Houria - la voce della libertà è un film fortemente incentrato sulla figura della giovane protagonista ben caratterizzata da una sceneggiatura attenta e ben interpretata dall’attrice Lyna Khoudri molto espressiva e intensa. Houria è anche un film corale perché la lotta per continuare a danzare di questa ragazza temeraria è anche la lotta di tutte le donne per l’emancipazione e la libertà personali. L’ Algeria dove è ambientato il racconto considera ancora il genere femminile una propaggine dell’uomo e non consente loro un’autonomia completa.
Il fil rouge che percorre tutta la pellicola è la danza. Questa disciplina introduce la figura di questa ballerina con un assolo sulla terrazza baciata da un tramonto infuocato fino alla scena finale che ci regala una moderna coreografia di gruppo per la commemorazione dell’amica del cuore che ha trovato la morte nella speranza di raggiungere l’Europa e vivere all’occidentale da donna libera di scegliere il proprio destino.
Le condizioni socio-politiche del Paese nel quale la storia è ambientata non fanno solo da sfondo alle vicende personali narrate ma sono un tema centrale. Un regime oppressivo e maschilista che copre i criminali anziché perseguirli. Proprio un’aggressione subita da Houria sarà lo spartiacque tra una vita precedente fatta di grandi sogni e una nuova vita che sarà all’insegna di una costruzione diversa relativamente al suo desiderio di danzare. I problemi fisici conseguenti alla brutale aggressione le impediranno di proseguire la carriera da danzatrice professionista e le toglieranno anche l’uso della parola. Da questo punto in poi sarà la danza a parlare per lei e per tutte le altre donne vittime di violenze e al suo posto griderà il dissenso e sancirà il riscatto. Un gesto violento e meschino non sarà in grado di piegare questo giovane virgulto di donna ma le infonderà un nuovo coraggio. La sua amica alla vigilia della partenza le dice proprio “non è la fine del viaggio ma è l’inizio di una nuova vita”.
La regia, attraverso uso sapiente della fotografia e una colonna sonora che richiama motivetti di musica leggera italiana, crea uno spaccato tra la positività delle scene di danza e la cupezza delle scene ambientate di notte, in vicoli scuri, in luoghi di degrado e in situazioni di illegalità dove si cerca un modo per andare avanti da sole senza l’aiuto di alcuno. Houria scommette somme di denaro in combattimenti clandestini fra arieti che, per ironia hanno il nome di potenti della terra, per poter acquistare un auto nuova alla madre.
Un film duro ma mai negativo tout court perché permeato di coraggio e forza di volontà. Nessuno e niente potrà spegnere il sorriso sul volto di chi ha deciso di non arrendersi mai. Un film che non brilla per originalità ma che è ben diretto e molto ben interpretato e infonde speranza allo spettatore che non può non rimanere affascinato dalla grazia e dalla bellezza di chi risponde con il sorriso alle ingiustizie e cerca con il suo operato di essere per gli altri quel raggio di sole che illumina anche il destino più buio.
Virna Castiglioni