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Home » Recensioni » Jurassic World
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Con questo capitolo si conclude la seconda trilogia di un franchise iniziato nel lontano 1993 con l’acclamato capostipite di Steven Spielberg, e tratto dalla penna del compianto Michael Crichton.

Una saga che ha attraversato tre decadi e che per il momento tuttavia non ha ulteriori piani futuri per il grande schermo.

Già il cast suggeriva un’idea di chiusura del cerchio, col ritorno dei protagonisti originali Alan Grant (Sam Neill), Ellie Sattler (Laura Dern), e Ian Malcolm (Jeff Goldblum) al fianco dei “nuovi” Owen Grady (Chris Pratt) e Claire Deering (Bryce Dallas Howard).

Con così tanti comprimari si rende necessario creare più linee narrative, che si muovono all’interno di un quadro di crisi alimentare, tema più che mai attuale, innescata da un’invasione di locuste fameliche e dalla solita multinazionale senza scrupoli.

I dinosauri, altrettanto importanti nella storia del brand, dopo la libertà strappata nel secondo capitolo, hanno invece trovato una parvenza di convivenza con l’uomo in opportune riserve naturali o all’interno dei normali ecosistemi animali.

Se già dalla sinossi si fa fatica ad inserire tutti gli elementi all’interno di un quadro coeso, il film non fa molto per mitigare questa sensazione, lasciando un intreccio piuttosto debole quando si tratta di far convergere tutte le direzioni.

Colin Trevorrow, il regista di questo secondo ciclo preistorico, si affida ad altro per tenere in piedi l’interesse dello spettatore, creando sequenze, anche se slegate, con un alto tasso di spettacolarità ed adrenalina, forse però troppo simili ad altri franchise più consoni quali 007 o Mission Impossible.

In altre circostanze, soprattutto dove è coinvolto il cast originale, si cercano invece atmosfere più affini all’indimenticato primo film, in un’operazione nostalgia già utilizzata per l’inizio di questa nuova trilogia, e che funziona ancora solo in virtù dell’estrema qualità del materiale di partenza.

Anche la colonna sonora si rifà al mitico tema di John Williams, in questo caso riarrangiato dal sempre bravo Michael Giacchino.

Le prove del cast sono in linea con quelle dei precedenti capitoli, senza infamia nè particolare lode, e cercano di mascherare la fragilità della scrittura e delle altre componenti del film, che ha tuttavia il merito di passare velocemente lungo le oltre 2h e 20’ che ne compongono la durata.

In tutto ciò, loro, i dinosauri, vera attrattiva e perno attorno cui ha sempre ruotato l’aspettativa della visione, sembrano quasi relegati al ruolo di comprimari sullo sfondo, dei riempitivi tra gli spazi larghi del tessuto narrativo, ed è un peccato che creature ormai diventate iconiche non siano state sfruttate meglio.

Tirando le fila del discorso, il problema principale di quest’opera, ed in generale di questa nuova trilogia, è il fatto che il regista non sia riuscito a dare un’idea chiara di cosa fare con tutto il materiale a sua disposizione, e ha pensato bene di salvarsi provando a seguire le orme tracciate dall’illustre predecessore. Se però questa è la direzione, ben venga una pausa e una riflessione più profonda sul futuro di questa saga; qualora si volesse riportare in vita queste affascinanti creature un’altra volta, che sia per un autore che voglia contribuire significativamente alla loro mitologia, anzichè uno che si accontenta del compitino.

 

Omar Mourad Agha

 

  • Regia: Colin Trevorrow
  • Paese: USA, 2022
  • Genere: Avventura
  • Durata: 147'
  • Cast: Chris Pratt, Bryce Dallas Howard, Laura Dern, Sam Neill, Jeff Goldblum
  • Valutazione: 3

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