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Ti mangio il cuore

Giovedì 22 Settembre 2022 17:26 Pubblicato in Recensioni

Ispirato all’omonimo romanzo d’inchiesta di Carlo Bonini e Giuliano Foschini sulla quarta mafia italiana, la Sacra Corona Unita del Gargano, Ti mangio il cuore è stato accolto alla Mostra del Cinema di Venezia 79 con un certo grado di curiosità, che andava ben oltre le forti e violente tematiche con cui doveva misurarsi.

Decisamente particolare che una cantante di successo come Elodie, al debutto cinematografico in ambito attoriale, scelga un ruolo di questo tipo con cui cimentarsi, nei panni della prima pentita tra le famiglie della mafia pugliese.

In questo territorio è sempre scorso copioso il sangue tra gli affiliati alla criminalità locale, con famiglie che sono ascese al potere a suon di estorsioni, ricatti e tradimenti, fino a diventare una potenza paragonabile alle ben più note mafie, camorra e ‘ndrangheta.

Se nel romanzo da cui è tratto, la scalata violenta si concentra sulle modalità e i meccanismi collusi in cui ne è avvenuta l’espansione, in questo adattamento, il regista e sceneggiatore Pippo Mezzapesa, sceglie di usare delle tematiche più shakespeariane per introdurci questo feroce contesto.

Sul sempre attuale modello di Romeo e Giulietta si sceglie quindi di intrecciare i destini di vicende criminali ormai ben note al pubblico italiano, abituato a questioni di delinquenza organizzata purtroppo integrate alla storia del nostro Paese. Un taglio diverso, che funziona per unire la violenza a una storia amorosa fatta di innocenza e corruzione allo stesso tempo.

Elodie assume le fattezze di Marilena, moglie del capofamiglia dei Camporeale, mentre l’altro lato della contesa è incarnato da Andrea (Francesco Patanè), futuro erede dei Malatesta. Le due famiglie sono in eterna lotta per il controllo del territorio, con entrambe le parti pronte a sfruttare ogni segno di debolezza per avere la meglio sull’avversario, e con le vesti di terzi, ai margini della lotta per il potere, nelle figure dei Montanari.

Quando tra i due protagonisti principali comincia una relazione clandestina, si mette in moto un gioco cruento, con cui tutte le pedine di questo racconto dovranno avere a che fare.

E’ quindi una regia che decide di appoggiarsi molto sui propri personaggi per tratteggiare le sensazioni viscerali di illusioni e speranze che si scontrano con la crudezza di una realtà dura e spietata, ed Elodie non se la cava affatto male a trasmettere la passione di una donna combattuta tra il desiderio e la responsabilità del suo ruolo.

Peccato per la sua controparte maschile che appare più caricaturale nel suo percorso narrativo per via di un certo overacting, e incide sull’efficacia di alcune scene.

Dall’altro lato Pippo Mezzapesa sceglie bene di utilizzare una fotografia in bianco e nero, molto contrastata, con un effetto cromatico che rimanda in maniera anche grafica alle lotte della sua opera, in uno scontro molto vivido tra gli opposti bene e male, amore e odio o profano e religioso.

L’intreccio procede quindi prendendosi i suoi tempi e trova anche dei guizzi narrativi piuttosto interessanti in fase di chiusura della vicenda, in un pacchetto confezionato in maniera non sempre omogenea, ma che comunica lo stesso la sensazione di ineluttabilità del male e desolazione emotiva che abitano da sempre il lato più oscuro dell’animo umano.

 

Omar Mourad Agha

Sono cominciate a Roma il 20 Settembre 2022 le riprese di The lottery, diretto da Giuseppe De Lauri e prodotto da Saturnia Pictures e Ipnotica Film insieme a Miami No FaceEverglades FilmRoswellfilm e il regista stesso. Ispirato ad un racconto di Shirley JacksonThe Lottery è un cortometraggio ambientato in una piccola comunità abitata da poche persone, dove la lotteria avviene con cadenza annuale nel mese di Settembre. Gli abitanti della comunità si apprestano tutti ad un grande raduno, parlando di cose comuni, come se stessero andando ad una festa. Infatti l'atmosfera sembra gioviale e serena; ma, una volta radunati, si comincia a notare qualcosa di sinistro: tutti sorridono non felici, bensì nervosi. La verità sta nel fatto che il vincitore della lotteria verrà sacrificato come extrema ratio per “salvare il mondo” dal sovrappopolamento.

A proposito di The Lottery, il regista dichiara: "Quando ho letto il racconto della Jackson sono rimasto colpito dalla semplicità e dall'asprezza della narrazione. Una piccola comunità organizza una lotteria dove chi vince viene brutalmente assassinato. Prendendo ispirazione da ciò, ho costruito una trama dove la lotteria è la bizzarra soluzione per far fronte al sovrappopolamento del pianeta e allo sfruttamento delle risorse. La lotteria si trasforma in un evento mondano, con tanto di danza aerea e maschere, un'atmosfera gioviale e grottesca che prelude ad un finale surreale e distopico”.

 

Protagonisti di The Lottery sono Eureka Nakano Grimes, Micky Ray Martin, dalle serie tv Diavoli The New PopeRaffaele De VitaLuna Martin e Martina Palladini, quest’ultima anche in arrivo sugli schermi cinematografici con la fanta-commedia supereroistica Gli Speciali.

Produttori esecutivi del cortometraggio sono Giuseppe M. AndreaniAlberto De Venezia e Stefano Giuliani, mentre la fotografia è di Waleed Sokkar, le scenografie sono a cura di Tonino Di Giovanni e il montaggio sarà affidato ad Andrea D'Emilio.

Le riprese di The Lottery termineranno il 24 Settembre 2022.

 

In prima visione su Prime Video Karate man di Claudio Fragasso

Venerdì 23 Settembre 2022 16:17 Pubblicato in News

Prodotto da Alberto De Venezia per Ipnotica produzioni, è disponibile in esclusiva su Prime Video Karate man di Claudio Fragasso, autore di Palermo Milano solo andata Milano Palermo Il ritorno.

Karate man s’ispira alla vera storia del protagonista Claudio Del Falco, raccontando di un karateka che trova fin da bambino la forza per combattere tramite lo sport la malattia da cui è affetto.

 

 

Durante i campionati mondiali di karate Claudio Del Falco, campione d’arti marziali, perde il titolo combattendo contro Stefano Maniscalco, pluricampione mondiale e internazionale. Alla fine del combattimento, Claudio cade in coma, ma non per i colpi subiti da Maniscalco, bensì a causa della malattia che lo affligge da quando era bambino, da lui sempre nascosta a tutti. Malattia che, insieme alla passione per le arti marziali e ad un grande centro sportivo, ha ereditato dal padre, il quale gli ha insegnato a conviverci, curandosi senza smettere, al contempo, di sognare in grande. Quando Claudio esce dal coma, accanto a sé ha Laura, sua fisioterapista di sempre, nonché medico sportivo con cui vive una storia d’amore tormentata a causa dell’ex compagno di lei, Maurizio, giovane psicolabile violento e pericoloso, che non accetta la fine del loro rapporto minacciandola continuamente. Drammatiche conseguenze portano Claudio a cadere in una sorta di depressione, ma il suo amico Maniscalco gli è vicino e lo convince ad allenarsi per riprendersi e prepararsi ad affrontare un incontro durissimo di MMA, in quanto scommesse clandestine fatte a sua insaputa rischiano di rovinargli l’esistenza e di privarlo proprio della preziosa palestra. Man mano che cerca di realizzare il sogno di una vita: diventare l’unico vero karate man, campione internazionale d’arti marziali.

 

Firma la sceneggiatura di Karate man Rossella Drudi, da un soggetto scritto insieme allo stesso Fragasso, mentre, al fianco di Claudio Del Falco, fanno parte del cast il vero campione del mondo di karate Stefano ManiscalcoAnne GarciaStefano CalvagnaTony Scarf, il pluricampione di MMA Michele VerginelliMelina ArenaGianluca PotenzianiMarco Aceti, Ivan LucarelliGabriela Teleaga, Monica CarpaneseMarco CameraDelia GermiFedele TulloNoemi Cognini e, nei panni del protagonista da bambino, Niccolò Calvagna.

Ponnto Production è produzione associata di Karate man, che, patrocinato dalla FIJLKAM (Federazione Italiana Judo Lotta Karate Arti Marziali), WKF (World Karate Federation) e da Sport e Salute, è distribuito da Ipnotica Film

 

THE BANSHEES OF INISHERIN – GLI SPIRITI DELL’ISOLA

Martedì 20 Settembre 2022 12:11 Pubblicato in Recensioni

Torna dopo “Tre manifesti a Ebbing, Missouri” (2017) Martin McDonagh in concorso al Lido. E porta con sé i suoi due attori feticcio: Colin Farrell e Brendan Gleeson, visti nel suo meraviglioso “In Bruges”. E come sempre confeziona un’opera solida, preziosa e vicina alla perfezione. Come il migliore degli orologi non perde tempo in fronzoli ed ogni rintocco delle quasi 2 ore di film è un piacere per lo spettatore; che vive empaticamente le sorti dei protagonisti, in un saliscendi tra dramma ed ironia. Premiato qui a Venezia con la Coppa Volpi al Miglior attore a Colin Farrell e con la miglior sceneggiatura proprio a Martin McDonagh. Non ci sarebbe stato premio più azzeccato. Prodotto dalla Searchlight Pictures, casa Disney, l’uscita italiana è prevista il 2 Febbraio 2023.

 

Irlanda anni 20, isola al largo della costa occidentale. Padraic (Farrell) e Colm (Gleeson) sono migliori amici. Un giorno Colm decide improvvisamente di rompere l’amicizia. Questo avrà conseguenze disastrose non solo nella vita di Padraic, ma anche per l’intera piccola comunità. L’isolano non si rassegna all’idea della perdita senza senso di Colm e cerca in ogni modo di scuoterlo e farlo ragionare. Padraic cerca aiuto nella sorella Siobhan (Kerry Condon) e nel figlio del capo della polizia Dominic (Barry Keoghan). Quest’ultimo personaggio decisamente svampito; vive in un mondo tutto suo. Colm è ferreo sulle proprie convinzioni e non ha intenzione di fare un passo indietro, anzi, rincara la dose. Se Padraic continua ad importunarlo è deciso a prendere drastiche decisioni al limite della follia. Tutto questo disagio si istaura nell’intera comunità, che non è abituata ad un clima belligerante.

 

McDonagh si conferma un ottimo regista, ma soprattutto un eccellente sceneggiatore. Lo script è favoloso. Disegna con precisione millimetrica i protagonisti. Tutti, compresi I baristi del pub del paese. Tra spiriti che prevedono gli accadimenti ed animali nel focus dell’azione, esplode una strana guerra imprevista, non voluta. Siamo di fronte ad un possente racconto allegorico e morale sulla sconsideratezza delle guerre. Battaglie di massa senza senso, quelle che incorniciano il paese irlandese nel pieno delle proprie incoerenze. Ma qui soprattutto personali, dettate da sfizi e da intime pochezze. Colpi di orgoglio umano ingiustificati e pericolosi, non solo per gli interessati, ma anche per i posteri.

La messa in scena lascia veramente stupefatti. Un argomento come la guerra scritto con garbo e finezza. Si incastra tutto alla perfezione. L’argomento in superficie dell’amicizia negata è solo uno specchio per allodole, che nel profondo sottotesto esplode come l’inizio di una guerra sanguinosa, rancorosa e distruttiva. Insita, ahinoi, nell’animo umano. E poi, diciamolo a voce alta, nel film non si vede un fucile.

McDonagh può veramente essere considerato uno dei migliori esponenti drammaturgici dei nostri tempi. La

regia è compatta, in grado di non perdere mai il focus del film. A tratti Teatrale e spettrale.

 

Ruba l’occhio la fotografia di Ben Davis, collaboratore stretto di Martin McDonagh. Paesaggi incontaminati immortalati in splendidi campi lunghi e medi. Verdi prati e svettanti scogliere, che danno respiro al film. Il tutto in netta opposizione con lo stato cupo e depresso dei protagonisti. La natura può solo assistere inerme alla nostra distruzione.

 

The Banshees of Inisherin è una partita a scacchi giocata da due personaggi, metaforicamente con il mondo intero in mano, che decidono il destino di tutti. Non vi sembra clamorosamente attuale? Un lungometraggio da non perdere. Colpo di fulmine.

 

David Siena