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Sulla mia pelle

Mercoledì 12 Settembre 2018 19:45 Pubblicato in Recensioni
L’immenso potere del cinema risiede nella sua natura intrinseca di paradigma della realtà, nonché cristallizzazione di un evento.   A questo aspetto più prossimo al reale, si addiziona  il germe dell’informazione, quella volontà programmatica di diffondere spiegazioni, considerazioni attorno ad un preciso assunto. Probabilmente l’unico mezzo in grado di arrivare orizzontalmente coinvolgendo migliaia di intelletti, il cinema ha sovente l’onere di farsi cronaca. Rivelare per mezzo del racconto cinematografico un evento realmente accaduto significa dare nuovamente vita ad un episodio che ha avuto peso nell’immaginario collettivo.  Alessio Cremonini esordisce alla regia dirigendo un film su una delle pagine più feroci e dolorose della cronaca nera italiana, ossia la violenta morte di Stefano Cucchi avvenuta il 22 ottobre del 2009. Presentato all’interno della sezione Orizzonti della 75esima Mostra del cinema di Venezia, il film di Cremonini ricostruisce i giorni precedenti la morte del giovane romano avvenuta presso l’ospedale Sandro Pertini. Stefano Cucchi, arrestato il 15 ottobre 2009 per detenzione e spaccio di stupefacenti, fu sottoposto durante la prima notte di detenzione a pesanti vessazioni da parte delle autorità, danni fisici che provocarono gravi lesioni corporee e un’emorragia alla vescica. Nonostante le precarie condizioni fisiche di Cucchi, la data dell’udienza venne fissata al mese successivo, e il giovane romano fu costretto a trascorrere cinque giorni tra una struttura e l’altra, presentando delle condizioni fisiche in continuo peggioramento. Sulla mia pelle, rappresenta forse uno tra gli esempi più autentici di cinema d’informazione, imperniando il suo punto di appoggio proprio sulla minuziosa ricostruzione dei fatti accaduti a Stefano Cucchi. Prodotto da Netflix, come molti altri film in concorso quest’anno a Venezia (tra cui lo stesso film vincitore Roma), l’opera prima di Cremonini incarna in massimo grado il cine-documentario, un racconto di riedificazione dei sei giorni trascorsi tra l’arresto di Stefano e la sua morte. Un film che mette da parte ogni intromissione soggettiva nel fatto di cronaca, lasciando ampio spazio di riflessione e libertà allo spettatore, che tuttavia, in alcuni momenti, sente l’esigenza di un approccio più personale alla vicenda.Il regista gioca pertanto all’essenziale, centrando tutto sulla linearità. Un minimalismo che fa della sottrazione il proprio principio portante e che reca in sé alcune conseguenze inficianti, una tra tutte l’assenza di un’impronta più ricercata. A vestire i panni di Stefano  un Alessandro Borghi formidabile, che non eccede mai nella sua complessa e aderentissima interpretazione. Borghi restituisce al film un’intensa impronta, il cui impatto emotivo è riscontrabile anche nella stretta somiglianza tra l’attore e Cucchi. Una trasformazione, quella dell’attore romano, espressa sia a livello fisico (per il film dimagrito circa 18 chili), sia a livello vocale (la voce di Borghi  gode quasi di una  totale adesione a quella originale di Cucchi).
Sulla mia pelle, da oggi disponibile su Netflix e presente in contemporanea nelle sale italiane, è un asciutto resoconto, un quadro degli eventi che scorre in modo fluido ed inesorabile, senza però restituire al pubblico quell’aspetto epidermico evocato dal titolo. Un approccio che avrebbe donato ad progetto di tale portata maggior vigore e una sfaccettatura ancor più intima.
 
 
Giada Farrace
 

Salviamo il Fantafestival

Mercoledì 01 Agosto 2018 21:36 Pubblicato in News
FANTAFESTIVAL 2018 – IL CROWDFUNDING
 
 
1.  Cos’è il Fantafestival? Un po’ di storia…
 
Il Fantafestival è il più longevo festival italiano dedicato al cinema fantastico in tutte le sue declinazioni: fantascienza, horror, fantasy, paranormale, gotico e altri generi affini, con alle spalle ben 37 edizioni! Probabilmente molti già lo conosceranno, ma è giusto raccontare un po’ della sua storia, per tutti coloro che non hanno ancora avuto modo di sperimentarlo in prima persona.
 
Il Fantafestival nasce a Roma nel 1981, come diretta derivazione delle rassegne di cinema di fantascienza organizzate per il circuito Italnoleggio negli anni ’74-’77 e delle grandi kermesse di cinema fantastico con le quali il Cineclub Tevere di Roma connotò la propria programmazione a partire dal ’75.
 
Iniziato al cinema Clodio nell’ottobre del 1981 e poi passato, negli anni, come sede principale prima al complesso Capranica-Capranichetta, poi al Barberini, al Quattro Fontane e al Savoy, il festival si è sempre caratterizzato per il taglio popolare, indirizzato al grande pubblico degli appassionati.
 
Le ali del pipistrello del Fantafestival hanno volano negli anni nei cieli di altre città italiane, come Milano, Ravenna, Napoli, Verona e Genova. Grazie alle numerose collaborazioni internazionali inoltre nel 1986 il Fantafestival, insieme ai Festival di Bruxelles, di Sitges (Spagna) e di Oporto (Portogallo) è tra i soci fondatori della European Fantastic Film Festivals Federation (www.melies.org).
 
Sul palco e sugli schermi del Fantafestival sono passati i nomi più illustri del cinema fantastico italiano e internazionale: Vincent Price, Christopher Lee, George A. Romero, Roger Corman, David Cronenberg, Sam Raimi, Peter Cushing, Malcolm McDowell, Peter Jackson, Alejandro Jodorowsky, John Phillip Law, Rutger Hauer, Tobe Hooper, Lloyd Kaufman, Brian Yuzna, Robert Englund, John Carpenter, Ursula Andress, Barbara Steele, Dario Argento, Carlo Rambaldi, Dino De Laurentiis, Dante Ferretti, Sergio Stivaletti, Lamberto Bava e molti altri ancora.
 
 
2.  Che mondo sarebbe senza il Fantafestival? La raccolta fondi per l’edizione 2018
 
Che mondo sarebbe senza il Fantafestival? Questa è la domanda che ci siamo fatti e che vi facciamo quando abbiamo toccato con mano l’impossibilità di organizzare la 38esima edizione del nostro festival.  La causa è dovuta alla riduzione, fino all’annullamento, dei finanziamenti pubblici, grazie ai quali finora siamo riusciti a proporre con continuità e in crescita la manifestazione. Un calo al quale ci siamo rifiutati di cedere, rispondendo con investimenti personali e la forza della nostra passione, grazie all’affetto che da sempre il pubblico ha dimostrato nei confronti della kermesse.
 
Che mondo sarebbe senza il Fantafestival? Ma soprattutto, che mondo è “con” Il Fantafestival?
 
La realtà dei festival cinematografici è profondamente cambiata nell’arco dei 37 anni di vita del Fantafestival. Da diversi anni il festival ha focalizzato gran parte della sua attenzione alle produzioni di giovani autori italiani e internazionali. Registi e produttori indipendenti di corti e lungometraggi a cui il Fantafestival ha dato spazio nell’ottica di promuovere idee nuove, giovani talenti, per riuscire a metterli in contatto con il destinatario ultimo delle loro opere: il pubblico. E sono stati diversi i casi in cui un giovane filmmaker esordiente, anche grazie alla visibilità ottenuta con il Fantafestival, abbia poi proseguito la sua carriera fino ad arrivare alla distribuzione nazionale in sala.
 
Ciò che unisce il Fantafestival, i filmmaker e gli spettatori è proprio la passione verso il cinema fantastico. Una passione che di certo non può scomparire per una mancanza di budget. Abbiamo pensato che un mondo senza Fantafestival non debba esistere e abbiamo deciso di chiedervi aiuto, proprio come molti filmmaker fanno per riuscire a portare a compimento la loro opera. Chiediamo aiuto a tutti coloro che, anno dopo anno, ci raccontano di come la loro passione per il cinema di genere fantastico sia nata proprio durante le nostre passate edizioni e ai più giovani che vorranno entrare a far parte del nostro mondo!
 
 
 
3. La 38esima edizione
 
Che mondo sarebbe senza il Fantafestival lo potete scoprire ironicamente all’interno dello spot che vede protagonisti i nostri Luca Ruocco e Marcello Rossi, girato con il supporto del regista Paolo Gaudio (premiato proprio al Fantafestival per il suo lungometraggio d’esordio Fantasticherie di un passeggiatore solitario).
 
Nel mondo reale, l’assenza del Fantafestival non porterebbe alla sparizione del fantastico dalla vita di tutti i suoi fan, ma di certo segnerebbe la scomparsa di una pagina importante nella storia della cultura italiana horror, fantasy e fantascientifica.
 
Se vorrete darci una mano a salvare la 38esima edizione del Fantafestival avrete la nostra eterna gratitudine e ci aiuterete a coprire le spese organizzative di base di questa nuova avventura che si svolgerà negli spazi del Nuovo Cinema Aquila, a Roma, per 5 giorni nel mese di Dicembre 2018.
 
Ma non basta: per ringraziarvi del vostro piccolo o grande contributo, il Fantafestival ha pensato ad un premio per ognuno di voi.
 
 
 
Qui il link alla campagna crowdfunding Kickstarter:
 
 
 
Qui il link al video su youtube:
 

Nuovi Talenti all'Isola del Cinema

Mercoledì 01 Agosto 2018 21:16 Pubblicato in News
All'Isola del Cinema proseguono gli incontri dei nuovi talenti.
 
Numerosi gli appuntamenti che vi aspettano con il nuovo cinema italiano a cura di Francesca Piggianelli e presentazioni di libri introdotte da Giovanni Fabiano, direttore artistico di Cinema&Libri .
 
 
Di seguito il calendario degli eventi in programma:
 
2 AGOSTO
 
Ore 19:15 - Spazio Young
 
Presentazione del libro Star Wars – Il mito dai mille volti di Andrea Guglielmino con Roberto Semprebene
 
 
 
Ore 20:15 - Spazio Young
 
Presentazione del libro Dall’inferno a Hollywood di Gian Pietro Calasso con Giuseppe Manfridi, Daria Morelli, Ombretta Macchi e Massimo Reale.
 
 
 
Ore 21:00 - Sala CINELAB
 
Cinema in corto presentazione e proiezione dei cortometraggi premiati in importanti Festival
 
·         Metamorfosi di Gilles Rocca
 
·         Il regalo di Alice di Gabriele Marino
 
·         Axioma di Elisa Possenti
 
·         Io meno te videoclip di CYWKA Duo acustico con Maria Castaldo
 
A seguire il film Il ribelle di Mirko Alivernini
 
  
 
7 AGOSTO
 
Ore 21:00 - Spazio Young
 
Presentazione del docu-film Via Poma, oltre la cassazione di Paolo Cochi con Carmelo Lavorino ed Emilio Orlando
 
 
 
Ore 22:00 - Sala CINELAB
 
Presentazione di Taranta on the road di Salvatore Allocca preceduto dal corto La gamba di Salvatore Allocca con la presenza del regista e parte del cast
 
  
 
8 AGOSTO
 
Ore 22:00 - Sala CINELAB
 
Presentazione di Due piccoli indiani di Paolo Sassanelli con la presenza del regista e parte del cast
 
  
 
9 AGOSTO
 
Ore 20:00 - Spazio Young
 
Presentazione del libro Ribaltamenti di Franco Campeggiani con Pio Ciuffarella
 
 
 
Ore 21:00 - Spazio Young
 
Presentazione del libro Non me lo chiedete più - La libertà di non volere figli e non sentirsi in colpa di Michela Andreozzi 
 
 
 
Ore 22:00 - Sala CINELAB
 
Proiezione del film Nove luna e mezza di Michela Andreozzi con la presenza della regista e parte del cast
 
 

Giochi di Potere

Mercoledì 11 Luglio 2018 14:20 Pubblicato in Recensioni
'Giochi di potere' diretto dal regista danese Per Fly è una spy story che tratta superficialmente di un amore ai tempi di Saddam Hussein. Cresciuto all'ombra di un padre molto ingombrante, un eroe nazionale scomparso prematuramente, Michael Soussan (Theo James) viene assunto dall'Onu per seguire il programma Oil-For-Food in Iraq e  mettere rimedio ad un traffico illegale di farmaci scaduti reso possibile dal regime di Saddam. Il suo capo Pasha (Ben Kingsley) un uomo di fatti, greco di nascita, duro ed egoista, si preoccupa del quanto a fondo il ragazzo voglia andare, e non vede di buon occhio la sua pericolosa amicizia con Lily (Rachel Wilson) una bella ragazza curda che  sospetta essere una spia nemica. A chiudere quella che sembra la  premessa per una barzelletta, (manca il cinese) la svolta narrativa: una chiavetta USB criptata contiene le prove decisive per incastrare i colpevoli ed inevitabilmente si tira dietro di sé una scia di morti, ed è compito di Michael capire come servirsene e chi siano i suoi veri nemici. Non a caso il titolo originale del film è 'Backtabbing for Beginner' suggerendo che il giovane protagonista è incline al ricevere delle pugnalate alle spalle. Basato su una storia vera, scritta nell'omonimo romanzo autobiografico firmato dal vero Michael Soussan, un giornalista dalla 'bocca larga' che ha svolto un ruolo cruciale per smascherare il coinvolgimento del governo USA nelle frodi perpetuate in Medio Oriente e fare luce sui molti scandali politici che hanno coinvolto l'America ma il fim non fa emergere nessuna delle tematiche portanti, lasciando spazio alla noia. La sceneggiatura ricorda una malriuscita fiction televisiva (ricorda una bruttissima copia del premiato ai Golden Globe 'The Night Manager' della BBC) soffocata da luoghi comuni ed espedienti già abusati e retorici. La scelta dell'attore principale noto per aver interpretato il protagonista di Divergment (tratto da una serie di libri di fantascienza per ragazzi) avrebbe dovuto avvicinare un pubblico di adolescenti ad una tematica di attualità ma l'importanza dell'Historical Drama non emerge mai. Il film è stato girato in Marocco, con un visibile basso budget. È una pellicola incentrata sugli intrighi di potere dove l'amore per la verità è il cuore pulsante della vicenda per questo il fatto che il copione sia prevedibile non è ammissibile. La realtà dei fatti viene portata alla luce (in versione romanzata) ma il film non decolla mai.
 
Francesca Tulli