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Premiere di Bar(n)Out alla Dolce Vita Gallery

Giovedì 24 Novembre 2016 11:24 Pubblicato in News
Venerdì 25 novembre, alle 18.30, la primiere del corto verrà ospitata dalla Dolce Vita Gallery, in via Palermo 41, a Roma, luogo dedicato all’arte e alla fotografia di Marcello Geppetti, grande fotoreporter italiano che ha raccontato gli anni della Dolce Vita come nessun altro. 
 
 
Scardinare la narrazione romanzata della periferia romana, in controtendenza con gli ultimi anni di film e serie tv.  Vivere ai margini è difficile, ma non è la criminalità a vari livelli la soluzione. 
 
Da qui l’idea di Bar(n)Out duepuntoniente: 4 storie e 4 personaggi, tra cui una prostituta, un pappone/spacciatore, un impiegato e un normalissimo ragazzo dell’hinterland della Capitale. Tutti diversi ma tutti spinti da una misteriosa forza di gravità che ha come centro la periferia romana con le sue contraddizioni, le sue regole e la sua schiettezza.
 
La Roma di periferia è ancora protagonista grazie al primo cortometraggio di Valerio Nicolosi, regista e co-sceneggiatore insieme a Paolo Verticchio di  Bar(n)Out duepuntoniente, tratto dall’omonimo libro di racconti e foto, edito da Nuova Cultura e pubblicato qualche anno fa dagli stessi autori. 
 
Valerio e Paolo conoscono molto bene la periferia della Capitale: sono infatti entrambi nati e cresciuti al Tufello, quartiere popolare e proletario situato a Nord Est,  e attraverso le immagini e le parole cercano di raccontare quella parte di mondo in cui vivono o hanno vissuto e che amano, nel bene e nel male. 
 
La serata, moderata dal "padrone di casa" Marco Geppetti, figlio di Marcello Geppetti, saranno presenti il regista e co-sceneggiatore Valerio Nicolosi e lo sceneggiatore Paolo Verticchio.
 
Oltre alla proiezione,  verrà inaugurata anche l’omonima mostra fotografica di Valerio Nicolosi tratta dal libro che dà il titolo al cortometraggio. 
 
 
Bar(n)Out duepuntoniente nei giorni scorsi è stato premiato come “miglior opera” e “miglior attrice” protagonista al Festival Internazionale Feel the Reel di Glasgow ed è in finale al Festival Short to the Point di Bucarest. 
La realizzazione del cortometraggio è stata possibile grazie al supporto tecnico dell'Associazione Nazionale Filmaker e Videomaker Italiani di cui sono membri quasi tutti i componenti della troupe. 
Le spese sono state affrontate grazie ad un crowdfunding lanciato in rete.  
 
 
 
Il teaser del cortometraggio https://vimeo.com/181514205
Il backstage del cortometraggio https://vimeo.com/183285745
 
A Roma, martedì 29 novembre, appuntamento con
Gli esordi difficili che conquistano il mondo: incontro lezione con Laura Bispuri
 
Martedì 29 novembre, a Roma, dalle 21.00 alle 22.30, nell’Aula Magna – Sala Celimontano, in via Bezzecca 10, ultimo appuntamento del ciclo di incontri lezione, organizzato nel 2016 dall’Associazione inSei.
Gli esordi difficili che conquistano il mondo  sono il tema attorno al quale sviluppa la sua riflessione Laura Bispuri, autrice di Vergine giurata, sorprendente esordio nel lungometraggio della giovane regista romana.
Quanto contano i fortunati incontri e quanto talento e passione personali? Laura Bispuri racconta la propria esperienza e il percorso professionale, da autrice di cortometraggi, premiati con un David di Donatello e un Nastro d’argento, alla regia di Vergine giurata, opera prima selezionata nel 2015 a Berlino tra i titoli in corsa per l’Orso d’oro e poi premiata con il Globo d’oro e con altri prestigiosi riconoscimenti nei tanti festival internazionali, incluso il Tribeca di Robert De Niro, che l’hanno voluta in competizione.
 
 
Con Bispuri si conclude la prima serie di appuntamenti organizzata dall’Associazione inSei e ospitata nella Residenza Celimontano della Fondazione Rui, che ha portato direttori di festival, autori di animazione, giornalisti, sceneggiatori e registi a rivelare a un pubblico di studenti e apprendisti, appassionato e attento, tecniche e segreti, gioie e dolori delle professioni del Cinema.
La partecipazione agli incontri è riservata ai soci dell’Associazione.
Per i possessori di Bibliocard, riduzione del 50 per cento sulla quota associativa.
 
Sito internet associazioneinsei.eu

L'omaggio del Riff a Claudio Caligari

Martedì 22 Novembre 2016 15:19 Pubblicato in News
Per rendere omaggio al talento di Claudio Caligari, grande regista del cinema italiano, impegnato soprattutto nell’ambito indipendente, di indagine e documentazione sociale e scomparso lo scorso anno, il RIFF, durante la sua 15esima edizione che si terrà dal 25 novembre al 1 dicembre presso il cinema Savoy, ospiterà una retrospettiva a lui dedicata.
 
 
La rassegna comprende i tre lungometraggi narrativi, dal forte approccio documentaristico e nati nell'ottica di una adesione totale al reale. Tale volontà di descrizione spinge Caligari verso un cinema crudo, duro, dal carattere drammatico che coinvolge lo spettatore fin nel profondo.
Dalla potenza di "Amore tossico" che stravolse i classici cliché estetici, divenendo un vero e proprio cult della cinematografia underground, partecipando a importanti festival internazionali, tra cui la Mostra del Cinema di Venezia dove vinse il Premio De Sica; a "L’odore della notte", quindici anni dopo, ispirato alla storia vera della Banda dell’Arancia Meccanica di Roma, che accostandosi al poliziottesco non rinuncia alle ambizioni di ricerca sociale dell’autore; fino all'ultimo "Non essere cattivo", riproposizione moderna del suo film d’esordio in una continua autocitazione, un modo di lavorare e condurre un'esistenza per il cinema, trasformandolo nello specchio nel quale si riflettono tutti i tormenti e le contraddizioni di un’epoca e della società che la vive.
 
Una retrospettiva dovuta, per onorare il talento di un grande maestro, riconosciuto forse troppo tardi, come spesso accade con quel cinema d’autore che vuole raccontare le storie di cui avverte l’urgenza senza inseguire modelli conosciuti ma costruendo, passo dopo passo, il proprio carattere.
 
Ogni proiezione verrà introdotta dalla giornalista Chiara Nucera e interverranno ospiti tra cui l'attrice Silvia D'Amico.
 
Amore tossico (Italia, 1983, 96’) : venerdì 25 ore 22
L’odore della notte (Italia, 1998, 101’) : sabato 26 ore 22.30
Non essere cattivo (Italia, 2015, 100’) : domenica 27 ore 22
 
Sempre in occasione dell'omaggio a Claudio Caligari, martedì 29 novembre presso la Biblioteca Europea (via Savoia, 15) alle 17.30, il RIFF organizza in collaborazione con Biblioteche di Roma, l’evento Scrivere per il cinema: incontro con Giordano Meacci, co-sceneggiatore di Non essere cattivo. L’incontro, gratuito ed aperto a tutti, si configura a metà tra il workshop e la chiacchierata e verte sul rapporto tra la sceneggiatura e la scrittura narrativa con particolare riferimento alle ultime importanti esperienze professionali di Giordano Meacci, finalista ai David di Donatello con Claudio Caligari e Francesca Serafini proprio per la sceneggiatura di Non essere cattivo e arrivato in cinquina al Premio Strega con “Il cinghiale che uccise Liberty Valance” (minimum fax, 2016).
L'incontro sarà introdotto da Vanessa Tenti del Rome Independent Film Festival e da Chiara Nucera.
 
maggiori informazioni consultando www.riff.it

Alone in Berlin - Lettere da Berlino

Domenica 21 Febbraio 2016 11:51 Pubblicato in Recensioni
Alone in Berlin racconta la drammatica storia di una coppia di coniugi tedeschi, che hanno perduto il figlio durante la Seconda Guerra Mondiale. Otto (Brendan Gleeson) e Anna Quangel (Emma Thompson) devono rinunciare all’amore del figlio per colpa assoluta del regime nazista. Il ragazzo spedito a combattere sul fronte francese non tornerà mai nella sua amata Berlino. Siamo nel 1940, quando l’annebbiamento procurato dalla devozione per il Führer si dissolve completamente davanti agli occhi dei genitori rimasti senza il proprio ragazzo. La cortina di menzogne divulgata dalla propaganda nazista deve essere smascherata. Otto inizia a scrivere cartoline anti regime, che con scaltrezza lascia in luoghi strategici, con l’augurio che il loro contenuto possa in qualche modo scuotere la popolazione e reagire alla macchina folle innescata da Hitler. Nessuno scrupolo ferma la corsa intrapresa da questa famiglia spezzata prematuramente. Non vi è nessuna esitazione neanche da parte del partito in carica ad assoldare un ispettore della Gestapo, che sia in grado di mettere la parola fine al clima sovversivo che sta crescendo per le strade, nei palazzi e negli uffici pubblici di Berlino. Herr Escherich (Daniel Bruehl) è l’uomo giusto per dare la caccia ad Otto ed Anna. Con ogni mezzo cercherà di stanare i nemici per portarli allo scoperto e catturarli. 
 
Alla regia di questo dramma storico troviamo un attore svizzero, quel belloccio di Vincent Pérez (uno dei suoi film più rappresentativi è il Cyrano de Bergerac del 1990), passato dietro la macchina da presa e rimasto stregato dalla profondità etica del romanzo “Ognuno muore solo” di Hans Fallada, dal quale il film è tratto. La denuncia, in Alone in Berlin, avviene dai cittadini tedeschi e non dai colpiti (ebrei). Una prova di civiltà e di amore per la propria patria che sta andando allo sbando. 
 
Ispirato ad una storia vera, Alone di Berlin sbarca al Festival tedesco con molte ambizioni. Piazza predestinata per ospitare questo coraggioso manifesto della lotta popolare contro il cancro del nazionalsocialismo più estremo. 
 
Senza girarci troppo intorno possiamo affermare fin da subito che il risultato di quest’opera è decisamente deludente. Costruito per far riflettere e per ricordare in profondità, il film non mantiene queste promesse, o almeno non le sviscera completamente rimanendo troppo in superficie. Può essere etichettato come un prodotto per la televisione, una fiction da vedere comodamente sul proprio divano, ma niente più. 
Il film di Pèrez rimane in una comfort zone massimizzata non riuscendo così a far esplodere i contenuti. Non basta ricordare le nefandezze del despota Hitler per fare un gran film.
Nel vivere la quotidianità con il male bisogna essere forti e non mollare mai. Mettere una corazza e sperare di non perdere pezzi per strada. Questa tenacia e bisogno estremo di combattere non si vedono, sono solo sussurrati.
 
Il problema sta nella scrittura, che si limita a descrivere e non a concretizzare personaggi e motivazioni. L’elaborato piano di messaggi escogitato dalla coppia risulta visibile solo nell’atto del deposito dei biglietti, tutto il resto: l’organizzazione mista agli stati d’animo è latitante. Il crescere di pathos emozionale, che è una caratteristica di questi film, scende proporzionalmente con le ambizioni del regista, che si limita a offrirci una cartolina dell’epoca. Cartolina patinata e lustra, se almeno fosse stata scolorita e sofferta, causa del logorio del tempo e del dolore accumulato, sarebbe apparsa credibile.
 
Alone in Berlin tratta un argomento abbondantemente inflazionato, visto e rivisto sul grande schermo. Ci voleva qualcosa di più per rendere grazie ad una delle pagine storiche più nefaste per l’umanità. Si salvano a pieni voti i due protagonisti principali: Emma Thomson e Brendan Gleeson. Prove all’altezza dell’argomento trattato, che in un certo senso riequilibrano lo spettatore verso il consono grado di tormento, che manca al film. 
 
David Siena