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Home » Recensioni » Il Vegetale
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Ne “Il vegetale” il regista italiano Gennaro Nunziante scrive e dirige Fabio Rovazzi, per la prima volta attore (improvvisato) nel ruolo di se stesso. Costui è meglio conosciuto come l’autore delle martellanti hit estive (e non solo) degli ultimi due anni. Partito su You Tube ora cavalca la scia del suo fortunato successo. La vicenda si svolge nella Milano bene, dove, parafrasando un motto in “romanesco” le opportunità lavorative sono “solo nebbia”. Fabio neolaureato in Scienze della Comminazione (fa già ridere così) cerca un futuro. Durante un colloquio importante, si gioca il tutto per tutto, ottenendo solo una mansione umile e degradante. Il rapporto difficile con il padre (Ninni Bruschetta) un poco di buono, traffichino, con una laurea comprata all’estero e una condotta da adolescente, lo sprona a mantenere una rotta diversa e opposta, restando un giovane propositivo, retto e corretto, anche troppo agli occhi del babbo “un vegetale”. A fargli da “padre putativo” per un breve periodo durante uno “stage” un appiccicoso Luca Zingaretti. Nonostante la leggerezza la commedia ritrae un Italia vera, dove nessuno (almeno da solo) ce la fa nonostante gli sforzi, dove la vita può riservare sorprese e fortune ma la realtà è ben distante da quella promessa su i volantini degli annunci di lavoro. Passando dalla caotica vita di città all’esperienza della routine di paese, il concatenarsi degli eventi precipita in una spirale di insuccessi. Il comune di Labro a Rieti dove è stato girato gran parte del film, viene mostrato in tutto il suo ancestrale fascino. Le porte in faccia sono il primo inevitabile ostacolo dei giovani di questa generazione. Scampato il pericolo più grande: la colonna sonora, non è una campagna promozionale dei CD di Rovazzi, intelligente è stato anche l’uso provocatorio del motivetto dell’Inno Nazionale. Il film è dedicato forse ai ragazzi di vent’anni che possono identificarsi di più con il protagonista, ma può essere visto da tutta la famiglia perché non contiene parolacce, abbiamo chiesto al regista il perché. Ha risposto sornione: “Perché Gesù non vuole”, Rovazzi ha ammesso di aver cercato di metterne una, ma è stato freddato. La direzione è evidente, non doveva essere un film volgare accostabile ai cinepanettoni, e non lo è. La sfiga che accompagna il protagonista lo rende simpatico, tenero ma terribilmente passivo, non reagisce mai, non sfoga mai la sua frustrazione, le aspettative deluse non lo abbattono, resta sempre positivo. Questo il messaggio, l’amore trionfa, un amore ideale, dove anche gli attriti famigliari trovano un difficile appianamento, ma la frustrazione di Fabio non si trasforma mai in un moto di ribellione. Esempio da seguire o no, sarà il tempo a dirlo.
 
Francesca Tulli

 

  • Regia: Gennaro Nunziante
  • Paese: Italia
  • Genere: commedia
  • Durata: 90
  • Cast: Fabio Rovazzi, Luca Zingaretti, Ninni Bruschetta, Paola Calliari, Rosy Franzese, Matteo Reza Azchirvani, Alessio Giannone
  • Valutazione: 2
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