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Pesaro Film Festival - un 50esimo compleanno da ricordare

Domenica 22 Giugno 2014 20:50 Pubblicato in News
Diretta da Giovanni Spagnoletti e giunta ormai alla 50esima edizione, la Mostra Internazionale del Nuovo Cinema, a Pesaro dal 23 al 29 giugno, ha articolato il suo programma in tre sezioni principali: “Il mouse e la matita”, “Panorama Usa: il cinema sperimental-narrativo nel nuovo millennio” e numerosi eventi collaterali celebrativi delle cinquanta edizioni del Festival. 
 
“Il mouse e la matita” non vuole restare confinata all’ambito locale ma si prefigge di far luce su tutta la gamma dell’animazione italiana, nota e meno nota, che ha dimostrato una visione innovativa e una capacità di produrre nuovo cinema. Il tutto con più di cento lavori in totale, tra lunghi, corti, video musicali e titoli di testa da film, da lungometraggi d’animazione come Pinocchio di Enzo D’Alò, L’arte della felicità di Alessandro Rak, Robin Hood di Mario Addis e Johan Padan a la descoverta de le Americhe di Giulio Cingoli sino a vari focus sul mondo poetico di Basmati, Leonardo Carrano, Julia Gromskaya, Magda Guidi, Igor Imhoff, Simone Massi, Cristina Diana Seresini, Gianluigi Toccafondo e Virgilio Villoresi. Attenzione sarà data anche al CSC di Torino che oltre ad una selezione dei lavori lì prodotti da nuovi talenti porta a Pesaro in collaborazione con la Cineteca Italiana di Milano e l’istituto Luce un’interessante e inedita retrospettiva “Cartoon e moschetto – le animazioni di regime di Liberio Pensuti”. Numerose le anteprime assolute di nuovi lavori al Festival, tra le quali si segnalano Zero di Igor Imhoff, Festina lente di Alberto D’Amico, Pene e crudité di Mario Addis, Commonevo e Flussi di Basmati, L’esploratore di Fabio M. Iaquone, Jazz for a massacre di Leonardo Carrano, un nuovo episodio di Gino il Pollo di Andrea Zingoni e Latitude di Claudia Muratori. 
 
Gli USA sono stati, dagli anni ’60, una delle più importanti fucine del cinema indipendente e sperimentale. Curato dalla Mostra insieme al critico Jon Gartenberg, “Panorama Usa: il cinema sperimental-narrativo nel nuovo millennio” si prefigge di documentare uno dei lati meno conosciuti della principale cinematografia mondiale nell’era del post 11 settembre.  Le opere proposte sono molto eterogenee: si va dal found footage alla sperimentazione nella fiction, spesso in forme ibride che si collocano nei territori di confine tra finzione e documentario, senza dimenticare il campo del disegno animato. Paradigmatico da questo punto di vista è, oltre all’animazione gotica di Consuming Spirits, realizzata dopo quindici anni di lavoro da Chris Sullivan, il lavoro del filmmaker italoamericano John Canemaker, premio Oscar nel 2006 con il corto di animazione The Moon And The Son, toccante ritratto autobiografico sulla problematica relazione tra il regista e il padre di origine italiana, con le voci di John Turturro ed Eli Wallach. Il regista, insieme a un nutrito gruppo di altri filmmaker americani, sarà al festival per presentare il film e tenere una master class sull’animazione. Una rigorosa selezione di oltre trenta opere, lunghe e corte come “Delta Blues” in The Great Flood di Bill Morrison, Through A Lens Darkly di Thomas Allen Harris o The Suburban Trilogy di Abigail Child. 
 
Il Concorso-Premio Lino Micciché propone tra i titoli selezionati l’indiano Liar’s Dice di Geethu Mohandas, il cileno Raiz di Matías Rojas Valencia, il colombiano Tierra en la lengua di Rubén Mendoza, il franco-americano Swim Little Fish Swim di Lola Bessis e Ruben Amar (che apre le proiezioni in Piazza), l’estone Free Range di Veiko  Õunpuu, il curdo The Fall from Heaven di Ferit Karahan e I resti di Bisanzio di Carlo Michele Schirinzi. 
 
Tra gli eventi speciali in Piazza, il film collettivo I ponti di Sarajevo che sarà proiettato nella notte tra il 27 e il 28 giugno in concomitanza con la presentazione a Sarajevo e a distanza di cento anni esatti dall’attentato nella città bosniaca che ha dato inizio alla Prima guerra mondiale. 
 
L’Italia sarà rappresentata dagli episodi di due registi napoletani: Leonardo Di Costanzo e Vincenzo Marra.  Curato da Adriano Aprà, Bruno Torri e Vito Zagarrio, il 28° Evento Speciale è incentrato sulla riflessione e sulla celebrazione delle 50 edizioni della Mostra. Tre le principali linee programmatiche dell’Evento: una retrospettiva, una tavola rotonda, e un omaggio a Lino Micciché che, insieme a Bruno Torri, ha fondato il Festival nel 1965, diventandone poi il direttore per 24 anni. Sarà inoltre proposto il recente documentario di Francesco Micciché (curatore dell’omaggio): Lino Micciché, mio padre. 
 
All’interno delle manifestazioni dell’estate romana è previsto inoltre Pesaro a Roma (luglio 2014), una selezione esaustiva delle opere più importanti presentate nelle varie sezioni della Mostra di quest’anno.
 
Maggiori informazioni si potranno trovare consultando www.pesarofilmfest.it

Fuoco Amico - La storia di Davide Cervia

Mercoledì 18 Giugno 2014 12:06 Pubblicato in Recensioni
12 settembre 1990. Davide Cervia, tecnico specializzato della Enertecnel, dopo aver smontato dal lavoro non fa ritorno nella sua casa a Velletri. I famigliari allarmati ne denunciano la scomparsa presso le autorità, che subito si orientano verso l'allontanamento volontario, mentre alcuni testimoni avvaloreranno la tesi del rapimento. Inizia così uno dei casi di sparizione più ammantati di mistero avvenuti negli ultimi cinque lustri nel nostro paese.
Ma chi è (veramente) Davide Cervia?
Con un passato nella Marina Militare, dove aveva svolto corsi di alta specializzazione, ottenendo diplomi rilasciati addirittura dalla NATO, lo scomparso è uno dei pochi in Italia e al mondo a conoscere l'esatto funzionamento di armi elettroniche che la nostra nazione vende ad altri paesi, soprattutto mediorientali. Davide Cervia è un esperto di guerra elettronica e perciò ha "dovuto" accompagnare, suo malgrado, le strumentazioni che solo lui, come pochi altri, era in grado di manovrare. Vittima, appunto, di “fuoco amico”.
Questa è la tesi - fin qui la più verosimile! - dello sconcertante documentario di Francesco Del Grosso, già autore di Negli Occhi e 11 metri, col quale chiude una sua ideale trilogia del "padre mancato". Ed è la stessa dei famigliari, del Movimento per la verità sul caso e della commissione parlamentare d'inchiesta che ha cercato di far luce sulla realtà dei fatti. Il film è anche il racconto dei 24 anni dell'odissea di una famiglia ingiustamente privata del proprio fulcro e di una moglie e due figli che non hanno smesso mai e mai smetteranno di lottare. Il racconto di una famiglia alla quale sono state negate anche e soprattutto verità e giustizia.
Attraverso le parole imprescindibili della moglie Marisa, Fuoco amico ricostruisce il “solito” microcosmo all'italiana, all'interno di un più ampio macrocosmo di quarant'anni di depistaggi, insabbiamenti, false piste, inganni, che il nostro paese ben conosce. Se Marco Tullio Giordana nell'opera di finzione Romanzo di una strage tracciava un sottile filo rosso che da Piazza Fontana attraversava almeno altri due lustri di storia patria, Del Grosso col suo documentario ci illustra come il “caso Cervia”, nel suo “piccolo”, sia l'ennesimo esempio di un modus operandi che ha caratterizzato le ombre più o meno inquietanti dei governi dell'era repubblicana. Più che britannico understatement delle autorità al principio, falsi testimoni di dubbia attendibilità chiamati a confondere le acque mentre altri più credibili venivano gentilmente adagiati nel dimenticatoio, cialtroni che offrono una soluzione che si rivela presto una tragica presa in giro, intorno intanto il tempo passa e i più ingoiano e dimenticano. Modello applicabile a qualunque evento poco chiaro accaduto nel nostro paese, grosso modo – vedi sopra - da Piazza Fontana in poi.
Del Grosso in un tale ginepraio è stato molto abile anche stavolta a raggiungere, grazie alla propria sensibilità, la massima collaborazione da parte della famiglia – fu contattato personalmente dalla stessa figlia di Davide, Erika, per raccontare la vicenda – e di selezionare attentamente, grazie anche alla montatrice Francesca Sofia Allegra, elementi e tracce validi all'interno della mole di materiale raccolto, spesso impresentabile per le incredibili ed assurde pieghe prese negli anni dagli eventi.
L'opera, crogiolo di verità ed emozioni, getta così insperata luce su un'altra pagina di storia italica che, peraltro ancora priva della parola “fine”, avremmo preferito non fosse stata mai scritta.
Il film, presentato nel 2014 in concorso al Bif&St e a Contest – Il documentario in sala e fuori concorso al Biografilm Festival, è attualmente in attesa di una distribuzione.
 
 
Paolo Dallimonti
 

Rompicapo a New York

Martedì 17 Giugno 2014 23:37 Pubblicato in Recensioni
L'ormai quarantenne Xavier Rousseau (Romain Duris) si è trasferito da Parigi a New York al seguito dell'ex moglie Wendy (Kelly Reilly) più che altro per seguire i due figli Tom e Mia. La sua vita, se possibile, è ulteriormente complicata dall'amica lesbica Isabelle (Cécile De France), che gli ha chiesto insieme alla compagna Ju (Sandrine Holt) di aiutarle ad avere un figlio. Nel frattempo per ottenere la carta verde Xavier decide di sposarsi in un matrimonio di comodo con la cinese Nancy (Li Jun Li), prodigandosi in mille modi presso l'ufficio immigrazione per convincerli che le sue nozze siano vere. Come se non bastasse, dalla Francia giunge anche Martine (Audrey Tautou), la sua ex fidanzata. Riuscirà il giovane scrittore a portare a termine il suo romanzo ed a far chiarezza nella sua come nelle altrui vite?...
A dodici anni dalla Barcellona de "L'appartamento spagnolo", passando per la San Pietroburgo di "Bambole russe", Xavier Rousseau e il suo alter-ego Romain Duris tornano sugli schermi alle dipendenze del regista Cédric Klapisch, insieme ad altre due “bambole” della compagnia, Cecile De France ed Audrey Tautou. Tralasciando il secondo capitolo, la pellicola del cineasta francese vuole essere una espansione e rielaborazione del film di quasi due lustri prima: come lì Xavier era straniero in terra di Spagna, con i cortocircuiti di un'esperienza quale l'Erasmus, stavolta lo è in quel delle lontane americhe, nientepopodimeno che a New York, con uno stuolo di complicazioni: un'ex-moglie, due figli legittimi insieme ad uno un po' meno ed altre tre donne, delle quali una sua novella sposa per necessità. La ricerca del proprio destino, mentre tenta di buttare giù il nuovo romanzo, viene raccontata da Klapisch col suo stile eclettico e variopinto, messo insieme come i pezzi di un rompicapo, cinese. Se la sua donna ideale sarebbe un mix di Wendy (l'ex-moglie), Isabelle (l'amica lesbica) e Martine (l'ex-fidanzata), come una di loro ha modo di affermare, così il film è un ritratto composito, tra numerosi flashback, e pieno di frizzanti suggestioni. E funzionerebbe pure, se fosse solo il primo film dell'autore francese o se il pubblico lo spettatore con questo. Klapisch invece tende a ripetere il suo modo di fare cinema, senza la benché minima innovazione, volendo così contrabbandare l'immaturità del protagonista, ma rischiando di tradire artisticamente la sua. Quello che vorrebbe letteralmente essere un gioco - il titolo originale, Casse-tête Chinois, si riferisce appunto ad un rompicapo cinese - sotto il peso di quasi due ore di durata finisce però per non reggere, peccando in vacuità e sfiorando l'esercizio di stile, carino ma inutile.
A Klapisch, che tra i primi due episodi nel 2004 ci aveva sorpreso col noir "Autoreverse", l'augurio di ritrovarlo con un prossimo film con idee più brillanti, meno maniera e maggiore coraggio.
 
Paolo Dallimonti
 

#FATTIFORTEFANFULLA

Martedì 17 Giugno 2014 19:58 Pubblicato in News
 
FuoriTraccia si unisce alla campagna di sensibilizzazione nei confronti della chiusura del Forte Fanfulla, storica realtà romana che ci ha ospitato e sostenuto. 
 
Diffondiamo il loro accorato comunicato sperando che voi, che ci seguite, possiate fare altrettanto.
 
Campagna di comunicazione in sostegno del circolo Arci Forte Fanfulla
dal 23 al 30 giugno 2014
 
Il circolo Arci Forte Fanfulla di Roma comunica che sospenderà la propria attività.
Questa decisione deriva da una crescente difficoltà economica causata dall'impossibilità a sostenere gli onerosi costi d'affitto. La storica associazione culturale, nata e radicatasi nel quartiere del Pigneto, è attiva dal 2007 e conta un corpo sociale di quasi 20.000 tesserati. Nel corso di questi anni abbiamo lavorato sul territorio attraverso lo sviluppo di attività aggregative realizzando più di 1000 iniziative annuali (concerti, presentazioni, mostre, proiezioni, spettacoli teatrali, corsi di lingua e servizi di assistenza sociale e fiscale). Abbiamo cercato di mettere in atto una politica fruibile e popolare che, con il tempo, ha contribuito a una riqualificazione del quartiere dal punto di vista sociale e culturale. Questo risultato è stato raggiunto grazie alla partecipazione e all'impegno di tutti i soci che hanno messo a disposizione le loro competenze professionali e artistiche e a tutti gli amici e i collettivi della scena indipendente, italiana e internazionale, che hanno contribuito a rendere quella del Fanfulla un'esperienza straordinaria. Rivendichiamo con orgoglio di aver portato avanti in questi anni un progetto culturale fondato sull'idea di impresa sociale, da noi considerato uno degli strumenti utili per l'auspicato rilancio delle politiche culturali nel nostro paese. Il Fanfulla è una casa comune della sinistra, uno spazio che con fierezza ha ospitato e supportato diversi rappresentanti delle realtà antagoniste romane ma anche del mondo politico e istituzionale, pur nella totale assenza di un riconoscimento e di un sostegno concreto da parte delle istituzioni. La nostra non è una resa ma una resistenza. Perciò invitiamo tutti a sostenere la campagna ‪#‎FATTIFORTEFANFULLA‬, che si svolgerà dal 23 al 30 giugno, una settimana ricca di iniziative all'insegna della musica, del teatro e della creatività.
Chiediamo a tutti di aiutarci a diffondere il più possibile questa comunicazione per organizzare insieme e condividere la nostra esperienza.
Il programma dettagliato delle iniziative verrà diffuso nei prossimi giorni.
Ringraziamo tutti dell'attenzione.
 
Forte Fanfulla
Via Fanfulla da Lodi 5
00176
Roma