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Premio Franco Solinas, Il Concorso

Lunedì 07 Luglio 2014 15:21 Pubblicato in Concorsi
Scadenza Bando: 18 luglio 2014
 
C’è tempo fino al 18 luglio per partecipare al Premio Franco Solinas, Il Concorso. 
Il Concorso si articola in più fasi, caratterizzate dall’invio di un soggetto e poi, a 
condizione di essere stati selezionati fra i progetti finalisti, di una sceneggiatura. 
 
Informazioni e bando consultando www.premiosolinas.it
 

Scrambler You Are

Lunedì 07 Luglio 2014 15:04 Pubblicato in Concorsi
Scadenza Bando: 6 ottobre 2014
 
Grazie al Future Film Festival e a Ducati, nasce il concorso dedicato ai videomaker di tutto il mondo per lanciare “l’universo Scrambler”
“Scrambler You Are” è il video contest internazionale organizzato da Associazione Amici del Future Film Festival per Ducati, per comunicare e veicolare il mondo Scrambler: un universo fatto di divertimento, creatività e libera espressione. Ha preso il via il concorso internazionale per l’ideazione e la realizzazione di cortometraggi riservato a videomaker che abbiano compiuto il 18° anno di età. Dal 30 giugno al 6 ottobre sarà infatti possibile scaricare il bando di partecipazione, e dal 20 luglio sarà possibile caricare i filmati della durata minima di 60 secondi e massima di 120 secondi sul sito www.scramblerducati.com/scrambleryouare. 
 
Il concorso nasce con l’obiettivo di promuovere la produzione di opere audiovisive realizzate con le nuove tecnologie digitali da parte di autori da tutto il mondo, premiandone la creatività, l’estro e l’inventiva. Il mondo della comunicazione oggi si nutre di video, dai social al web, dai dispositivi mobile fino ai canali digitali: per sottolineare come il nuovo Scrambler sia una moto creativa e dallo spirito libero, che appartiene a tutti, il video è quindi lo strumento migliore per disseminare i vari canali con il nuovo prodotto della casa di Borgo Panigale.
Il tema del concorso “Scrambler You Are” - dall’inglese “to scramble” mescolare, mischiare - nasce per permettere a chiunque di esprimere il proprio stile e il proprio modo di essere raccontando il mondo, le emozioni e le diverse esperienze che li rappresentano.
I filmati verranno valutati da due giurie: una giuria online (il popolo del web) che potrà votare i filmati online sul sito www.scramblerducati.com/scrambleryouare a partire dal 20 luglio 2014 fino al 20 ottobre 2014 e una Giuria Ufficiale composta da personalità del settore cinematografico e della comunicazione.

Umbria Film Festival 18esima edizione

Lunedì 07 Luglio 2014 14:52 Pubblicato in News
Si tiene a Montone (Perugia) dal 10 al 13 luglio 2014 – a ingresso gratuito fino a esaurimento posti - la diciottesima edizione dell’ Umbria Film Festival, con la direzione artistica di Vanessa Strizzi, la direzione organizzativa di Marisa Berna e la presidenza onoraria di Terry Gilliam.
 
 
Giovedì 10 luglio dalle ore 21:30, si inizierà con le proiezioni dei cortometraggi internazionali con The sunshine egg, Kylan; Dogonauts: Enemy Line e The Smortlybacks. Alle ore 22:00, la prima delle tre anteprime italiane del festival, il lungometraggio argentino Ciencias Naturales, opera prima di Matías Lucchesi  presentato all’ultimo Festival di Berlino e vincitore del Premio Berlinale Generation. 
La giornata di venerdì 11 luglio si apre alle 15:30 con la Tavola Rotonda nell’ambito della sezione Migranti del festival su Politiche migratorie e investimento nel capitale umano: la migliore strategia di politica industriale per un Paese avanzato, mentre la sera alle 21:30 seconda proiezione di cortometraggi internazionali, da Batz a Chickens, passando per Eleven; Snejinka e Kakis Maisa. Alle ore 22:00 la seconda anteprima italiana con il lungometraggio australiano Mystery road, di Ivan Sen.
Sono gli Umbriametraggi, cortometraggi realizzati da registi umbri ad aprire, alle ore 17:00 la giornata di sabato 12 luglio,  che continua la sera alle 21:30 con i cortometraggi internazionali: da Vasa a Rabbit and Deer, passando per Forward March! e Donald. Alle ore 22:00 la terza e ultima anteprima italiana del festival, con la commedia Only in New York – Peace after marriage, del regista, sceneggiatore e attore Ghazi Albuliwi - che sarà presente al festival.
L’ultima giornata del festival, domenica 13 luglio, si apre alle ore 18:00 con il concerto in piazza della Filarmonica Braccio Fortebraccio e continua alle ore 21:30 con le premiazioni dei Cortometraggi Internazionali e degli Umbriametraggi. La serata si conclude con la proiezione del lungometraggio francese Suzanne, di Katell Quillévéré, già presentato alla Semaine della Critique del Festival di Cannes e interpretato da Sara Forestier e Adele Haenel (Premio César come Miglior attrice non protagonista). 
Domenica 6 luglio alle ore 17:30 presso il Teatro San Fedele di Montone si terrà una giornata di studio sulla "Resistenza ieri e oggi”, organizzata in collaborazione con l'ANPI in occasione dell'anniversario della Liberazione di Montone, che cade quest'anno, un anno in anticipo rispetto alla data nazionale. Parteciperanno rappresentanti dell'ANPI Montone e ci saranno testimonianze di altri protagonisti delle Resistenze nel mondo: un confronto storico, generazionale e culturale fra la memoria e l'attualità. Alla tavola rotonda sarà legata anche una mostra video/fotografica presso l'Auditorium San Fedele, fino al 20 settembre, con materiale dell'ANPI locale e documentazioni video riguardo, appunto, le altre Resistenze che avvengono oggi nel mondo.
In questi anni l’Umbria Film Festival ha offerto gratuitamente al pubblico oltre 100 anteprime, 500 corti di animazione e non per bambini, oltre 50 eventi collaterali legati al cinema (seminari, corsi, tavole rotonde, masterclass, mostre, concerti), quasi 100 opere di giovani film makers e la presenza di oltre  50protagonisti del cinema mondiale, da Terry Gilliam (che ne ha firmato anche il manifesto) a Stephen Frears, da Bille August e Ralph Fiennes, passando per Ken Loach, Paul Laverty, Peter Lord, Lone Scherfig, il produttore de “La Grande Bellezza”, Nicola Giuliano, che ha ricevuto nel 2009 le Chiavi della Città di Montone, Michael Winterbottom, Vittorio Storato, Peter Mullan, Edgar Reitz, Giuseppe Tornatore, Hanif Kureishi, Colin Firth, John Hurt e tanti altri.
 
Tutte le informazioni consultando www.umbriafilmfestival.com    
 

Synecdoche, New York

Venerdì 04 Luglio 2014 16:51 Pubblicato in Recensioni
Il regista teatrale Caden Cotard (Philip Seymour Hoffman) sta montando una nuova pièce ma non riesce ad essere soddisfatto del suo lavoro, ha un matrimonio ormai agli sgoccioli, assurde malattie che inaspettatamente lo colpiscono e una costante paura di morire. Il tutto lo fa piombare in uno stato di depressione psicotica nella quale ravviserà una via d'uscita solo lavorando ad un ambiziosissimo spettacolo. Grazie ad un prestigioso premio in denaro, Caden si convince a mettere in scena un'opera monumentale che sarà l'emblema della sua vita. 
Riunisce così un gruppo di attori in un magazzino di New York e li dirige in una celebrazione della banalità dell'esistenza, chiedendo a ciascuno di vivere una vita artificiale in una serie di luoghi ricostruiti. A poco a poco la situazione gli sfugge di mano, facendo diventare l'opera stessa un freudiano excursus sulla sua intera esistenza.
 
Sineddoche è una figura retorica che consiste nell'esprimere un'idea usando una parola di significato più ampio o meno ampio di quella propria, come quando si nomina il grande schermo per indicare il cinema. Proprio dal titolo possiamo capire la struttura del film, sicuramente non lineare, non comprensibile ad uno sguardo superficiale, come è di consuetudine ormai nei lavori di Kaufman. Sua opera prima da regista, nata come una sceneggiatura per un film horror che avrebbe dovuto girare Spike Jonze, diviene poi un progetto più ampio in chiave intimista, abbandonandosi al delirio di una peregrinazione nei meandri del subconscio del protagonista. L'idea a cui siamo abituati è che un film rivesta un ruolo terapeutico nella vita dei suoi autori, così "Synecdoche, New York" sembra il sunto di una lunga analisi psicologica rimasta impantanata. Non c'è infatti un'originalità di base poichè già da molti anni si sono affrontate le tematiche del metacinema, della rappresentazione del sè, di quel passaggio attraverso lo schermo che diviene soglia  di comprensione valicando spazi u-topici della psciche umana. Metafora della vita, metafora del cinema, la vita è cinema, la realtà è meno potente del rappresentato, il rappresentato è la chiave di comprensione della realtà, come già sosteneva Cronenberg nell'83 in "Videodrome", ma ancora Lynch, che ha costruito una carriera su tali concetti, o lo stesso Hitchcock che affidava le sue riproposizioni del sè, settanta anni prima, alle tavole di  Salvador Dalì negli sdoppiamenti onirici di "Spellbound", solo per citare alcuni nomi.
 
Pur fregiandosi di un cast di tutto rispetto che affianca il premio Oscar Hoffman, Kaufman non riesce a ricreare le stesse atmostere, non riesce ad affascinare o a convincere allo stesso modo dei suoi blasonati predecessori, mostrandoci un esperimento in parte apprezzabile ma un po' piatto nei toni, senza mai un vero crescendo, in una serie di accadimenti che aprono parentesi su parentesi senza sedimentarsi troppo nello spettatore. 
Ciò che tuttavia non passa inosservato è il modo in cui vengono espressi i rapporti umani. La pièce di Caden si accartoccia esattamente come il film di Kaufman e la vita del suo protagonista, uno che avrebbe tutte le carte per riuscire a spuntarla con se stesso ma che rimane vittima di traumi mai superati, di storie mai rielaborate e perciò mai concluse.
Emblematiche figure femminili costellano il film (lo spettacolo, la stessa vita di Caden), stanno lì ad annunciare dei punti di svolta che poi non diviene mai effettiva poichè Caden fluttua da un rapporto all'altro senza mai ritrovarvi davvero un punto fermo unico e inamovibile.
Non riesce mai a stabilire un legame profondo con nessuna di queste donne perché la sua mente si fissa sempre su quella precedente: non può stare con Hazel (Samantha Morton) perché pensa ad Adele (Catherine Keener); non può stare con Claire (Michelle Williams) perché pensa a Hazel e non potendo stare con Hazel, rivolge le sue attenzioni a Tammy (Emily Watson), l'attrice che interpreta Hazel nella sua commedia. 
“Ha grosse difficoltà a vivere il presente di qualsiasi situazione”, spiega Charlie Kaufman. “Spreca opportunità, momenti preziosi, legami con le persone. E credo che questa sia una condizione umana molto diffusa.”.
Gli stessi passaggi repentini insiti nelle relazioni affettive li ritroviamo anche in termini di location, per aumentare ancora di più il livello di spaesamento e confusione nelle soglie di coscienza e conoscenza del protagonista e dello spettatore.
Ci troviamo così difronte all'amara constatazione che tutto segue le modalità prestabilite di una messa in scena, provata e riprovata secondo lo stesso copione suscettibile di qualche variazione. E con il termine della recita si conclude anche l'esistenza dell'attante, che con i titoli di coda fugge dal frastuono irreale di scene ripetute innumerevoli volte, piombando finalmente nel silencio di ciò che è dopo: la realtà.
 
Chiara Nucera