Fuoritraccia

Newsletter

Messaggio
  • EU e-Privacy Directive

    This website uses cookies to manage authentication, navigation, and other functions. By using our website, you agree that we can place these types of cookies on your device.

    View e-Privacy Directive Documents

Home » Recensioni » Il quadro rubato
A+ R A-
30 Apr

Al centro della narrazione un oggetto inanimato ma di grande valore sia economico che affettivo ma soprattutto riconosciuto di importante rilevanza mondiale. Un oggetto che per i più è semplicemente un quadro, un disegno ben eseguito, un abbellimento da esibire su una parete ma che per chi se ne intende davvero e ha fatto dell'arte il fulcro della propria carriera potrebbe invece rappresentare l'occasione della vita e il motivo per consacrare il proprio operato e accrescere il proprio prestigio a livello internazionale. Non si tratta infatti di un quadro qualsiasi ma di una tela che si pensava fosse andata distrutta, trafugata dai nazisti nel 1939 che nei loro scellerati piani avrebbero voluto fare piazza pulita di tutto ciò che non era riconducibile alla razza ariana e non ne incarnava i valori ritenuti fondanti.

"I girasoli" di Egon Schiele riappare in Francia al pari di un miracolo, in una modesta casa abitata da un giovane operaio. Il ritrovamento genera iniziale scetticismo perché la notizia, se fosse vera, sarebbe una di quelle rivelazioni capaci di fare tremare i polsi anche ai più esperti intenditori. Il protagonista è infatti un famoso battitore d'aste e la sua reazione iniziale è cauta e misurata perché sa bene che i facili entusiasmi sono anche i primi destinati a spegnersi in breve tempo. Eppure qualcosa gli fa propendere per arrischiarsi in un approfondimento andando direttamente di persona a Mulhouse, nella periferia parigina, per verificare che non sia davvero un falso e una conseguente delusione. In questo viaggio personale ma anche collettivo si fa aiutare da una ex moglie nonché collega e da una sua giovane stagista. Entrambe queste figure rimangono però appena delineate e accennate forse anche per ribadire la prevalenza e l'egemonia maschile nel mondo delle case d'asta.

Interessante l'indagine registica del punto di vista di ognuno dei molteplici personaggi che ruotano intorno all'opera d'arte ritrovata. Vengono esplicitati in modo molto particolareggiato sia gli umori che i pensieri che dettano i comportamenti dei tanti attori in scena. Un film corale dove il vero assoluto protagonista rimane sempre questo quadro di rilevanza e di fama mondiale. "I girasoli" di Egon Schiele sarebbe in grado di modificare le vite di tutti i personaggi coinvolti, qualora si riuscisse a pilotare il ritrovamento a proprio esclusivo vantaggio. La regia crea la giusta suspence che ci fa conoscere i retroscena di un mondo patinato ma che nasconde dietro la rilucente bellezza e il fascino ammaliatore sordide nefandezze soprattutto quando si ha la possibilità di condurre a proprio favore il gioco e si ha la fortuna di imbattersi in persone umili ma soprattutto ignoranti in materia che non hanno contezza di ciò che capita loro tra le mani.

Queste persone poco istruite, smaliziate, che si imbattono in opere d'arte senza capirne il senso ultimo rappresentano la parte genuina e vera al cospetto di giganti della menzogna capaci di manipolare e raggirare, senza troppi sensi di colpa destreggiandosi tra sgambetti e affondi. Il loro atteggiamento sembra quasi di fastidio perché non capiscono fino in fondo il valore che rivestono certe opere e sono scettiche nel vedere una tale partecipazione e un tale interesse riposto nei confronti di un oggetto che è rimasto appeso ad una parete senza che ricevesse alcun riguardo e sopra il quale si è sempre gettato uno sguardo superficiale. Forse rivestiva più appeal quel tiro al bersaglio che gli faceva compagnia sul muro. La felice intuizione di un amico di famiglia cambierà le sorti di molti. Un film che scopre le sue carte piano piano, che non ha fretta di bruciare le tappe, che fa degli sguardi e dei silenzi il suo punto forte. Per tutto il tempo vuole dirci che le scoperte più strabilianti e memorabili a volte sono il frutto di mere casualità e solo la fortuna di trovarsi al momento giusto nel posto giusto può contribuire a fare emergere tesori che si pensava fossero andati perduti per sempre. Il film mette bene in evidenza la miopia nazista intenta nel perseguire uno scopo di malvagio terrore non portando rispetto per nulla e nessuno che fosse anche solo d'intralcio al piano scellerato di conquista e sottomissione di un popolo ritenuto il male assoluto. Un film che illude lo spettatore facendo presagire prima o poi un clamoroso coupe de theatre facendo di tutto per far credere che sta per verificarsi la meno probabile delle ipotesi. 

Virna Castiglioni

 

  • Regia: Pascal Bonitzer
  • Paese: Francia, 2024
  • Genere: Drammatico
  • Durata: 91'
  • Cast: Alex Lutz, Lea Drucker, Nora Hamzawi, Louise Chevelotte, Arcadi Radeff
  • Valutazione: 4
Altro in questa categoria: « No Other Land Moon il panda »

Lascia un commento

Make sure you enter the (*) required information where indicated.
Basic HTML code is allowed.