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22 Mar

Il bambino di cristallo

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La malattia di un figlio è una sventura che rischia di disintegrare la coppia oppure può essere la prova del nove che verifica la solidità del legame.  Il primogenito Austin, figlio della coppia protagonista Scott e Theresa, è stato un "incidente", una sorpresa che ha scombussolato i piani di entrambi e li ha fatti crescere in fretta. Una malattia genetica rara trasmessa dalla madre rende le ossa di questo bambino, di cristallo, e lo spezza in più punti per ben 14 volte fino ai 13 anni. Questa è l'età di quando ha inizio il racconto e, attraverso un lungo flash-back, conosciamo la storia d'amore dei genitori, un paio di pantaloni di colore verde che ha fatto da involontario Cupido e tutte le traversie legate all'osteogenesi imperfetta di cui soffre sia la madre (anche se in forma meno grave) che il primogenito protagonista della storia. Siccome le disgrazie non vengono mai sole questo bambino è anche autistico. Dopo pochi anni la coppia diventerà nuovamente genitore. Questa volta il secondogenito Logan è perfettamente sano. In questo racconto si assiste ad un eccessivo uso di tutela, massima è la cautela riservata ad una storia che trae spunto dalla vita reale ed è già stata raccontata in un libro. 

La regia tende ad edulcorare il tutto rendendo ogni cosa ammantata di troppa tenerezza. Anche quando la coppia litiga e si separa sembra che lo scontro e la conseguente separazione avvenga fin troppo educatamente senza troppi strascichi o recriminazioni. In un modo troppo civile che sembra artefatto. Il lieto fine comunque è sempre dietro l'angolo. Non c'è mai nessuno effetto sorpresa. I dialoghi sono così stucchevoli che sembrano essere ripresi da milioni di altri film romantici. Non c'è mai un cambio di registro. Tutto si mantiene molto ben calibrato in un'ottica di film esclusivamente per famiglie. Se l'intento era cercare la comprensione questa è solo superficiale perché si tende a pensare che nella realtà non possa essere stato tutto così accettato, accettabile come se la disgrazia fin da subito sia stata accolta come meravigliosa opportunità di miglioramento personale e familiare. Qualora invece la direzione cercata fosse la commozione il risultato è, se possibile, ancora più lontano. Non vi è trasporto intenso e si assiste ad una esegesi dei fatti che lascia un pò perplessi non suscitando nemmeno particolare vicinanza emotiva. 

 

Virna Castiglioni

 

  • Regia: John Gunn
  • Paese: USA, 2024
  • Genere: Drammatico
  • Durata: 109'
  • Cast: Zachary Levi, Patricia Heaton, Jacob Laval, Meghann Fahy, Drew Powell

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