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Il mio giardino persiano

Lunedì 27 Gennaio 2025 15:05 Pubblicato in Recensioni

Ambientato in Iran, con protagonista una coppia di anziani, è la storia di una profonda solitudine. Mahin è una donna vedova da molto tempo e con la figlia lontana, emigrata in Europa. Trascorre il suo tempo principalmente in casa accudendo le piante del suo bellissimo giardino. Non vede molto spesso le amiche anche se vorrebbe e non ha neppure occasione di frequentare luoghi pubblici in cerca di nuove amicizie. Questo anche perché vive a Teheran dove vige un controllo serrato e dove la polizia morale esige il rispetto di regole severissime, alcune assurde. Però un giorno, a pranzo in un ristorante, nota un uomo anch'esso solo e scatta in lei qualcosa. È ora di prendere di nuovo in mano la vita, ricominciare a volersi bene, dare ascolto alle amiche che la vorrebbero di nuovo sistemata. Al tavolo opposto al suo siede un uomo anch'esso solitario e decide di fare il primo passo. Un passo faticoso ma necessario per cercare di ritrovare un po' di felicità. "Il mio giardino persiano" che nel titolo originale, in linea con il finale scelto si intitola "My favourite cake" è un film delicato, che parla di buoni sentimenti, della capacità di affidarsi a qualcuno e anche della voglia, dopo tante rinunce e troppi dolori, di prendersi una rivincita e di lasciare il passato alle spalle ricominciando a ridere ancora, a ballare di  nuovo, a divertirsi. Tutti hanno diritto ad essere felici e, a volte, basta davvero poco per riuscirci. Il film si avvale di un cast di attori che recita con grande naturalezza conferendo alla storia raccontata un sapore genuino. La coppia formata dagli attori Lili Farhadpour e Esmaeel Mehrabi ha una chimica speciale e fa immediatamente scattare la vicinanza con lo spettatore. Quest' ultimo è anch'egli invitato, come il tassista timido e impacciato Faramarz, a varcare la soglia e ad entrare in una casa umile ma decorosa dove non risuona ancora la musica ma ha tutto quello che serve per iniziare a danzare. Purtroppo, si sa, al destino piace giocare brutti scherzi e non sempre quello che sembra essere naturale, giusto, auspicabile e prevedibile avviene. Un peccato veniale commesso per rendersi più sicuro di sé stesso e non rischiare di sfigurare si trasforma nella causa involontaria che fa crollare tutto il castello di sogni che si stava faticosamente costruendo. Non resta nient'altro da fare, ancora una volta, che accettare la mala sorte ma continuare a lottare per raggiungere un posto al sole e non spegnere mai più le luci che, riparate da mani pazienti e amorevoli, hanno saputo rischiarare un angolo di mondo rimasto al buio per troppo tempo. Il racconto privato, così emozionante, è anche una critica sottile e velata ma persistente al regime repressivo iraniano, soprattutto nei confronti delle donne, che nega loro, a differenza degli uomini con cui si mantiene più lasco, fondamentali diritti che agli occhi degli occidentali sembrano impossibili da mettere in discussione ma per coloro che vivono in Iran sono invece sempre in bilico e possono essere disconosciuti da un momento all'altro.

Virna Castiglioni

Grande successo e grandi emozioni, Domenica 19 Gennaio 2025 al cinema La Compagnia di Firenze alla presenza del cast artistico e tecnico, all’anteprima del film Gli imprevisti, diretto da Alberto Cavallini e Alessandro Ingrà e interpretato da Alessandro Ingrà,Alessandro Paci,Emanuela Tittocchia,Graziano Salvadori,Chiara Sani eBruno Santini, con la partecipazione straordinaria diAlvaro Vitali.

Le riprese del film, di genere poliziesco-azione con momenti di comicità, si sono svolte tra Firenze, Prato e Sesto Fiorentino nel mese di Maggio.

Primo Fineschi è un capo ispettore dell’antidroga che opera con la sua squadra di quattro unità in borghese. Quando è in pattuglia fa coppia con il collega Giulio; l’altra squadra è formata da Corrado e Antonia. La squadra ottiene sempre ottimi risultati nelle operazioni, ma ad un certo punto succede qualcosa che sembra ribaltare questa tendenza. Durante un tentativo fallito di retata di un gruppo di narcotrafficanti, Primo viene avvertito che Helena, la sua fidanzata, è sparita. È proprio l’ex marito di Helena, Damiano, ad avvertirlo. Nello stesso momento Primo viene anche a sapere che il figlio Gabriele è invischiato in una faccenda di droga e sospettato di omicidio. La spirale si è invertita nella vita dell’ispettore Primo Fineschi: tutto sembra così incredibilmente incomprensibile. Le operazioni professionali non vanno benissimo e la sua vita privata è in pericolo… ma questi due fattori potrebbero essere collegati?”

Il film vede il ritorno al cinema di Emanuela Tittocchia, attrice che inizia la sua carriere a teatro, prosegue interpretando ruoli in fiction e soap televisive (ricordiamo Centovetrine, Un posto al sole, Non smettere di sognare) e si dedica poi alla tv con conduzioni di programmi Rai e Mediaset, partecipazioni a reality e presenze in trasmissioni in qualità di ospite e opinionista. Ne Gli imprevisti la Tittocchia interpreta il personaggio di Helena, ruolo chiave nel film.

 

 

L’abbiamo incontrata alla Prima del film e al termine della proiezione, con occhi lucidi e visibilmente molto emozionata, ci racconta: “È stata un’esperienza straordinaria per me! Non avevo visto il film, l’ho voluto vedere per la prima volta al cinema con il pubblico per sentire la reazione degli spettatori e cercare di assistere alla proiezione da spettatrice. Al mio personaggio succede di tutto. È stato tutto molto emozionante quando mi sono rivista. Senza anticipare troppo, posso dire che alcune scene del film sono molto crude e reali. E’ stata una bella sfida per me, sono molto soddisfatta. Auguro a questo film tutto il bene del mondo e ringrazio chi ha scelto di avermi nel cast: i registi Alessandro Ingrà e Alberto Cavallini. Ringrazio anche Gianluigi Martino per avermi presentato i registi e aver creduto in me”.

 

Un applauso anche gli altri attori, tutti bravissimi: Alisea Batazzi, Aurora Giunta, Giuseppe Ferraro, Massimo Pascucci, Francesca Maroni, Massimo Morselli, Alessandro Pollastri, Silvia Picchiani, Giuseppe Tommasello, Benedetta Giuntini, Barbara Kal, Davide Germani, Matilde Gonfiantini, Simone Berni, Sara Mascello, Domenico Iapello, Tommaso Bacci, Giancarlo Scolari, Ivan Izzo, Silvana Del Grosso, Federico Bedocchi, Marco Gistri, Anna Titone, Cinzia Oliveri, Carlo Lodigiani, Gaia Campagna, Paolo Borghini, Gloria Rosa, Tiziana Ruberto, Greta Cinotti, Lorenzo Bissolotti, Lucia Bonciolini, Alessio Bastianini, Dylan Cutini, Laura Margheri, Daniele Michelini, Lucrezia Grande, Massimiliano Matti, Filippo Brancato, Sara Nesti, Matteo Benvenuti, Gaia Senesi, Marianna Pippa, Elettra Pucci.

Il montaggio, curato da Laura Mileto, è realizzato con grande cura e riesce a dare adrenalina e suspense, anche grazie alle musiche.

Da Giovedì 23 Gennaio il film è in programmazione al cinema OmniaMultiplex Omniacentera Prato, poi lo vedremo in altri cinema e su Amazon Prime.

La storia si fa con gli ultimi, prima con le armi e le bombe, poi con la matita e le schede elettorali. E’ una delle tanti espressioni pronunciate dal Benito Mussolini di Luca Marinelli nella serie diretta da Joe Wright,  M – Il Figlio del Secolo. Si parla di una serie evento ed è proprio su questo aspetto che è necessario soffermarsi.  Nelle ultime ore la stampa ha parlato di un contenuto unico nel suo genere quello diretto dal regista anglosassone di Espiazione e Orgoglio e Pregiudizio, il virtuoso Joe Wright. Da un occhio clinico e attento come il suo non ci si poteva aspettare nulla di diverso da una serie di ampissimo respiro e di rara capacità seduttiva, con un protagonista strisciante e sopra le righe, spesso anche capace di strappare un mezzo sorriso. Perché in effetti si ride a metà o per essere più precisi, si accenna al riso per la bestialità del Mussolini di Marinelli e per la sua capacità disarmante di mutare continuamente idee e apparenza, sempre a proprio vantaggio e nella completa incuranza del prossimo.

Un uomo che vive in funzione del suo personaggio, acutamente edificato per trainare i più fragili, per destare i sentimenti più arditi e irrazionali nei disillusi, nel popolo dei reduci, reietti, mutilati, degli eroi dimenticati della grande guerra. Il tono adottato da Wright e dagli sceneggiatori Stefano Bises e Davide Serino, è quello del grottesco, della farsa, occupando quello spazio tra il bene assoluto e il male assoluto. Una scelta che si ritrova rappresentata in prima persona dai personaggi, così parodistici, quasi presi in prestito dal circo, vicini all’immagine dei saltimbanchi e come loro, sempre pronti a ingannare sbeffeggiando il principio, demolendo la democrazia. In virtù della sua natura eccentrica e grottesca, la serie abbandona il respiro più autorevole e serio della quadrilogia di Antonio Scurati, ripercorrendo in chiave eccentrica l’ascesa politica del trentacinquenne Mussolini, sposato, già padre e già fondatore dei fasci di combattimento.  Racconto quindi controverso, costellato di errori e grandi intuizioni, molte delle quali dovute essenzialmente alla virtù più marcata di questo personaggio: la capacità di scegliere e circondarsi di persone brillanti. Se da un lato si assiste alla nascita di un partito, di un ideale, di un’illusione che mano a mano nutre un progetto sempre più concreto, dall’altro si mostra impietosamente quella che fu l’incapacità di arrestare questo movimento e di opporre resistenza alla sua ascesa. Luca Marinelli è irriconoscibile, come si sperava, e lo è nella misura in cui riesce a restituire un ritratto così inedito e ammaliante, capace di sedurre e indignare. Istrione e bestia, nelle accezioni più strette. La difficoltà nell’interpretazione è stata accompagnata dalla sospensione del giudizio senza mai permettere al personaggio di invadere la parte psicologica, legata all’inconscio, come lo stesso Marinelli ha dichiarato poco prima dell’uscita della serie. La nota positiva è che come previsto la serie suscita e continuerà a suscitare discussioni aperte e sempre più accese, segnale confortante che dimostra quanto faccia bene a tutti il confronto e lo scontro di idee. Quanto tutto ciò sia d’aiuto a mantenere viva una democrazia sempre più incerta che dobbiamo strenuamente difendere. 

 

 

 

Giada Farrace

Sono ufficialmente iniziate a fine 2024 le riprese di …e continuano a mangiare fagioli, docufilm omaggio ai film interpretati da Bud Spencer e Terence Hill.

Tra western e comedy, ricco di battute iconiche, scazzottate e con l’immancabile Dune Buggy rossa con cappottina gialla nel mezzo, il progetto, diretto da Daniel Mercatali, nasce da una raccolta fondi che ha coinvolto i fan e si ispira al libro I fagioli comunque… erano uno schifo di Marcello Vicini, che ne è anche produttore insieme a Human Film InternationalEverglades FilmNevada FilmElia Pascoli e Paolo Lustica. con il sostegno della famiglia Zingarelli, erede di Italo Zingarelli produttore storico di …più forte ragazzi!, dei due film su Trinità e di Io sto con gli ippopotami, oltre che della famiglia Barboni, erede di E.B. Clucher alias Enzo Barboni, celebre regista italiano dei Trinità e di tanti altri lungometraggi della coppia.

A fornire le proprie testimonianze nel docufilm sarà un cast stellare comprendente Sal Borgese (l’indigeno Anulu di Chi trova un amico trova un tesoro), Franco Micalizzi (autore della colonna sonora di Lo chiamavano Trinità), l'attore Spagnolo Manuel de Blas (il mitico Paganini di …altrimenti ci arrabbiamo!), Ernesto Gastaldi (sceneggiatore de Il mio nome è nessuno), Yanti Somer (la figlia dei contadini di …continuavano a chiamarlo Trinità), gli stunt Ottaviano Dell’AcquaFranco Moruzzi e Pietro Torrisi, l'attrice Martina Palladini (Il ladro di stelle cadentiBuio come il cuore), Roberto Lucchi, artigiano designer di cappelli, e tanti altri nomi importanti che verranno presto svelati.

Con la fotografia di Davide Mancori e l’arte visiva multimediale di Alberto Baldisserotto, (già produttore e disegnatore della collana ufficiale a fumetti Trinità & Bambino, le riprese di …e continuano a mangiare fagioli si svolgeranno tra Italia, San Marino, Francia e Spagna.

 

Distribuito da Saturnia Pictures sulle principali piattaforme streaming internazionali quali Prime VideoChili TVGoogle Play e Apple Tv…e continuano a mangiare fagioli si appresta ad essere un’avventura cinematografica senza precedenti. Sono previste anteprime nelle principali città italiane e anche ad Amelia, terra natale della famiglia di Terence Hill, per onorare le sue radici.

Fondamentale il sostegno del Main Sponsor Melandri Gaudenzio srl, nonché di sponsor minori italiani e sammarinesi: fratelli Pietta, Roberto Lucchi, 02 e Officina del capello, F.M. New Gym 2000.

La leggenda, quindi, sta per tornare, celebrando il passato e strizzando l’occhio al futuro tra una fagiolata e l’altra!

Photo credits: Giulio Mercatali