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Una fuga di segreti governativi, settemila pagine rubate al pentagono che dimostrano come la Casa Bianca abbia mentito ai cittadini americani e all’intero mondo per trent’anni, nelle mani di pochi coraggiosi pronti a tutto per amore della verità. Non è fantascienza ma storia, storia recente. Il regista Steven Spielberg (vincitore di 4 premi Oscar candidato ad un quinto per questo film) nel suo ruolo di “professore” ideale si siede nuovamente alla cattedra. 1971, la signora Kay Grahm (Meryl Streep) prende le redini del Washington Post (del titolo) quando era un modesto quotidiano all’ombra degli altri. Al suo fianco, una testa calda il capo redattore Ben Bradlee (Tom Hanks) un giornalista affamato di scoop a cui affida il compito di scansare il pericolo “banca rotta”. Tra facoltosi matrimoni e altre pagine frivole di poco conto, il New York Times pubblica la “bomba” la notizia del secolo. Alcuni documenti trafugati da una fonte segreta, provano il vergognoso coinvolgimento degli Stati Uniti durante la guerra del Vietnam e incastrano inequivocabilmente una lunga catena di Presidenti compreso l’allora vigente incarica Richard Nixon. Un osso duro. La stampa diventa nemica dello stato. Una scissione mai saldata. Questo non intimorisce Bradlee, pronto a tutto per mettere mano a quei files. Anni fa, fu Spielberg stesso a sostenere durante un intervista riguardo “Salvate il Soldato Ryan” (1998)  che: “I giovani impareranno i fatti storici dai film e non dai libri di scuola”. E’ forse il peso di questa responsabilità unita alla sua innegabile passione per il genere a far si che nei suoi film ci sia sempre una accurata e maniacale ricostruzione perfetta nella resa di scenografie e costumi e nella veridicità dei fatti (tralasciando questa volta, qualche voluta licenza poetica per i protagonisti ad opera della sceneggiatrice Liz Hannah). La meravigliosa Meryl Streep (la più a fuoco nel ruolo candidata alla statuetta come “migliore protagonista femminile”)  durante la conferenza stampa (tenutasi a Milano) ha sottolineato l’importanza e il coraggio che le donne come la sua Lady Grahm hanno avuto in queste vicende: svantaggiate dalla morale maschilista, hanno messo in gioco la propria vita, la loro posizione e la loro famiglia per amore della giustizia. Nella corsa per gli Oscar 2018 a cui è candidato a due statuette squadra vincente non si cambia e il compositore John Williams, come da tradizione, firma anche questa colonna sonora non ottenendo però la nomination nella sua categoria. Caratterizzato da una prima parte d’assetto, in cui i fatti si sviluppano lentamente, prende ritmo nella seconda e diventa una corsa contro il tempo, dall’epilogo noto ma non scontato. In The Post la libertà di stampa “diritto dei giornalisti che serve a preservare la democrazia” a detta del regista, si fa metafora della libertà  in ogni campo uscendo dai confini degli USA rendendolo, contrariamente alla recente biografia di Lincon (2012) firmata dallo stesso regista, un film accessibile a tutti.
di Francesca Tulli
 

 

  • Regia: Steven Spielberg
  • Paese: https://it.wikipedia.org/wiki/Stati_Uniti_d%27America
  • Genere: storico
  • Durata: 115
  • Cast: Meryl Streep, Tom Hanks, Sarah Paulson, Bob Odenkirk
  • Valutazione: 4

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