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8 marzo a Maccarese con le donne nell'arte

Giovedì 01 Marzo 2018 19:04 Pubblicato in News
Giovedì 8 marzo, dalle ore 17.15, presso la “Casa della Partecipazione” di Via del Buttero 
a Maccarese (Fiumicino), si terrà un omaggio alle donne che lavorano nell'arte a cura dell'associazione Romaarteventi e promosso dal Comune di Fiumicino.
                                                    
Il pomeriggio verrà arricchito con incontri, proiezioni di anteprime, trailer, cortometraggi, spot, videoclip e verranno presentazioni di libripresentazioni libri, con un occhio di riguardo anche alle tematiche sociali.
 
 
PROGRAMMA:
 
- SOCIALE – presentazione e proiezione di cortometraggi contro la violenza sulle donne
 
    • “METAMORFOSI” cortometraggio che affronta il tema del femminicidio. Scritto e diretto da Gilles Rocca, con Miriam Galanti, Gilles Rocca, Manuel Ferrarini. Con la presenza della protagonista MIRIAM GALANTI
    • “CRISTALLO” diretto da MANUELA TEMPESTA, prodotto da Mediterranea Productions, promosso da Equilibra. Racconta la storia di due donne: Elena (interpretata da Daphne Scoccia) e Sofia (interpretata da Giglia Marra), vittime di violenza, la cui sofferenza si incrocia una notte in ospedale. Presenti la regista ed il cast 
    • “MADAME” regia di SUSY LAUDE prodotto da Giampietro Preziosa e Marco S. Puccioni con Marina Rocca, Dino Abbrescia Giorgia Sinicorni e Stella Egitto. Racconta la sofferenza di una donna che vorrebbe realizzarsi nel lavoro, ma la società non glielo permette. Presenti la regista, il cast e la produzione.
 
- LIBRI - presentazione libri con la presenza delle autrici 
 
    • “E volo da te” di MARIA CORRAO vincitore nel 2017 di uno dei prestigiosi premi della X edizione del concorso internazionale “Premio Alberoandronico”, Il romanzo mette in evidenza le esperienze di vita e osservazione di quanto accade quotidianamente nel mondo femminile con particolare attenzione al fenomeno dei social media. 
    • “Manolo Bolognini, la mia vita nel cinema” di CARLOTTA BOLOGNINI. L’autrice racconta ricordi visti da dietro le quinte, avendo l’autrice vissuto sempre sul set, di cui ha raccolto tantissimi episodi ed autrice anche del docu-film “Figli del set”
 
- CINEMA e MUSICA: incontri ed anticipazioni alla presenza delle autrici e artiste 
 
    • Spot “How Can we help you “, regia di ANNAMARIA LIGUORI prodotto da Rotary International: tratta di un tema delicato come le malattie rare. Lo spot ha ricevuto una menzione al Festival “Uno sguardo raro” per la direzione artistica di CLAUDIA CRISAFIO e SERENA BARTEZZATI. Presenti la regista e la direzione artistica del Festival.
    • Anteprima Videoclip “Sconnessi” di CAROLINA REY, regia di Roberto Capucci, tratto dal film SCONNESSI di Christian Marazziti. Presente CAROLINA REY. 
 
- DIBATTITO: incontro sul tema “Le donne nell’arte, nel sociale, nello sport, nel lavoro… ieri… oggi… domani” con la partecipazione delle maestranze del panorama artistico, cinematografico e di stampa, registe, scrittrici, sceneggiatrici, giornaliste, produttrici e distributrici, sportive etc. Modera l’assessore alla cultura ARCANGELA GALLUZZO insieme a FRANCESCA PIGGIANELLI, presidente dell’Associazione culturale Romarteventi.   

Cine Week per Entr'Acte

Venerdì 15 Dicembre 2017 17:01 Pubblicato in News
La Cinema Mundi Cooperativa Onlus, con il sostegno e il contributo del Municipio Roma VI, gestirà il Progetto Cine Week che verrà realizzato da Sabato 16 a Domenica 31 Dicembre 2017 al Casale Rosso (Via Raoul Chiodelli, 103) e alla Biblioteca Collina  della Pace (Via Bompieri, 16).
Il Progetto, declinato con l'iniziativa ENTR’ACTE, nasce per mostrare agli abitanti del VI° Municipio di Roma (ma non solo) le differenze tra Cinema e Televisione, tra partecipazione attiva e passiva davanti alle immagini. E’ per questo motivo che verrà presentata a spettatori diversificati - per cultura, formazione ed età – una serie di proiezioni, creando al tempo stesso momenti di incontro tra autori di pregio e cittadini interessati al Cinema.
La rassegna prevede le seguenti tematiche, ad ognuna delle quali verranno dedicati due giorni consecutivi: 1. Cartoon, Film e Teatro per Famiglie; 2. Animazione d’Autore e Cinema Grottesco in Italia; 3. Documentari e Cortometraggi; 4. Maratona e Notte Bianca Horror. All'interno di questi quattro spazi verrà costruita una serie di proiezioni, laboratori e spettacoli teatrali, musicali, cinematografici, nonché svariati incontri che - attraverso diverse fasce d'età - coinvolgeranno con continuità bambini, adolescenti, famiglie, ragazzi, adulti, anziani, cinefili.  ENTR'ACTE prevede inoltre animazioni multidisciplinari sulla Storia e Linguaggio del Cinema attraverso sequenze cinematografiche, performance teatrali/musicali ed effetti sonori e visivi, nonché laboratori/spettacoli per bambini ed adolescenti, mentre i ragazzi dai 15 ai 19 anni verranno coinvolti in una serie di incontri didattico-formativi.
 
 
Le proiezioni e gli incontri con gli autori si terranno al Casale Rosso (Via Raoul Chiodelli, 103, zona Ponte di Nona) e saranno sempre presentati da Fabio Meloni, già Direttore del Nuovo Cinema Aquila dal 2008 al 2015, e dall’attore Giulio Mezza. Saranno presenti i registi Pippo Delbono (vincitore del David di Donatello e del Premio Ubu), Angelo Orlando (vincitore del David di Donatello e del Premio Solinas), Luigi Pastore (ex-Direttore dell'Italian Horror Fest Città di Nettuno), Francesco Cinquemani (ex-Direttore del Festival Internazionale del Cinema di Ostia), Michele Mezza (giornalista e saggista, creatore di Rainews24), il cineasta-fumettista Pino Borselli, Emanuela Ponzano, Kassim Yassin, Giuseppe Sciarra, Fabio Romanelli, gli attori Mirko Frezza, Roberta Garzia e Giada Lorusso, i produttori Roberto Baratta e Pier Francesco Aiello, il saggista e critico cinematografico Francesco Lomuscio, il musicista Marcello Fraioli (che curerà la sonorizzazione del classico del muto “Entr’Acte”, che da il nome alla rassegna). I laboratori si terranno alla Biblioteca Collina della Pace (Via Bompieri, 16, Borgata Finocchio) e saranno curati da ‘Le Moscerine’ nonché dalla coppia di attrici Erika Zambelli e Valeria Romanelli.
 
Verranno inoltre proiettati lavori candidati all’Oscar e premiati al Festival di Cannes, al Festival del cinema d’animazione di Annecy, al Festival del cinema fantastico di Sitges, al Locarno Film Festival e al Torino Film Festival.  Alcuni particolari Focus verranno dedicati a due casa di produzione italiane - la pluripremiata ‘Lanterna Magica’, dedita al cinema d’animazione, e la ‘Revok’, attiva nel corto d’ispirazione fantastico-visionaria - ai cortometraggi della ben nota coppia di autori filmici e teatrali Flavia Mastrella ed Antonio Rezza, ai documentari dedicati da Giancarlo Soldi ai fumetti della Sergio Bonelli Editore. Da non perdere poi la retrospettiva completa dei documentari di ricerca firmati da Pippo Delbono e l’omaggio al Maestro del Cinema horror-indie statunitense George A. Romero, recentemente scomparso.
 
La direzione artistica ha inteso premiare nella selezione il cinema italiano, per lo più indipendente, che ha dimostrato di possedere un spiccata sensibilità per l’espressività dell’immagine - specie se realizzato da autori che portano avanti una ricerca filmica parallela a quella teatrale - i cineasti molto attivi al di fuori dei confini nazionali (e spesso più premiati ed apprezzati all’estero che in Italia), i settori fin troppo trascurati dalla nostra industria filmica (il cinema di genere e sperimentale, che spesso si equivalgono), l’immaginario visionario, modernista e di ‘pura immagine’ che non rinuncia ad affrontare problematiche ben rappresentative del nostro paese quali il razzismo, l’immigrazione, il terrorismo, la precarietà, il rapporto col passato e con la religione, l’alienazione e l’emarginazione, i disagi familiari, la periferia. Il tutto traendo ispirazione dal Manifesto del cinema dadaista “Entr’Acte” (1924) di Renè Clair, nato per essere proiettato durante l’intervallo tra i due tempi di un balletto e divenuto in breve tempo l’opera-simbolo della Settima Arte intesa come forma d’avanguardia artistica. Una storia che speriamo sia prossima a ripetersi.
 
L'iniziativa è gratuita fino ad esaurimento dei posti disponibili.
 
Maggiori informazioni sul programma nel dettaglio alla pagina facebook 

The Party

Lunedì 27 Febbraio 2017 22:27 Pubblicato in Recensioni
The Party porta brio e caffeina nel grigio e spento Febbraio berlinese. Dopo una serie di deludenti film in concorso, questa black comedy girata in bianco e nero, della durata esigua di 71 minuti, risulta essere l’opera più interessante. Sferzante e tagliente al punto giusto, ci sveglia dai nostri sonni sulle poltrone del Berlinale Palast. Perché il film diretto e scritto dalla britannica Sally Potter maschera per poi rivelare, con un ritorno al punto di partenza disseminato di segreti che vengono a galla, che scioccano e divertono all’ennesima potenza. 
 
Il film si apre col botto per poi rilassarsi. Il luogo della festa/cena è la casa di Janet (Kristin Scott Thomas) e Bill (Timothy Spall). La coppia riunisce gli amici più cari per festeggiare una vittoria politica. I primi ospiti ad arrivare sono April (Patricia Clarkson) e Gottfried (Bruno Ganz). Acidissima lei e aroma-terapista lui. Da subito si capisce che Bill ha qualche problema, indifferente alla parole di Gottfried, si posiziona al centro della stanza intenzionato a bere fino ad ubriacarsi e ad ascoltare musica mista proveniente dal suo adorato vinile. Le donne sparlano a più non posso quando vengono disturbate dal suono del campanello: sono arrivate Martha (Cherry Jones) e Jinny (Emily Mortimer), lesbiche in attesa di ben 3 figli. Il loro arrivo alza l’asticella dell’inquietudine. L’ansia si fa largo tra i commensali, esplodendo copiosa quando fa il suo ingresso in scena Tom (Cillian Murphy). Sarà quest’ultimo che accenderà la miccia della bomba che nessuno vorrebbe far dipanare, ma che tutti sanno essere pronta alla detonazione. La frenesia e l’irrequietezza di Tom, facile alla cocaina, portano dritti alla rivoltella che tiene nascosta sotto la giacca e da qui in poi vi lasciamo il piacere di scoprire con i vostri occhi il circus che ne divamperà.
 
Maldestramente escluso dai premi della Berlinale edizione 67, The “theatrical” Party, non solo The Party, perché abbiamo a che fare con il teatro che incontra il cinema, è un film con tanta forma e sostanza. Un grande conflitto borghese in un piccolissimo spazio, quattro mura che uccidono e divertono allo stesso tempo. Sally Potter ci regala dialoghi frizzanti al vetriolo ed una regia robusta e omogena. Chiusi in un salotto, dove non proviamo claustrofobia, libera l’estro dei protagonisti, che offrono prove attoriali di assoluto livello. L’autrice inglese ci offre un film che potrebbe gridare al déjà vu. Con mano graffiante riesce a scardinare gli stereotipi ad esso legati, attualizzandolo e portandolo da film da camera a film con vista sul mondo, focalizzandosi sulle sue mode ed ideali. Lo spettatore è su un’altalena: si alternano tragedia e humor, rendendo così The Party godibile e per nulla banale. L’ascesa dei personaggi, che fanno in mille pezzi la proprie maschere, è travolgente e schizzata. Nevrosi che esplodono in un salotto, nel quale si sentirebbe a suo agio anche Woody Allen. 
 
Con un azzeccato bianco e nero, omaggio a Hitchcock ed al cinema noir, le espressioni sui volti assumono sfumature diverse, più marcate e di conseguenza il messaggio arriva forte e chiaro.  Il film della Potter è la realizzazione dell’incubo di Perfetti Sconosciuti. Innovativo ed in parte assimilabile all’egocentrico Birdman, The Party è la fiera della mezza età e delle sue frustrazioni. Si battagliano: gli oggettivi contro gli spirituali e gli indifferenti in lotta con i concettuali. Questo loro farsi male per davvero è la cosa che funziona di più.
 
La regista di Orlando (1992) sceglie l’anno della Brexit per l’uscita del suo The Party. Sarà un caso? Il dilemma: restare (amare che fa rima con fedeltà) o uscire (tradire), calza veramente a pennello. 
 
 
David Siena

The Dinner

Lunedì 20 Febbraio 2017 22:18 Pubblicato in Recensioni
Tutti aspettavamo con curiosità The Dinner, ultimo lavoro di Oren Moverman, in concorso qui a Berlino per l’Orso d’Oro. Tratto del best seller omonimo di Herman Koch e secondo adattamento cinematografico dopo il riuscito I nostri ragazzi (2014), del nostro Ivano De Matteo. Come accade di sovente quando le aspettative sono alte, il prodotto non sempre le mantiene. Purtroppo questo The Dinner non fa eccezione. Lo stuzzicante contesto nel quale si svolgono i fatti e vengono sviscerati i ricordi è gestito con un po’ di esteriorità e non usato come valore aggiunto. L’anima del libro è dimenticata e il film risente di una regia monotona e greve, che ci fa rimanere la cena indigesta. 
 
Teatro nel quale si svolgono i fatti è un prestigioso ristorante. Cena organizzata per discutere affari famigliari tra due fratelli con carriere e passati diametralmente opposti, accompagnati dalle mogli. Stan Lohman (Richard Gere) è un famoso politico candidato al ruolo di governatore. Paul Lohman (Steve Coogan) è un insegnante di storia con alle spalle problemi di depressione. Tra loro il rapporto è sempre stato teso, visto che la madre ha sempre preferito Stan, portando così Paul a sentirsi inferiore e di conseguenza a soffrire di insicurezze. Katelyn (Rebecca Hall) e Claire (Laura Linney), la prima moglie di Stan con poca personalità, la seconda invece compagna complice ed affettuosa, assistono all’acceso dialogo dei relativi compagni, contribuendo a raffreddare l’aspro diverbio che divampa come un’incontrollabile falò. I rispettivi figli hanno commesso un atto riprovevole: è questo il piatto forte della cena. Un segreto che mette le due famiglie alla prova. Una sorta di Carnage (2011), peccato che la riuscita del film sia inappagante rispetto all’ottima opera di Roman Polanski. 
 
Moverman, dopo il promettente The Messenger (2009), aveva già dato segno di flessione con Time out of mind (2015); ora prende in mano un egregia base narrativa, dalla quale non riesce ad estrapolarne tutta l’essenza. La sua è una regia monocorde, poco creativa e senza una vera visione. Perde per strada anche l’iniziale sarcasmo; figura retorica che è il fulcro del romanzo. E’ proprio nel non seguire ed assecondare il senso del racconto il difetto più evidente di The Dinner e di conseguenza le riflessioni morali ed etiche riescono solo in parte a farsi largo. I personaggi dovrebbero fingere di essere quello che realmente non sono, ma qui non succede. Anche le prove attoriali dell’intero cast risultano sottotono. Certamente l’estrema verbosità dei dialoghi non aiuta, ma la quota d’espressione è decisamente grigia.
La pellicola è divisa in sequenze come se fossero parti di un menù. Le portate, presentate simpaticamente dal capo del servizio, cercano di sdrammatizzare il tutto, ma anche queste non riescono nello scopo di far uscire il film dalla spirale del pesante. Pietanze che rimangono sullo stomaco allo spettatore, complici anche i flashback (troppi), che non aiutano ad uscire da un climax troppo carico e gravoso. 
Manca chiarezza ed anche noi come i protagonisti non usciamo dall’oscurità, anzi ci perdiamo irrimediabilmente in domande senza risposta. 
 
The Dinner cerca di mostrarci, e questo in parte lo fa, quello che si cela dietro alle società perbene dell’intero pianeta: una finta unità che nasconde ancora profondi odi razziali. Un’unione solo di facciata, perché le divisioni ci sono e sono riscontrabili nei fatti di cronaca nera. Povertà di condotta in mondo che si sente unito solo dai social network. Almeno quest’ultima riflessione ci rende la parte finale del pasto meno amara, un dolce digestivo, che suo malgrado non riesce a smaltire un’ottima materia prima dosata male.
 
David Siena