Una torta composta da molti ingredienti ma perfettamente amalgamati per donare allo spettatore la convinzione di aver assaporato qualcosa di nuovo, strano, ma sicuramente ricercato e di ottima esecuzione.
Il film racconta la storia drammatica di un boss di un cartello del narcotraffico messicano. Manitas è un feroce criminale. La sua vita prende una svolta quando il suo desiderio di abbandonare un' esistenza pericolosa diventa impellente ma soprattutto si risveglia in lui quella volontà, sopita a lungo, di mutare anche il genere sessuale di nascita. Nell' ombra nel quale si muove disinvolto, intercetta l’avvocato Rita Castro vedendo in lei chi potrebbe riuscire, dietro lauto compenso, a realizzare il suo sogno, permettendogli di ricostruirsi, impunito, una nuova identità.
Rita Castro, interpretata magistralmente da Zoe Saldana, è una giovane donna di colore brillante e preparata nella sua professione forense ma dipendente da un capo bianco meno dotato di lei. Le arringhe vincenti presentate in aula dal suo superiore sono frutto unicamente del suo studio e della sua preparazione. Sebbene non sia orgogliosa di difendere criminali e colpevoli certi, è costretta a farlo conseguendo sempre anche ottimi risultati. In una società malata e corrotta dal denaro chi è più ricco ha anche la possibilità di comprarsi l’assoluzione, indipendentemente dal reato commesso. Quando due insoddisfazioni si incontrano l’unione di intenti può fare miracoli.
Castro accetterà, per denaro e voglia di riscatto, di assecondare il desiderio di Manitas di realizzare un profondo cambiamento. Manitas non sarà l’unico personaggio ad evolversi a e cambiare. Lui, la sua giovane moglie Jess (altra interpretazione vincente affidata a Selena Gomez) e la giovane avvocatessa rappresentano nel racconto tre riscatti, tre ripartenze, tre rivincite, tre evoluzioni. Il regista anche nelle sue pellicole precedenti è sempre stato molto interessato alle storie di cambiamenti ed Emilia Perez non fa eccezione.
Attraverso la musica, le coreografie e le canzoni Jacques Audiard racconta una storia nera senza sminuire e banalizzare mai. Ci trasporta in un melodramma, in un musical mantenendo però sempre vigile il focus su un racconto di riabilitazione morale.
La regia opera un iniziale straniamento funzionale a catturare totalmente l’attenzione dello spettatore. Una volta agganciato quest’ultimo viene trascinato in un vortice di musica orecchiabile, balli, canzoni riuscendo nel compito assai difficile di non perdere mai il baricentro sul racconto di un’esistenza violenta e criminale. Lo spettatore si ritrova totalmente coinvolto, attratto dalla vicenda umana e incuriosito da un racconto estremamente lucido che si avvale però molto dei toni edulcorati della commedia e del musical. Le attrici scelte sono perfettamente in parte, sanno incarnare modelli diversi, sono paradigmi differenti di come si può subire il male e di come ci si può ribellare ad esso. Se per l’avvocato la conoscenza, lo studio, la preparazione meticolosa sono lo strumento di affrancamento e di rivincita per il Chapo è il pentimento che smuove la coscienza e riabilita un vecchio sogno di essere qualcun altro rinnegando il passato che lo ha reso potente e ricchissimo quanto disumano. Jess è la giovane moglie che vive di passione e si abbandona ad essa totalmente relegando la razionalità e il bene supremo ad un angolo sempre più piccolo fino a farlo scomparire del tutto.
Audiard si conferma abile nel comporre un affresco a tinte forti capace di suscitare continuamente emozioni. Il film si conclude, forse, nell'unico modo possibile e anche un pò prevedibile ma, da maestro consumato, sa stupire ancora un'ultima volta per mettere il punto finale ad un opera che spariglia le carte ma lo fa per ricomporre subito dopo un meraviglioso nuovo disegno.
Virna Castiglioni