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Oh Canada - I tradimenti

Giovedì 16 Gennaio 2025 15:17 Pubblicato in Recensioni
A distanza di oltre quarant’anni Paul Schrader e Richard Gere tornano a collaborare per portare sul grande schermo la biografia di Leonard “Leo” Fife, documentarista statunitense naturalizzato canadese. Tratto dal libro “i tradimenti” (Foregone) di Russell Banks il racconto è una lunga intervista che Fife in punto di morte e, assistito dall’ultima giovane moglie, concede a due dei suoi migliori ex alunni per svelare i segreti della sua vita facendo emergere verità tenute nascoste agli altri e un po' celate anche a se stesso.
Gere ha sempre la statura che lo ha consacrato attore di talento, il contraltare Job Elordi che interpreta lo stesso personaggio in età giovanile ha ancora una lunga strada da percorrere anche se il suo ricco potenziale è già evidente.
Il film non suscita particolari emozioni, si mantiene tiepido e quasi didascalico. Quello che emerge, con forza nell’impianto, è la padronanza del mezzo cinematografico da parte di un regista che sa di essere bravo e non perde occasione per mettere in mostra le sue doti di cineasta navigato.
Utilizzo di due formati di ripresa diversi: fullscreen e widescreen, uso sapiente di bianco e nero e colore, alternanza funzionale di primi piani e panoramiche, combinazione di realtà e finzione, presente infarcito di flashback ben raccordati.
Purtroppo non basta affidarsi totalmente alla tecnica e alla bravura degli interpreti scelti per costruire un racconto in grado di rimanere nel cuore e nella mente dello spettatore. Qui c’è molto mestiere ma molta poca anima e si arriva alla fine della proiezione senza esserne troppo dispiaciuti.
Il lungometraggio non ha la forza propulsiva affinché lo spettatore si possa immedesimare o quanto meno possa capire, forse anche giustificare le scelte compiute oppure semplicemente odiare per il modo disinvolto e per nulla rispettoso degli altri di condurre l’esistenza.
Per tutta la durata si viene investiti da una serie di fatti, di episodi, di circostanze, di avvenimenti che non sono però mai anche supportati dalla giusta dose di pathos. Per questo il racconto rimane forse fedele al vero ma risulta poco interessante, non memorabile, scivola nella mente che non rimane impressionata, colpita, non tocca le giuste corde del cuore e non interroga l’anima. Tutto si mantiene neutro con nessun momento di vera commozione, di vero patimento, di vicinanza o repulsione ad un uomo che si spoglia in punto di morte della maschera della rispettabilità.
Assistiamo alla registrazione di una confessione ma non siamo portati ad empatizzare e dopo poco siamo anche un po' annoiati dalle imprese di un uomo che codardamente riesce a farsi riformare dall’esercito americano, vorrebbe prendere parte alla rivoluzione castrista a Cuba ma non riesce ad andare oltre la Florida, diserta in Canada e nel frattempo vive, in modo libertino la sua vita sentimentale, non curante di fare del male a donne e ai figli che ne conseguono.
Acclamato e osannato nella vita pubblica la sua confessione prima di spirare è il rovescio della medaglia che cela il lato più vigliacco e superficiale dell’aver vissuto i rapporti umani fuggendo in continuazione dalle responsabilità inseguendo un sogno che mutava repentinamente e non gli lasciava mai il giusto tempo di prendere la decisione meno egoistica e decisamente più nobile.
 
Virna Castiglioni
 

Emilia Perez

Giovedì 09 Gennaio 2025 15:11 Pubblicato in Recensioni

Una torta composta da molti ingredienti ma perfettamente amalgamati per donare allo spettatore la convinzione di aver assaporato qualcosa di nuovo, strano, ma sicuramente ricercato e di ottima esecuzione.

Il film racconta la storia drammatica di un boss di un cartello del narcotraffico messicano. Manitas è un feroce criminale. La sua vita prende una svolta quando il suo desiderio di abbandonare un' esistenza pericolosa diventa impellente ma soprattutto si risveglia in lui quella volontà, sopita a lungo, di mutare anche il genere sessuale di nascita. Nell' ombra nel quale si muove disinvolto,   intercetta l’avvocato Rita Castro vedendo in lei chi potrebbe riuscire, dietro lauto compenso, a realizzare il suo sogno, permettendogli di ricostruirsi, impunito, una nuova identità.

Rita Castro, interpretata magistralmente da Zoe Saldana, è una giovane donna di colore brillante e preparata nella sua professione forense ma dipendente da un capo bianco meno dotato di lei. Le arringhe vincenti presentate in aula dal suo superiore sono frutto unicamente del suo studio e della sua preparazione. Sebbene non sia orgogliosa di difendere criminali e colpevoli certi, è costretta a farlo conseguendo sempre anche ottimi risultati. In una società malata e corrotta dal denaro chi è più ricco ha anche la possibilità di comprarsi l’assoluzione, indipendentemente dal reato commesso. Quando due insoddisfazioni si incontrano l’unione di intenti può fare miracoli.
Castro accetterà, per denaro e voglia di riscatto, di assecondare il desiderio di Manitas di realizzare un profondo cambiamento. Manitas non sarà l’unico personaggio ad evolversi a e cambiare. Lui, la sua giovane moglie Jess (altra interpretazione vincente affidata a Selena Gomez) e la giovane avvocatessa rappresentano nel racconto tre riscatti, tre ripartenze, tre rivincite, tre evoluzioni. Il regista anche nelle sue pellicole precedenti è sempre stato molto interessato alle storie di cambiamenti ed Emilia Perez non fa eccezione.
Attraverso la musica, le coreografie e le canzoni Jacques Audiard racconta una storia nera senza sminuire e banalizzare mai. Ci trasporta in un melodramma, in un musical mantenendo però sempre vigile il focus su un racconto di riabilitazione morale.
La regia opera un iniziale straniamento funzionale a catturare totalmente l’attenzione dello spettatore. Una volta agganciato quest’ultimo viene trascinato in un vortice di musica orecchiabile, balli, canzoni riuscendo nel compito assai difficile di non perdere mai il baricentro sul racconto di un’esistenza violenta e criminale. Lo spettatore si ritrova totalmente coinvolto, attratto dalla vicenda umana e incuriosito da un racconto estremamente lucido che si avvale però molto dei toni edulcorati della commedia e del musical. Le attrici scelte sono perfettamente in parte, sanno incarnare modelli diversi, sono paradigmi differenti di come si può subire il male e di come ci si può ribellare ad esso. Se per l’avvocato la conoscenza, lo studio, la preparazione meticolosa sono lo strumento di affrancamento e di rivincita per il Chapo è il pentimento che smuove la coscienza e riabilita un vecchio sogno di essere qualcun altro rinnegando il passato che lo ha reso potente e ricchissimo quanto disumano. Jess è la giovane moglie che vive di passione e si abbandona ad essa totalmente relegando la razionalità e il bene supremo ad un angolo sempre più piccolo fino a farlo scomparire del tutto.

Audiard si conferma abile nel comporre un affresco a tinte forti capace di suscitare continuamente emozioni. Il film si conclude, forse, nell'unico modo possibile e anche un pò prevedibile ma, da maestro consumato, sa stupire ancora un'ultima volta per mettere il punto finale ad un opera che spariglia le carte ma lo fa per ricomporre subito dopo un meraviglioso nuovo disegno.

Virna Castiglioni

Il mio giardino persiano

Lunedì 27 Gennaio 2025 15:05 Pubblicato in Recensioni

Ambientato in Iran, con protagonista una coppia di anziani, è la storia di una profonda solitudine. Mahin è una donna vedova da molto tempo e con la figlia lontana, emigrata in Europa. Trascorre il suo tempo principalmente in casa accudendo le piante del suo bellissimo giardino. Non vede molto spesso le amiche anche se vorrebbe e non ha neppure occasione di frequentare luoghi pubblici in cerca di nuove amicizie. Questo anche perché vive a Teheran dove vige un controllo serrato e dove la polizia morale esige il rispetto di regole severissime, alcune assurde. Però un giorno, a pranzo in un ristorante, nota un uomo anch'esso solo e scatta in lei qualcosa. È ora di prendere di nuovo in mano la vita, ricominciare a volersi bene, dare ascolto alle amiche che la vorrebbero di nuovo sistemata. Al tavolo opposto al suo siede un uomo anch'esso solitario e decide di fare il primo passo. Un passo faticoso ma necessario per cercare di ritrovare un po' di felicità. "Il mio giardino persiano" che nel titolo originale, in linea con il finale scelto si intitola "My favourite cake" è un film delicato, che parla di buoni sentimenti, della capacità di affidarsi a qualcuno e anche della voglia, dopo tante rinunce e troppi dolori, di prendersi una rivincita e di lasciare il passato alle spalle ricominciando a ridere ancora, a ballare di  nuovo, a divertirsi. Tutti hanno diritto ad essere felici e, a volte, basta davvero poco per riuscirci. Il film si avvale di un cast di attori che recita con grande naturalezza conferendo alla storia raccontata un sapore genuino. La coppia formata dagli attori Lili Farhadpour e Esmaeel Mehrabi ha una chimica speciale e fa immediatamente scattare la vicinanza con lo spettatore. Quest' ultimo è anch'egli invitato, come il tassista timido e impacciato Faramarz, a varcare la soglia e ad entrare in una casa umile ma decorosa dove non risuona ancora la musica ma ha tutto quello che serve per iniziare a danzare. Purtroppo, si sa, al destino piace giocare brutti scherzi e non sempre quello che sembra essere naturale, giusto, auspicabile e prevedibile avviene. Un peccato veniale commesso per rendersi più sicuro di sé stesso e non rischiare di sfigurare si trasforma nella causa involontaria che fa crollare tutto il castello di sogni che si stava faticosamente costruendo. Non resta nient'altro da fare, ancora una volta, che accettare la mala sorte ma continuare a lottare per raggiungere un posto al sole e non spegnere mai più le luci che, riparate da mani pazienti e amorevoli, hanno saputo rischiarare un angolo di mondo rimasto al buio per troppo tempo. Il racconto privato, così emozionante, è anche una critica sottile e velata ma persistente al regime repressivo iraniano, soprattutto nei confronti delle donne, che nega loro, a differenza degli uomini con cui si mantiene più lasco, fondamentali diritti che agli occhi degli occidentali sembrano impossibili da mettere in discussione ma per coloro che vivono in Iran sono invece sempre in bilico e possono essere disconosciuti da un momento all'altro.

Virna Castiglioni

Grande successo e grandi emozioni, Domenica 19 Gennaio 2025 al cinema La Compagnia di Firenze alla presenza del cast artistico e tecnico, all’anteprima del film Gli imprevisti, diretto da Alberto Cavallini e Alessandro Ingrà e interpretato da Alessandro Ingrà,Alessandro Paci,Emanuela Tittocchia,Graziano Salvadori,Chiara Sani eBruno Santini, con la partecipazione straordinaria diAlvaro Vitali.

Le riprese del film, di genere poliziesco-azione con momenti di comicità, si sono svolte tra Firenze, Prato e Sesto Fiorentino nel mese di Maggio.

Primo Fineschi è un capo ispettore dell’antidroga che opera con la sua squadra di quattro unità in borghese. Quando è in pattuglia fa coppia con il collega Giulio; l’altra squadra è formata da Corrado e Antonia. La squadra ottiene sempre ottimi risultati nelle operazioni, ma ad un certo punto succede qualcosa che sembra ribaltare questa tendenza. Durante un tentativo fallito di retata di un gruppo di narcotrafficanti, Primo viene avvertito che Helena, la sua fidanzata, è sparita. È proprio l’ex marito di Helena, Damiano, ad avvertirlo. Nello stesso momento Primo viene anche a sapere che il figlio Gabriele è invischiato in una faccenda di droga e sospettato di omicidio. La spirale si è invertita nella vita dell’ispettore Primo Fineschi: tutto sembra così incredibilmente incomprensibile. Le operazioni professionali non vanno benissimo e la sua vita privata è in pericolo… ma questi due fattori potrebbero essere collegati?”

Il film vede il ritorno al cinema di Emanuela Tittocchia, attrice che inizia la sua carriere a teatro, prosegue interpretando ruoli in fiction e soap televisive (ricordiamo Centovetrine, Un posto al sole, Non smettere di sognare) e si dedica poi alla tv con conduzioni di programmi Rai e Mediaset, partecipazioni a reality e presenze in trasmissioni in qualità di ospite e opinionista. Ne Gli imprevisti la Tittocchia interpreta il personaggio di Helena, ruolo chiave nel film.

 

 

L’abbiamo incontrata alla Prima del film e al termine della proiezione, con occhi lucidi e visibilmente molto emozionata, ci racconta: “È stata un’esperienza straordinaria per me! Non avevo visto il film, l’ho voluto vedere per la prima volta al cinema con il pubblico per sentire la reazione degli spettatori e cercare di assistere alla proiezione da spettatrice. Al mio personaggio succede di tutto. È stato tutto molto emozionante quando mi sono rivista. Senza anticipare troppo, posso dire che alcune scene del film sono molto crude e reali. E’ stata una bella sfida per me, sono molto soddisfatta. Auguro a questo film tutto il bene del mondo e ringrazio chi ha scelto di avermi nel cast: i registi Alessandro Ingrà e Alberto Cavallini. Ringrazio anche Gianluigi Martino per avermi presentato i registi e aver creduto in me”.

 

Un applauso anche gli altri attori, tutti bravissimi: Alisea Batazzi, Aurora Giunta, Giuseppe Ferraro, Massimo Pascucci, Francesca Maroni, Massimo Morselli, Alessandro Pollastri, Silvia Picchiani, Giuseppe Tommasello, Benedetta Giuntini, Barbara Kal, Davide Germani, Matilde Gonfiantini, Simone Berni, Sara Mascello, Domenico Iapello, Tommaso Bacci, Giancarlo Scolari, Ivan Izzo, Silvana Del Grosso, Federico Bedocchi, Marco Gistri, Anna Titone, Cinzia Oliveri, Carlo Lodigiani, Gaia Campagna, Paolo Borghini, Gloria Rosa, Tiziana Ruberto, Greta Cinotti, Lorenzo Bissolotti, Lucia Bonciolini, Alessio Bastianini, Dylan Cutini, Laura Margheri, Daniele Michelini, Lucrezia Grande, Massimiliano Matti, Filippo Brancato, Sara Nesti, Matteo Benvenuti, Gaia Senesi, Marianna Pippa, Elettra Pucci.

Il montaggio, curato da Laura Mileto, è realizzato con grande cura e riesce a dare adrenalina e suspense, anche grazie alle musiche.

Da Giovedì 23 Gennaio il film è in programmazione al cinema OmniaMultiplex Omniacentera Prato, poi lo vedremo in altri cinema e su Amazon Prime.