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22 Set

Magic Mike

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L'ultimo lavoro di Soderbergh è una scelta adulta e stanca che ci trasporta in un mondo da clichè preconfezionato: quello dei club di streaptease maschile, dove uomini formato Big Jim si apprestano a fomentare orde di donne più o meno giovani.
Per un pubblico pronto ad un certo tipo di esposizioni mediatiche, non esiste più alcun tabù ad approcciarsi a tale universo, pur considerando la prospettiva ribaltata: non sono più donne che si spogliano per uomini ma uomini che si esibiscono per il puro piacere di donne paganti e compiacenti. La mercificazione del corpo è ormai sdoganata e all'ordine del giorno per far scalpore, pur continuando a garantire quel tocco di torbido che non guasta per un'ambientazione cinematografica. Lo sfondo di una forte crisi economica, sottolineata da qualche battuta ad hoc, con un gancio dato dai soldi facili, è il contorno adatto per ricollocare sociologicamente la vicenda. Il trentenne Mike (Channing Tatum), intraprendente tuttofare alla ricerca di realizzare il proprio Sogno Americano, si muove in questo contesto molto agilmente e a ritmo di danza. Un personaggio con basi solide, che ha dei progetti concreti, non un perdigiorno (e in questo c'è della retorica) che avanza lungo l'asse della propria crescita personale, con le idee chiare su quello che vuole fare e diventare. L'idea di ambientare un film nel mondo degli spogliarellisti covava già da diversi anni nella mente di Tatum, che a 18 anni per alcuni mesi si era trovato a svolgere proprio quell'attività, ma l'incontro con Soderbergh è stato decisivo per poter realizzare un progetto dalle mille potenzialità, come sostiene lo stesso regista. La pellicola ruota attorno alla figura di Mike, ragazzo dalle mille risorse, di giorno muratore, di notte (s)veste i panni del ricercatissimo Magic Mike.   Mike incontrerà Adam (Alex Pettyfer), parecchio più giovane di lui, che prende sotto la sua ala protettiva iniziandolo allo scintillio dei club, i due diventano inscindibili, compiendo il medesimo percorso che Mike aveva già attraversato anni prima, fino a quando Alex non decide di volgersi a tutt'altra via. Il discorso sull'evoluzione individuale si avverte fortemente, filo conduttore di tutto il lavoro, ripiegando in un lieve intento moralizzatore quando si parlerà proprio di scelte di vita. Il tutto risulta godibile, spiccano le ottime performance legate al ballo di Tatum che già in passato (Step Up) aveva dimostrato doti di ballerino. Tuttavia un senso di poco spessore aleggia costantemente nell'aria. Sarà per dei personaggi troppo stereotipati come la figura di Dallas, il capo del Night (interpretata da un Mattew McConaughey con deliri di onnipotenza troppo eccessivi e a tratti imbarazzanti), o per la scarsissima espressività emotiva del protagonista stesso che il film scade in una commedia dove luci, lustrini e qualche lacrimuccia sul senso della vita e sul gioco di maschere che ognuno di noi attua, non bastano a giustificare il tutto. Poca originalità la si ritrova persino in un finale che per lo meno riesce a coinvolgere, strappandoci un tenero sorriso.

Chiara Nucera
 

 

  • Regia: Steven Soderbergh
  • Paese: USA 2012
  • Genere: commedia
  • Durata: 110'
  • Cast: Channing Tatum, Alex Pettyfer, Mattew McConaughey, Cody Horn, Joe Manganiello
  • Valutazione: 3
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1 Commento

  • Magic of Making Up

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    Magic of Making Up Giovedì 22 Maggio 2014 12:32 Link del commento

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