ai lavori e personaggi noti a vario titolo.
Si sono distinti Rosanna Fratello, intramontabile interprete di Sono una donna non sono una santa, le sempre belle Marina Suma e Jinny Steffan, Ottavia Fusco Squitieri scortata dall’attore Sergio Siciliano, Adriana Russo con il press agent Francesco Caruso Litrico, la conduttrice ed ex cantante dei Milk And Cofee Morena Rosini e il regista Alessandro Perrella. Poi ancora lo storico operatore culturale Franco Mariotti, lo sceneggiatore Lorenzo De Luca con la moglie Anna, il superpoliziotto Antonio Del Greco (ora dirigente Italpol), l’imprenditore Mauro Ferri col figlio Matteo, l’artista lucano Mario D’Imperio, il produttore Sergio De Angelis e lo scrittore Emanuele Pecoraro. Quindi l’autore della popolare trasmissione televisiva Techetechetè Massimiliano Canè, la scultrice Roberta Gulotta, i giornalisti Gabriella Sassone, Maurizio Pizzuto, Ester Paparozzi, Elio Ippoliti, Antonello De Pierro e Miria Maiorani editrice del Viviroma Magazine. Tra gli estimatori dei lavori di Campanella ecco anche l’ingegnere informatico Paolo Reale, che il grande pubblico conosce per i suoi interventi nel programma televisivo Quarto grado, il dottor Raimondo Del Tufo del Mic, l’avvocato Francesco Campagna, il discografico Luca Di Silverio, Andrea Canali dell’Anica, gli autori di colonne sonore Andrea Simone, Roberto Musolino e Umberto Scipione, quest’ultimo recentemente insignito con il Public Choise Award all’importantissimo World Soundtrack Awards per il film La guerra dei nonni, interpretato da Vincenzo Salemme e Max Tortora. Presenti anche Luigi Cecconi, Alberto Baldini e Fabrizio Marte, già funzionari del credito cinematografico della BNL. A festeggiare il regista Campanella e la sua squadra non sono mancati neanche stavolta gli adorati nipoti Chiara e Matteo e i cugini Beatrice Laterza e Franco Campanella.
Elegantissimo in giacca bianca e papillon turchese, Pierfrancesco Campanella ha fatto gli onori di casa ricevendo gli invitati con grande charme. Prima di iniziare, non senza emozione, ha però voluto salutare a distanza la sua amica più cara: la giornalista Elettra Ferraù, direttrice dello storico Annuario del Cinema Italiano, impossibilitata a venire, nonostante ci tenesse tantissimo ad essere presente.
Applausi e flash scatenati alla fine della visione e prima di brindare davanti al sontuoso buffet.
Gli attori di 2020: Odissea nello Spazio Covid sono Franco Oppini in una delle performance più emozionanti della sua carriera, Nadia Bengala, che qui dimostra di essere, oltre che bella, una interprete sensibile, la versatile Luciana Frazzetto in una caratterizzazione da “cattiva” che esalta le sue doti recitative, l’affascinante Nicholas Gallo, giovane promessa del grande schermo ormai prossimo a divenire una solida realtà, e il notissimo doppiatore e direttore di doppiaggio Massimiliano Virgilii, che stavolta si mette in gioco col proprio volto.
Ma nel corto vi è anche spazio per un simpatico e, al tempo stesso, inquietante, cameo del regista nel metaforico ruolo della “Morte”. Del resto, non è certo la prima volta che Pierfrancesco recita davanti alla macchina da presa: basti ricordare la sua partecipazione come attore al film La veritaaaaaaaà del grande maestro Cesare Zavattini.
Sono risultati assenti la Bengala, attualmente in Thailandia, e Gallo, a casa per motivi di salute e a rappresentare idealmente il quale sono intervenuti i genitori, ovvero il produttore Enzo Gallo e la regista e attrice Mirca Viola. Oppini e la Frazzetto si sono presentati con i rispettivi coniugi: l’astrologa Ada Alberti e il regista Massimo Milazzo. Madrina della serata l’avvenente ed elegantissima attrice Maria Teresa Di Bari, che ha consegnato le targhe ricevute in territorio francese ai vincitori designati dalla prestigiosa giuria d’Oltralpe: Di Gravio, Campanella, Oppini e l’art director Laura Camia.
2020: Odissea nello Spazio Covid è stato molto apprezzato per la leggerezza con cui viene stemperata la drammaticità del contesto e per il messaggio positivo che viene divulgato, nonostante tutto.
Prodotto da Paolo Di Gravio e Fabrizio Rampelli, sarà a breve nelle sale del territorio nazionale con una programmazione “mirata” e parteciperà a vari festival cinematografici italiani ed esteri, per poi approdare sulle principali piattaforme.
(photo by Marco Nardo e Andrea Quadrini)
La casa rappresenta per ogni uomo e ogni donna la sicurezza, la protezione, il luogo degli affetti, il contenitore di oggetti carichi di significato emotivo ma soprattutto il luogo dove riporre tutto l'indispensabile e utile per vivere. In Cisgiordania, in un'area che si trova sotto la giurisdizione israeliana, dal 2009 viene messo in atto lo sgombero forzato di una cittadina rurale, demolendo le abitazioni rimaste e, intimando con la forza alla popolazione dissidente, di lasciare immediatamente il territorio che è diventato zona militare controllato da Israele e presidiato dai coloni. Un atto di forza, usurpatore, violento, portato a termine con ogni spiegamento di mezzi possibile getta nello sconforto più grande nuclei familiari interi. Due sole possibilità, entrambe di ripiego e che fanno male al cuore e all'anima: rifugiarsi nelle grotte e vivere una vita al di sotto della superficie, dove verrà costruita una base militare, oppure concentrarsi nelle città alla ricerca di uno spazio ristretto in cui continuare a vivere. Non per tutti può essere una soluzione accettabile. C'e' chi non si rassegna a vedersi strappare da sotto i piedi quel fazzoletto di terra abitato da generazioni di arabi.
Il documentario, vincitore di numerosissimi premi meritati, è il risultato egregio di un collettivo di artisti israelo-palestinesi e racconta la storia di amicizia fra l' attivista palestinese Basel Adra e il giornalista israeliano Yuval Abraham e la loro lotta di resistenza e la loro protesta. Attraverso filmati amatoriali che risultano molto incisivi, il documentario vuole portare all'attenzione del mondo intero quello che avviene nell' indifferenza generale affinché qualcosa cambi e qualcuno intervenga perchè si possa fermare questa ingiustizia e il calpestio dei diritti fondamentali degli uomini e delle donne che hanno sempre abitato quel territorio. Altra oppressione subita dagli abitanti di quest'area della Cisgiordania denominata Masafer Yatta è la limitazione degli spostamenti. Le auto hanno targhe diverse per essere subito distinte ai posti di blocco e, mentre gli israeliani hanno libera facoltà di muoversi ovunque, per i palestinesi vigono divieti e restrizioni di circolazione pesantissimi.
Durante uno scontro della polizia un cugino di Basel viene ferito. Non può essere trasportato in ospedale. La sua casa è stata distrutta ed è costretto a vivere in una grotta. Come un animale braccato è rimasto l' unico posto dove ancora il nemico non riesce ad arrivare.
Questo documentario è fotografia impietosa di quello che avviene in un piccolo lembo di terra conteso fra fazioni rivali dove contano solo le ragioni del più forte e dove il più debole può reagire ma sa che è destinato a perdere anche se non potrà mai, non saprà mai rassegnarsi ad un sopruso che lo vorrebbe privare dell' unica cosa che possiede: un piccolo pezzo di terra su cui stare, dove coltivare, dove fare pascolare gli animali ma soprattutto dove poter vivere in pace.
Un desiderio che accomuna tutti gli uomini e li fa essere fratelli sotto il medesimo cielo.
Virna Castiglioni
Una coppia formata da un poliziotto e un cane che cerca di contenere il crimine in città ma soprattutto cerca di contrastare il nemico gatto Gino che è il vero villain della storia raccontata. Purtroppo un incidente sul lavoro ferisce entrambi gravemente. L'unico modo per salvare loro la vita è recuperare la testa di Dog (unica cosa rimasta integra) e attaccarla al corpo di Man (unico pezzo rimasto intatto). L' operazione tanto ingegnosa quanto bislacca riesce e ne nasce un super eroe che si chiamerà da questo momento in poi "Dog man". L' unione fa la forza. L' intelligenza di Dog sarà compensata dalla prestanza fisica del corpo di Man e insieme e per sempre diventeranno invincibili. Intanto gatto Gino cerca sul web un macchinario che possa clonarlo per poter avere più possibilità di sfuggire agli arresti e continuare a perpetrare il crimine. Qualcosa va storto perché il risultato è un piccolo gatto che lo scambia addirittura per papà.
Il cucciolo di gatto (Ginetto) è tenero e la sua dolcezza e ingenuità sarà anche il motivo per far si che il gatto si spogli della sua malvagità e torni a regnare il sereno sulla città.
Perché quando le forze del bene si uniscono il male è destinato a soccombere.
Il film ha un montaggio frenetico, talmente veloce da bruciare molte battute. Si ride poco perché tutto va a una velocità estrema che non consente di distrarsi nemmeno un secondo.
Per questo il target non può essere troppo tarato verso il basso. Il lungometraggio è più indicato ad un pubblico di bambini non troppo piccoli che possano già comprendere alcune dinamiche come la cattiveria di gatto anche nei confronti della sua collaboratrice che licenzia e non paga neppure. Sicuramente ben confezionata l' animazione, molto colorata e fumettistica, ma da rivedere la sceneggiatura che crea uno schema troppo scontato senza inserire elementi dirompenti. Il finale troppo buonista infine affossa completamente il racconto togliendo quel po' di sale che è un elemento funzionale e che è un peccato togliere del tutto alla fine.
Le scaramucce tra i due acerrimi nemici sono l'architrave della narrazione che sul finale si smonta, senza rispettare i giusti tempi, e conferisce l'impressione di essere un soufflé sgonfio.
Il maggiore difetto del film è sicuramente la durata. Se le tante gag che si susseguono, le varie scenette incalzanti sono contenute in uno spazio di venti massimo trenta minuti (una puntata di una serie per esempio) siamo tutti in grado (piccoli e più grandi) di essere coinvolti dall' inizio alla fine. Invece in questo caso, in un' ora abbondante di svolgimento, i bambini dopo poco saranno distratti e irrequieti mentre gli adulti saranno semplicemente annoiati e guarderanno spesso l'orologio per capire quanto ancora resistere alle avventure strampalate del super cane poliziotto.
Virna Castiglioni