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Arcipelago torna con l'edizione 2.1! Aprirà i battenti dal 2 al 6 dicembre, all’Ambra alla Garbatella e alla Casa del Cinema di Roma, la 2.1a edizione di ARCIPELAGO – Festival Internazionale di Cortometraggi e Nuove Immagini, reduce dallo straordinario successo della Lunga notte del corto del 21 settembre scorso. Abbandonate le abituali date estive, la storica rassegna dedicata al cinema breve e alle forme più innovative di racconto audiovisivo si presenta quest’anno parzialmente rinnovata anche nella sede: oltre alla Casa del Cinema, nuova ribalta per i corti da tutto il mondo sarà infatti l’Ambra alla Garbatella, che promette di diventare un vero e proprio “ecosistema indipendente” della cultura capitolina, inclusa quella gastronomica.
 
 
Quattro le competizioni in programma ad Arcipelago 2013, dove fanno spicco – nel  Concorso Internazionale The Short Planet – 25 tra i migliori cortometraggi internazionali, non ultimo una curiosa e provocatoria animazione tedesca, Sonntag 3 di Jochen Kuhn, che – in apertura del festival – ipotizza una bizzarra relazione extraconiugale della Cancelliera di ferro. Della compagine internazionale, in rappresentanza del nostro paese, fanno parte anche Allah is Great di Andrea Iannetta, primo italiano mai ammesso al Film and Television Institute di Pune, in India, e l'acuto sguardo pasoliniano di Cargo, del promettente figlio d'arte Carlo Sironi.
 
Direttamente dalla première barese al Bif&st dello scorso marzo, torna a Roma ConCorto, il concorso nazionale cortometraggi che ha tenuto a battesimo molti registi delle ultime generazioni, tra cui Pappi Corsicato, Roberta Torre e Edoardo Winspeare. Stessi corti proposti in anteprima nel capoluogo pugliese, ma diversa (di professionisti del cinema) la giuria che li giudicherà, dopo quella popolare del festival di Felice Laudadio, guidata da Daniele Vicari.
 
Tra i 19 cortometraggi italiani nuovamente in gara non mancano i nomi di spicco: si parte da Paolo Sassanelli (che con la sua seconda prova da regista, Ammore, a sorpresa si lascia alle spalle i toni da commedia del precedente 'Uerra in favore di un crudo e toccante dramma sugli abusi domestici) eRoberto Herlitzka (interprete di Genesi, storia sulla memoria, le radici e la terra dalla quale la regista Donatella Altieri fa emergere lo straordinario talento del piccolo Claudio Salvato), passando per Lorenza Indovina nelle paradossali vesti della badante italiana di un anziano rumeno (Dreaming Apecar di Dario Leone) e Ginevra Elkann, produttrice di Il fischietto di Lamberto Sanfelice (una bambina è impegnata nel delicato percorso di elaborazione di un grave lutto, con Thomas Trabacchi), per arrivare al gradito ritorno di Gianluca Sodaro (uno dei migliori talenti "brevi" emersi negli anni '90) con il mystic gothic God's Got His Head in the Clouds, prodotto anche con fondi lituani e musicato nientemeno che dal compositore preferito da David Lynch, Angelo Badalamenti.
 
Unico cortometraggio d'animazione in concorso è il graffiante e surreale apprendistato religioso narrato in Preti di Astutillo Smeriglia (nome d'arte di Antonio Zucconi, astronomo di professione, già premiato ad Arcipelago 2010 con Il pianeta perfetto), mentre senz'altro più nutrita è la compagine dei documentari e dintorni, composta da The Art of Super-8. The Analogic Revolution di Camillo Valle (una "romantica" apologia della più immortale delle pellicole), Silvio. Here I Am di Mattia Coletti e Carlo Migotto (la storia - vera e assai curiosa - di un entusiasta della pratica della sottomissione, di casa sui set porno), Melodico di Valerio Ciriaci (un barbiere salernitano trapiantato nella Little Italy del Bronx, tra scommesse sui cavalli e passione canora), The Highest Cost di Matteo Brunetta (due soccorritori di Ground Zero e la loro battaglia per far valere i propri diritti di malati di tumore per cause di servizio),ESP di Enrico Bartolucci (un sobrio colpo d'occhio sul calcio non professionistico affiora da una trasferta nella provincia italiana di una squadra di dilettanti della banlieu parigina) e - ultimo, ma non meno interessante - il raffinato lavoro di montaggio di vecchi film e immagini d'archivio Sottoripa, realizzato dal fotografo genovese Guglielmo Trupia ad illustrare l'omonimo poema dell'inglese Julian Stannard.
 
Sempre in concorso, tra gli altri cortometraggi di finzione figurano anche Inassenza, notevole opera prima del montatore barese Domenico De Orsi (due sorelle, due lutti, due città tra loro lontane - e un'impaginazione visuale molto personale e stimolante); il saggio finale al CSC di Michele Vannucci Nati per correre (un esemplare micro-bildungsroman su due "centauri", padre e figlio); l'algida tranche de vie di una famiglia di montanari messa in scena dall'altoatesino Ronny Trocker in Eiszeit (Era glaciale), prodotto dalla scuola francese Le Fresnoy; il sorprendente monologo di Rumore bianco di Alessandro Porzio, interpretato da Claudia Vismara (già nella serie tv Mediaset Come un delfino); l'episodio di caccia al partigiano (ma protagonista, in questo caso, è un manipolo di repubblichini) narrato da Adel Oberto in Il Conte, saggio di diploma alla londinese National Film and Television School; il grottesco Ansia&Grevedi Irene Carlevale, che ricorda il duo Rezza&Mastrella, ma al quadrato. E, infine, Road to Sundance di Tak Kuroha (pseudonimo dell'italianissimo regista pubblicitario Agostino Porro): un road movie onirico e meta-cinematografico che attraversa alcune delle più vigorose scenografie naturali degli States.
 
Del concorso nazionale documentari Extra Large vale la pena segnalare almeno Ebrei a Roma di Gianfranco Pannone, autore al quale Arcipelago dedicò nel 2005 un’ampia personale, e – fuori concorso – l’appassionato Con il fiato sospeso di Costanza Quatriglio, che incontrerà il pubblico il 4 dicembre alle 19.30, all’Ambra alla Garbatella.
 
Il quarto concorso – new entry dell’edizione 2013 di Arcipelago – è World Wide Series: sedici serie web internazionali che saranno visibili, dopo il 6 dicembre, anche sul nuovo sito “fiancheggiatore” del festival, filmoids.net, di imminente lancio, che traccerà la strada per la futura evoluzione della manifestazione cinematografica che per prima in Italia, già dalla fine degli anni ’90, ha indagato e riflettuto sulle dinamiche innovative del digitale e di Internet nell’audiovisivo. Alcune delle più note web series italiane, veri e propri “casi” di culto su YouTube (Lost in Google, GeeKerZ, Stuck, inTRIPPMENT, Kubrick – Una storia porno), si confronteranno con una selezione assai eterogenea – per generi, temi e sforzo produttivo – di cui fanno parte, tra le altre, la serie pakistana iDeewane (recitata in urdu, ma ambientata a New York), il musical carcerario canadese/filippino Prison Dancers, la commedia satirica sulla censura libanese Mamnou3! (Proibito!), la comune di indignados spagnoli raccontata in Libres, il Batman pensionato di The Dark Knight Retires, fino ai bizzarri alieni dell’americano The Power Inside, interpretato da Harvey Keitel.
 
Tra gli Eventi Speciali in programma, oltre allo storico appuntamento con la sezione Carta Bianca co-organizzata con il DAMS Roma Tre (e dedicata quest’anno al Roma Tre Film Festival), Arcipelago punta i riflettori su due realtà emergenti del nostro panorama audiovisivo: la pioniera piattaforma italiana di produzione, promozione e distribuzione di cinema indipendente Cineama (con il composito “programma errante” Storie e sogni “love cost”) e la giovanissima Scuola d’Arte Cinematografica “Gian Maria Volonté”, voluta e diretta da Daniele Vicari, Valerio Mastandrea e Elio Germano, assieme alla Provincia di Roma, dei cui allievi verranno mostrate alcune esercitazioni realizzate durante il primo biennio appena concluso, in un programma intitolato – non senza ragione – Le prime cose belle.
 
Tutte le informazioni nel dettaglio consultando http://www.arcipelagofilmfestival.org/site/

Svelato il vero assassino di JFK

Venerdì 29 Novembre 2013 22:17 Pubblicato in Full Screen

Resa pubblica per promuovere l'uscita dell'imminente “X Men: Days of Future Past”, una breve clip svela l'oscuro retroscena dietro uno degli eventi fondanti della storia del 20esimo secolo. Il vero assassino di JF Kennedy è Magneto. Interpretato da Michael Fassbender, lo spietato  mutante avrebbe controllato la traiettoria del proiettile fino a farlo esplodere nella testa dell'ex presidente degli Stati Uniti d'America!

Peppa Pig è ora anche al cinema. L'11 e il 12, il 18 e il 19 Gennaio 2014 Warner Bros. Entertainment Italia porterà nelle sale cinematografiche italiane dieci nuovissimi ed esclusivi episodi del cartone animato più amato dai bambini di tutta Italia.
 
"Peppa, vacanze al sole ed altre storie" presenta per la prima volta al cinema, dieci episodi della nuova sesta serie, ognuno di 5 minuti per una durata complessiva di 50 minuti, per vivere e condividere con i propri bambini il divertimento di Peppa Pig e della sua famiglia.
 
 
 
 
Peppa Pig è una maialina di quattro anni che vive in un piccolo paese britannico con la sua famiglia: la madre, Mamma Pig, il padre, Papà Pig, e il fratellino George di due anni. Poi ci sono Nonno e Nonna Pig e una serie di amici di altre specie animali: Susy Pecora, Rebecca Coniglio, Danny Cane, Pedro Pony, Emily Elefante e così via.
La vita della famiglia e di tutti gli altri personaggi riproduce la realtà conosciuta e sperimentata ogni giorno dai bambini e dai loro genitori: i piccoli vanno all'asilo, fanno gite nel bosco o feste di compleanno. Anche gli adulti amano e si riconoscono nel cartone e nei genitori di Peppa, anche loro infatti comprano i mobili via internet e se li montano da soli, il papà di Peppa cucina per tutti, la mamma lavora da casa e vivono in una società multietnica. Quando sorge un problema si risolve sempre alla fine della puntata e tutti finiscono a terra dalle risate o saltano nelle loro amate pozzanghere di fango.
 
Creato nel 2004 da Phil Davies (produzione e dialoghi), Mark Beker (disegni e storia) e da Neville Astley (storia e animazione), oggi è distribuito in 180 paesi. Approdato in Italia nel 2010, è divenuto in breve tempo la serie tv più seguita dai bambini dai tre ai cinque anni e viene trasmessa giornalmente da Rai YoYo e Disney Channel.

Lunchbox

Venerdì 29 Novembre 2013 21:47 Pubblicato in Recensioni
A Mumbai, ogni giorno i Dabbawallash raccolgono dalle case degli impiegati, per lo più in periferia, il cibo appena cucinato dalle mogli e lo trasportano in scatole porta pranzo (lunchbox) presso i rispettivi luoghi di lavoro. A fine giornata tornano indietro per riconsegnare le scatole vuote alle casalinghe. 
Consegnando oltre duecentomila pasti caldi al giorno, organizzandosi con i più vari mezzi di trasporto, i Dabbawallash rappresentano la spina dorsale della ristorazione aziendale a Mumbai, tanto che il loro metodo di lavoro è stato soggetto ad uno studio di Harvard per l’estrema meticolosità (o quasi). 
 
Lunchbox è la storia di Ila (Nimrat Kaur), casalinga che spera, con le sue ricette speziate, di ridare vigore al suo matrimonio. 
Ogni giorno con l’aiuto della zia, una voce quasi ultraterrena che la guida dal piano di sopra, Ila prepara il pranzo a suo marito. A causa di un errore di trasporto quel pranzo non arriva al consorte, ma a Saajan (Irrfan Khan), modesto impiego prossimo alla pensione. 
Accorgendosi dell’errore Ila darà inizio ad un rapporto epistolare fra lei e Saajan, che finirà per mettere in discussione le vite di entrambi. 
 
Il regista Ritesh Batra descrive una Mumbai frenetica e affollata; un enorme Lunchbox, in cui i residenti viaggiano schiacciati ogni giorno. Una città apparentemente multicultulturale, ma chiusa, i cui ritmi, frutto di un’inadeguata occidentalizzazione, sembrano annientare i contattati umani e abbrutire gli individui. 
Entrambi i protagonisti non trovano serenità nel loro tempo. Lo scambio di lettere fra i due, inoltre, rivela un barlume di nostalgia per un mezzo di comunicazione oramai superato. Due anime alla ricerca di un tempo perduto, fatto di sitcom anni ’80, vecchi Irani cafes e una tranquillità che evidentemente il rapido brulicare della metropoli non riesce a dare. Un tempo perduto per entrambi, solo perché non hanno mai avuto nessuno a cui raccontarlo. Ma, a volte, il treno sbagliato ti porta alla stazione giusta. Nel loro rapporto virtuale Ila e Saajan si scambieranno confessioni sulle proprie vite, analizzando delusioni, paure e piccole gioie di entrambi. Lo scambio quotidiano di messaggi diventa quindi un pretesto per scoprire lentamente le sfumature dei due personaggi.  
Saajan, vedovo e cinico, riuscirà ad uscire dalla scatola in cui era stato prigioniero troppo tempo, anche attraverso l’aiuto dell'immaturo ma volitivo collega Shaikh (Nawazuddin Siddiqui). E se la vecchiaia è la morte per chi è ancora in vita, Saajan la supera risorgendo dalle proprie ceneri.
 
Ila e Saajan si rincorrono senza mai trovarsi, neanche nel delicato finale, forse perché non ne hanno veramente bisogno (almeno a livello drammaturgico); è bastato il loro rapporto epistolare a far mettere in discussione se stessi e fuggire da quella realtà logorante. 
Ritesh Batra mette in scena un’opera prima lieve e al tempo stesso toccante, lontana dalle riproduzioni di genere un po’ grossolane di una Bollywood ormai al crepuscolo. 
 
Angelo Santini