Il film sfrutta una serie di luoghi comuni tipici del genere al quale afferisce. L’ambientazione è una casa isolata al limitare del fitto bosco che rasserena e concilia durante il giorno ma può diventare inquietante e spettrale al calare della notte. Il male è fuori dalla porta, in agguato, sempre pronto ad attaccare. La montagna che incombe è foriera di miti e leggende. Pur sforzandosi di introdurre qualche elemento di discontinuità rispetto all’originale racconto di licantropi non si riesce nell’operazione di trascinare lo spettatore in un vortice di sorpresa e stupore perché tutto avviene con molta prevedibilità. I momenti tensivi si sciolgono quasi sempre come ci si aspetta che debbano concludersi. Si assiste ad una lotta con il nemico che da esterno, estraneo si fa intimo e personale e chiama in causa la capacità di scindere tra affetti e istinto di sopravvivenza ma questo topos rimane in superficie.
Un horror puro che ha molti limiti a partire dalla storia che vede l’utilizzo massivo di elementi già indagati ed esplorati a sufficienza in pellicole anche di recente realizzazione. Un film che ripropone gli stessi schemi già visti e che perde quindi l’effetto straniante e avvincente delle prime volte e della sorpresa nel trovarsi di fronte a qualcosa di inaspettato e di originale.
Julia Garner sembra spaesata all’interno della pellicola e le sue espressioni di paura e terrore sono poco realistiche. Appare troppo enfatica, teatrale, forzata, facendo perdere quella naturalezza che è la cifra vincente della recitazione in questo tipo di pellicole.
Decisamente più convincente la performance attoriale del protagonista maschile Christopher Abbott che appare più disinvolto e calato nella parte. Da salvare senza ombra di dubbio tutte le scene in cui avviene progressivamente la trasformazione da umano ad animale che è ben documentata riuscendo a scandire in modo dettagliato le vari fasi a cui va incontro mantenendo un buon equilibrio fra aspetto fisico e quello più psicologico.
In generale un film che non apporta uno svecchiamento rispetto ai film datati riguardanti lo stesso argomento ma anzi ne sembra una copia sbiadita senza mordente.
Un film che si segue sperando fino all’ultimo di poter assistere ad un colpo di scena eclatante che riabiliti l’intera pellicola rimanendo purtroppo delusi e disillusi.
Una prova non superata fino in fondo pur mantenendo un livello ragguardevole per quanto concerne la fotografia, l’utilizzo degli effetti speciali incentrati sulla trasformazione da umano ad animale ma che avrebbe bisogno di esser revisionato per quanto concerne la sceneggiatura e l’utilizzo delle riprese di momenti topici della narrazione che risultano artefatti e poco incisivi rispetto a quanto sarebbe stato necessario per conseguire un buon risultato.
Virna Castiglioni