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Home » Recensioni » Bimba col pugno chiuso
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28 Mag

Bimba col pugno chiuso” perché Giovanna Marturano, con i suoi 101 anni, ti guarda ancora con gli occhi curiosi di una bambina alla scoperta del mondo. “Bimba col pugno chiuso” perché Giovanna è antifascista, partigiana, protagonista vivente delle battaglie politiche e sociali che hanno attraversato il secolo breve. Il suo sorriso racconta una vita di lotta, la storia comune di chi si è trovato ad affrontare situazioni fuori dall’ordinario, illuminata da ideali condivisi. Ed è da quel sorriso che il documentario parte per restituirci i racconti di una resistenza personale e politica, incastonata nella storia antifascista italiana.

Figlia di un impiegato dello stato, pater familia severo, colto, interessato alla carriera e non alla politica e di una casalinga antifascista, libertaria, Giovanna dimostra sin da giovanissima la sua avversione per il fascismo e il desiderio di prendere parte alle lotte quotidiane contro il regime, ma anche contro tutte le ingiustizie sociali che la realtà le presentava dinnanzi. Dalla conoscenza di Giorgio Amendola e la formazione di un piccolo gruppo antifascista nelle quattro pareti della sua abitazione, alla resistenza come attività principale. E poi le lotte nelle fabbriche, i gruppi di soccorso rosso, il gruppo d’iniziativa femminile. La memoria di Giovanna ci restituisce tutta la sua passione rivoluzionaria insieme al desiderio di raccontarsi di fronte ad una telecamera, nei comizi politici o invitata in un classe di studentesse troppo giovani per capire solo dai manuali scolastici cosa è stata la Resistenza.

Rivoluzionario è anche il progetto che sta dietro al documentario. In primis perché il finanziamento per la sua realizzazione e diffusione è stato sostenuto da 401 persone e realtà associative, sparse in tutta Italia e non attraverso la campagna di crowdfunding lanciata sul portale produzioni dal basso. In secondo luogo perché la casa di produzione Todomodo, costituita dai filmaker indipendenti - nonché registi del documentario - Claudio Di Mambro, Luca Mandrile, Umberto Migliaccio e Marco Venditti, rappresenta una realtà interessante ed innovativa nel panorama della produzione indipendente italiana. Attiva dal 2000, ha avuto sempre l’ambizione di proporre uno sguardo documentario che interagisce con il soggetto che si racconta, facendo emergere personaggi o vicende storico-sociali considerate marginali o di scarso interesse per la memoria collettiva.

Le narrazioni storiche, di una precisione quasi eccessiva, sono talora illustrate da disegni ed animazioni che regalano leggerezza al racconto e lo trasformano in segni universali in cui la dimensione privata dell’esistenza si incrocia con quella pubblica, c’est a dire con la storia.

II senso dell’intero progetto è racchiuso, in maniera così semplice ed immediata, in una delle prime fasi di Giovanna “Dal lavoro si può andare in pensione ma dalla lotta no. La lotta non si può mollare, si deve fare ogni giorno anche quando sembra che non ci sia nessun risultato possibile”.

Elisa Fiorucci


 

 

  • Regia: Claudio Di Mambro, Luca Mandrile e Umberto Migliaccio
  • Paese: Italia, 2012
  • Genere: Documentario
  • Durata: 58'
  • Cast: Giovanna Marturano
  • Valutazione: 4

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